LA PAURA SU DUE RUOTE

Domenica sette ciclisti sono stati uccisi per la strada. Anch'io sono una ciclista, tutti i giorni in bici per andare a scuola e la domencica col mio gruppo (www.vediromainbici.it) con il sole, il freddo e a volte anche la pioggia si va per visite guidate. Ci mettiamo il fratino rosso, per essere più visibili dagli automobilisti. Quindici giorni fa siamo andati al Divino Amore percorrendo l'Ardeatina; in bici ho avuto paura, le macchine mi sfrecciavano vicine, vicine. Paura come quando a Roma, nei giorni feriali, gli automobilisti, parcheggiando in doppia fila, all'improvviso partono o ti aprono la porta ed io urlo "attento". Ma non chiamateci ciclisti della domencia, la nostra è una filosofia di vita. Quest'estate 300 Km in bici da Passau a Vienna, piste ciclabili che costeggiano strade e autostrade, che attraversano le città e i paesini, una grande cultura della bicicletta e soprattutto la sicurezza di poter scorazzare sulle due ruote, un altro mondo. A volte, è vero, trovate noi ciclisti sui marciapiedi o in stradine in direzione vietata, ma spesso è sopravvivenza, non sappiamo dove passare. Quando al tg ho visto quei corpi a terra pensavo che qualche minuto prima pedalavano insieme magari si raccontavano le loro piccole cose come capita a me e a Gabriella che durante la settimana non ci vediamo e così la domencica "ci mettiamo in pari" cose allegre e cose tristi e alla fine ci diciamo: "Dai pedala che così ti passa" e gli amici ci prendono in giro perchè restiamo indietro. Cosa dire? Non si può morire così in una giornata di festa, con il sole e pedalando con la gioia nel cuore.

Maurizia Benedetti

 

Lettera pubblicata sul Corriere della Sera,

giovedì 9 dicembre 2010  (Pag. 12)