IL QUARTIERE INA CASA TIBURTINO

2011.01.30

 

 

     Il quartiere Ina Casa Tiburtino (detto anche Tiburtino IV) sorge al Km 7 della via Tiburtina tra via Diego Angeli e via Lucatelli, fu costruito tra il 1949 e il 1954, fu progettato da Ludovico Quaroni[1] e Mario Ridolfi[2] (capigruppo[3]).

     Il quartiere Ina Casa Tiburtino fa parte del quartiere Collatino di Roma (Q XXII) che si sviluppa tra Tiburtina e Prenestina, via di Portonaccio e viale Palmiro Togliatti. Oggi il quartiere fa parte del V Municipio del Comune di Roma che ha sede in via Tiburtina n. 1163. Le strade del quartiere sono intitolate a giornalisti.

     Area totale mq 88.000, area coperta mq 17.068, alloggi realizzati 771, vani 4.006.

 

     Spetta a Mario Ridolfi e a Ludovico Quaroni coordinare un gruppo di giovani per la costruzione del primo quartiere Ina Casa romano: il Tiburtino. Progettazione ed esecuzione si svolgono in un clima di grandi aspettative, tipico del dopoguerra. Le perplessità sorgono in seguito. Quaroni definirà il Tiburtino “il paese dei barocchi”, Ridolfi non andrà mai più a vederlo. Nel 1974 in un’intervista a Controspazio n. 3 Ridolfi ricorda: “Avevo fatto il tracciato stradale, dato la posizione degli edifici. Mi ero raccomandato che i progetti seguissero l’andamento del terreno… di non alterare il carattere ambientale… volevamo dare un carattere paesano…”. Il populismo neorealista del Tiburtino nasce dalla consapevolezza di un ruolo sociale dell’architettura; alla retorica, alle manie di grandezza, all’autoritarismo del regime fascista si contrappone ora una modestia artigiana. Il dato reale è comunque quello di contenere i costi, usare materiali italiani; la dimensione “paese” offre la soluzione più economica e semplice[4].

    Nelle case in linea: strutture portanti in muratura di blocchi regolari di tufo con ricorsi in mattoni intonacate esternamente; nelle case a torre: struttura in cemento armato e tamponatura in forati intonacati. I colori degli esterni erano basati su due o tre gradazioni di “terre romane”. Ridolfi progetta quattro case a torre di sette piani, tre edifici a schiera di tre piani, tre edifici a quattro piani, quattro edifici a quattro e cinque piani nella zona centrale e i negozi. Quaroni e Fiorentino progettano l’edificio in linea a doppia T nella zona centrale.

     Tra via Tiburtina, via Diego Angeli e via Cesana ci sono le “Case a ballatoio”, si tratta di una tipologia di case a schiera di tre piani con un alloggio a piano, questo gira intorno a un patio da cui prende luce. Gli alloggi ai piani superiori sono distribuiti da un ballatoio, una sorta di strada sopraelevata. L’insieme reinventa le case cinque seicentesce dell’alto Lazio.

     In via dei Crispolti abbiamo le “Case in linea” di Quaroni e Fiorentino. Il lungo corpo snodato, elemento centrale del quartiere , è formato dall’assemblaggio di più corpi edilizi, a volte con leggeri slittamenti, altre con decise rotazioni. I punti di cerniera sono risolti , ad esempio, con le scale triangolari che smistano gli alloggi sfalsati in altezza. Le logge, ora esagonali, ora rettangolari, o di altra foggia, creano effetti volumetrici e chiaroscurali diversificati sulle facciate.

     Tra via Diego Angeli e via Luigi Cesana si trovano le tre “Case a torre”, alte sette piani, queste fanno da contrappunto alle case a schiera basse e vogliono rappresentare un elemento di eterogenità nel quartiere.

 

     Il quartiere è stato definito da alcuni critici “neorealista” per le contemporanee ricerche cinematografiche e artistiche per l’effettiva povertà dei mezzi tecnici dovuta al contenimento dei costi e per l’attenzione alla vita delle classi popolari.

 

       Si consiglia di iniziare a visitare il quartiere da via Luigi Cesana, entrare in via Arbib per ritrovarsi in un interno delle case a schiera, percorrere via Diego Angeli per vedere le case a ballatoio, girare in via di Crispolti per notare l’articolazione delle case a schiera, arrivati in fondo alla via ci si trova nel parco di Villa Fassini, di cui è allo studio la riqualificazione sollecitata dall’associazione di quartiere Astart, in fondo al viale alberato si trova la sede del Gruppo Autostrade, Centro di Formazione, il cui ingresso è da via Giuseppe Donati. Si risale via Luigi Lucatelli e si discende via Luigi Cesana per finire l’itinerario davanti alla

 

CHIESA DI SANTA MARIA DELLA VISITAZIONE

     Costruita tra il 1965 e il 1971, venne consacrata il 22 ottobre 1971 dal card. Vicario Ugo Poletti, ma già dal 1959 era una vicecura della chiesa di Santa Maria Consolatrice a Portonaccio. E’ stata progettata dall’arch. Saverio Busiri Vici[5]. Enormi costoloni curvi verticali vengono intersecati senza una voluta simmetria da ripiani sporgenti come terrazzi senza ringhiere. La chiesa si presenta come una pagoda sui generis. Il campanile è cilindrico. L’architetto volle rappresentare il costato di Cristo con lo sterno ben visibile, il cuore coincide con l’altare maggiore. Il 20 gennaio 1985 la parrocchia ha ricevuto la visita del papa Giovanni Paolo II. L’interno non ha una forma geometrica definita, è a pianta centrale con gli angoli ora concavi, ora convessi. Unico punto di colore è rappresentato dalle vetrate colorate dietro l’altare maggiore. Un’altra vetrata è nella cappella di sinistra. Il soffitto non presenta aperture, la luce penetra dagli spazi tra le travi in cemento armato orizzontali e verticali. Attualmente (gennaio 2011) la chiesa ospita ben 23 presepi frutto del lavoro dei gruppi parrocchiali, ve ne sono fatti con la pasta, i bottoni, i sassi dipinti e colorati, bellissimo il presepe classico sotto l’altare maggiore.

     Sotto alla chiesa si sviluppa un teatro che ha le stesse dimensioni dell’aula ecclesiale.

 

DAL COLOSSEO AL QUARTIERE INA CASA TIBURTINO

     Dal Colosseo, per giungere al quartiere Ina Casa Tiburtino si attraversa una zona di Roma di straordinario interesse storico e archeologico.

     Dal Colosseo si prende via Labicana, si prosegue per viale Manzoni fino alla fine della strada, si svolta a sinistra per via Giolitti, si sottopassa il fascio dei binari che esce dalla stazione Termini e ci si trova  davanti ad una moderna apertura nelle mura Aureliane, al di là della quale si trova piazzale Tiburtino, qui inizia il nuovo tracciato della via Tiburtina.

     Di antichissima origine, la via prende il nome da Tibur = Tivoli, la città a cui conduceva. Fu per millenni il percorso più diretto per la transumanza dai monti dell’Abruzzo alle pianure tirreniche. In epoca repubblicana iniziava da porta Esquilina, oggi arco di Gallieno (presso piazza Vittorio), con la costruzione delle mura aureliane dalla porta Tiburtina che si trova a pochi passi verso sinistra. Nel 307 a. C. il console Marco Valerio Massimo la prolungò fino a Corfinium[6] (da qui il nome di Tiburtina Valeria).

     La via Tiburtina attraversa il quartiere di San Lorenzo[7], sorto come intervento di speculazione privata con destinazione popolare, iniziò nel 1878 nella zona a Sud della strada e proseguì fino agli anni Trenta. Il quartiere soffrì per un pesante bombardamento alleato il 19 luglio 1943 a cui ne seguì un altro in agosto. Poco più avanti, in angolo con via degli Ausoni sorge l’ex Pastificio Cerere del 1911, il più interessante esempio di archeologia industriale del quartiere, dal 1973 sede degli atelier di un gruppo di giovani artisti romani che hanno conquistato fama internazionale, ancora oggi è sede di mostre.

     Si giunge in piazzale del Verano dove si trova il monumento a Pio XII di Antonio Berti[8] del 1967, in ricordo della visita del pontefice alla popolazione del quartiere vittima del bombardamento aereo del 1943. Qui si trova la Basilica di San Lorenzo fuori le Mura, una delle sette chiese, eccezionale risultato della fusione delle due chiese sorte alla fine del sec. VI e agli inizi del XIII intorno al veneratissimo sepolcro del martire spagnolo Lorenzo.

     Sotto il portico, opera probabilmente dei Vassalletto (1220 circa), monumento ad Alcide De Gasperi di Giacomo Manzù. Nell’interno notare la trabeazione del presbiterio che risale al IV secolo, il magnifico pavimento musivo cosmatesco e il ciborio del 1148. In fondo la ricchissima cappella funeraria di Pio IX. Il chiostro è del XII secolo. Al di sotto della chiesa le catacombe di Ciriaca.

     Dietro la chiesa si sviluppa il cimitero monumentale del Verano istituito sotto l’amministrazione francese ai primi dell’Ottocento, il primo nucleo venne progettato da Valadier nel 1807-12, il quadriportico d’entrata è di Virginio Vespignani realizzato durante il pontificato di Pio IX.

     La Tiburtina prosegue avendo costantemente sulla destra il cimitero del Verano, si notano l’entrata per il campo ebraico e  in fondo, prima della Tangenziale Est, un’entrata laterale che ha dato il nome di Portonaccio al quartiere che segue.

     Sulla sinistra si trova il quartiere Nomentano o di “piazza Bologna” o “quartiere Italia” come è più comunemente chiamato dai romani perché le strade hanno i nomi di città italiane capoluoghi di provincia.

     Giunti a piazzale delle Crociate si ha a sinistra l’Autostazione dei pullman diretti in altre regioni italiane e in alcuni paesi dell’Est europeo (Romania, Polonia).

     La strada passa su un largo ponte che supera la linea ferroviaria Roma – Firenze, da questo ponte si vede chiaramente a sinistra la costruzione della nuova stazione Tiburtina che sarà un ponte di cristallo a cavallo dei binari sospeso a nove metri, il progetto è dell’arch. Desideri. La prima pietra è stata posta il 2 ottobre 2007, il costo sarà di 155 milioni di €. Diverrà la stazione dell’alta velocità di Roma, di pari importanza rispetto a Termini. La vecchia stazione sarà abbattuta, la nuova avrà l’ingresso da Pietralata.

     Oltre il ponte[9] la strada cambia completamente aspetto, diviene una strada altamente commerciale per la presenza di tantissimi negozi che insistono in quartieri ad elevata densità abitativa. A sinistra si succedono i quartieri di Portonaccio, Monti Tiburtini e Pietralata (dal nome della tenuta “Prata Lata”), a destra il quartiere di Casal Bertone, Casal Bruciato, Tiburtino INA Casa e Santa Maria del Soccorso o Tiburtino III.

     La via Tiburtina incrocia il viale Palmiro Togliatti, anello di circonvallazione dalla Tiburtina alla Tuscolana, e quindi oltrepassa il fiume Aniene su ponte Mammolo.

 

UNA FRASE PER RIFLETTERE

 

L’architettura non è un’arte, perché qualsiasi cosa serva a uno scopo va esclusa dalla sfera dell’arte.

Adolf Loos

(Brno 1870 – Vienna 1933)

Arch. austriaco, uno dei pionieri dell’architettura moderna.

 

 

BIBLIOGRAFIA

 

AA.VV. Guida d’Italia. Roma, ed. Tci, 1993.

AA.VV. I rioni e i quartieri di Roma, ed. Newton, 1990.

Claudio Rendina (a cura di), Enciclopedia di Roma, ed. Newton Compton, 2005.

Irene de Guttry, Guida di Roma moderna, ed. De Luca, 1989.

Gaia Remiddi e altri, Il moderno attraverso Roma, ed. Groma, 2000.

Piero Ostilio Rossi, Roma. Guida all’architettura moderna, 1909-91, ed. Laterza, 1991.

Archivio della cronaca di Roma de “la Repubblica”.

AA.VV. Stradaroma, ed. Lozzi, 2004.

 

SITOGRAFIA

www.comune.roma.it

www.romasegreta.it

www.facebook/romasparita.it

www.maps.google.it

 

 

Piero Tucci

tuccigf@tiscali.it

30.01.11

 

 



[1] Ludovico Quaroni (Roma 1911-1987) urbanista e architetto. Nel 1938 progetta l’edificio per abitazioni in piazza Istria angolo corso Trieste. Realizza, con altri la piazza dell’E42, oggi piazza Marconi, ed uno dei palazzi dei musei. Dopo la guerra e la prigionia, lavorò a questo quartiere e al borgo La Martella a Matera. Ha realizzato la palazzina “La tartaruga” con Aymonino in via Innocenzo X, il quartiere Casilino 23, e restaurato palazzo Orsini in piazza di Monte Savello. 

[2] Mario Ridolfi (Roma 1904-Terni 1984), architetto. Tra le maggiori realizzazioni: Palazzo Postale in piazza Bologna con Fagiolo nel 1933, il Palazzo della Fao con Cafiero e altri nel 1938, le Case Torri INA in viale Etiopia, via Galla e Sidama, via Adua, via Tripolitania con W. Frankl. Nel 1952-53 la Palazzina Mancioli in via Lusitania 29 con Frankl. Nel 1966 la scuola Elementare e Materna di Spinaceto.

[3] Quartiere Tiburtino Ludovico Quaroni e Mario Ridolfi sono i coordinatori, mentre i collaboratori furono: Carlo Aymonino, Carlo Chiarini, Mario Fiorentino, Wolfgang Frankl, Fedirico Gorio, Marurizio Lanza, Sergio Lenci, Piero Maria Lugli, Carlo Melograni, Gian Carlo Menichetti, Giulio Rinaldi e Michele Valori. Da: Gaia Remiddi, Il moderno attraverso Roma, ed. Groma, 2000.

[4] Quartiere Tiburtino. Tutto il paragrafo è preso da: De Guttry, Guida di Roma Moderna, ed. De Luca, 1989. Il paragrafo successivo è in gran parte preso da: Gaia Remiddi e altri, Il moderno attraverso Roma, ed. Groma, 2000.

[5] Saverio Busiri Vici.  Appartenente a una famiglia di architetti, è nato nel 1927 a Roma, vivente. Si è distinto nella progettazione di edifici in cemento armato a vista, ha stretto amicizia con Le Corbusier e Alvar Aalto. Ha progettato ville a Casal Palocco anticipando temi de costruttivisti, ha lavorato per la Propaganda Fide realizzando centri congressi e altre costruzioni. Il padre Clemente (m.1965) ha costruito San Roberto Bellarmino a piazza Ungheria e Ss. Fabiano e Venanzio a Villa Fiorelli. Il nonno Carlo (m.1925)  ha costruito villa Taverna in via Rossini ai Parioli, oggi residenza dell’ambasciatore Usa.

[6] Corfinium oggi Corfinio, pr. AQ, di 1.000 ab, circa vicino a Pratola Peligna.

[7] Via Tiburtina dall’inizio al ponte sulla ferrovia Roma- Firenze: siamo nel III Municipio del Comune di Roma.

[8] Antonio Berti (San Piero a Sieve 1904 – Sesto Fiorentino 1990) scultore italiano, allievo di Libero Andreotti, si segnalò per ritratti di ispirazione quattrocentesca.  Gli diede fama il monumento a Ugo Foscolo in Santa Croce a Firenze. Realizzò monumenti a membri della famiglia reale, un monumento alla Regina Elena a Messina, a De Gasperi a Trento, ad Aldo Moro a Maglie (postumo).

[9] Via Tiburtina oltre il ponte sulla ferrovia Roma – Firenze è nel territorio del V Municipio.