ALLA
RISCOPERTA DEL GRANDE SET:
ROMA
DA “ROMA CITTA’ APERTA” A “VACANZE
ROMANE”.
ROMA, VISTA AL CINEMA,
E’ UN’EMOZIONE CHE NON
FINISCE MAI.
INTRODUZIONE
Tra Roma e il
cinema c’è sempre stato un rapporto speciale. A partire da “Roma città aperta”
di Roberto Rossellini del 1945, i registi hanno dovuto girare all’aperto, nelle
piazze e nelle strade e non negli studi di Cinecittà, perché non avevano
disponibilità economiche adeguate ma anche per una precisa scelta di quegli
artisti che diedero vita al “neorealismo”. Visto il successo di questi registi,
ad essi si ispirarono anche gli americani che dagli anni Cinquanta in poi
scelsero il biondo Tevere alla ricca Hollywood, a cominciare da “Vacanze
romane” di William Wyler. Ad essere protagonista nei film non è solo la Roma da
cartolina del Colosseo o di fontana di Trevi, ma anche i quartieri popolari con
i nuovi scenari rappresentati ad esempio dal gazometro dell’Ostiense o lo
scenario metafisico del quartiere dell’Eur.
Roma ha stregato
il cinema.
Non solo registi nati a Roma come: Rossellini, Scola, Moretti
e Muccino, anche romani di adozione come: Fellini, Antonioni, Bertolucci, Germi
e Pasolini.
Questo amore tra
la città eterna e la settima arte non è sfiorito con il tempo, Roma ha
contribuito a rendere grande il cinema
italiano, il cinema ha diffuso l’immagine di Roma in tutto il mondo.
Proponendo questo
itinerario si vuole rendere omaggio a questo legame così forte e vitale.
COLOSSEO
L’itinerario non può che iniziare dal Colosseo, simbolo del
passato imperiale di Roma. La memoria cinematografica di tutti i romani va
subito al film “Un americano a Roma” (1954) di Steno, in esso Alberto Sordi
interpreta il personaggio di Mericoni Nando, ragazzotto trasteverino
ridicolmente ossessionato da tutto ciò che è americano. Nella scena iniziale
del film sale sul Colosseo e minaccia di gettarsi se non gli permettono di
raggiungere il suo sogno: andare in Kansas. I suoi amici, assistono alla scena
e iniziano a ricordare gli episodi più esilaranti della sua giovane vita.
Celebre la scena degli spaghetti o quella delle informazioni stradali date in
un inglese strampalato.
Nel film “Vacanze
romane” (1953) di William Wyler, con Audrey Hepburn e Gregory Peck, una scena
significativa è girata all’interno del Colosseo nel quale allora si entrava
liberamente da qualunque arco. I due protagonisti stanno facendo un giro in
vespa nella città.
Più drammatico il
finale del film che consacrò Bernardo Bertolucci “Il conformista” (1970),
basato sull’omonimo romanzo di Alberto Moravia, la scena finale si svolge
davanti al Colosseo in una Roma in festa per la liberazione del 5 giugno 1944.
Il conformista Marcello Clerici (Jean Louis Trintignant) è un uomo incapace di
fare i conti con la propria omosessualità, arriva a proporsi come sicario alla
polizia fascista per poi incolpare un altro del delitto da lui stesso compiuto
a liberazione avvenuta.
FONTANA
DI TREVI
La fontana più scenografica e famosa del mondo, entrata
nell’immaginario collettivo per una scena de “La dolce vita” di Federico
Fellini, Sylvia (Anita Ekberg), accompagnata nei suoi capricci notturni da
Marcello (Marcello Mastroianni), insiste per trovare il latte per il gattino da
lei trovato, improvvisamente si trovano davanti alla fontana, senza esitare un
istante la donna entra in acqua chiamando: “Marcello”, lui la segue, tenta di
toccarla senza riuscirci, come se una diva del cinema fosse inaccessibile, il
flusso dell’acqua si interrompe, si fa giorno, la folle notte dei due giovani è
finita, dovranno tornare alla realtà.
Questa scena è
stata citata innumerevoli volte, addirittura nel film “C’eravamo tanto amati”
(1974) di Ettore Scola, i protagonisti (Nino Manfredi e Stefania Sandrelli) si
incontrano, dopo tanti anni, proprio mentre si sta girando la scena citata, i
protagonisti di allora (Fellini e Mastroianni) interpretano se stessi.
Questo luogo fa da
sfondo a “Tre soldi nella fontana” (1954) di Jean Negulesco, un enorme successo
commerciale negli Usa, davanti alla fontana finisce il viaggio in Italia di tre
ragazze americane.
Nel già citato
film “Vacanze romane”, in un negozio di parrucchiere posto vicino al portone
dove abitò Sandro Pertini (vedi lapide),
la principessa si toglie una grande soddisfazione: farsi tagliare i
capelli.
Indimenticabile il
film Totòtruffa (1961) di Camillo Mastrocinque con Totò e Nino Taranto in cui
Totò cerca di vendere la fontana di Trevi ad uno sprovveduto turista e con essa
i diritti d’autore per le foto. I due protagonisti Antonio (Totò) e Camillo
(Nino Taranto) vivono di piccole truffe e devono sfuggire al bonario
commissario di polizia Malvasia (Ernesto Calindri) ex compagno di scuola di
Antonio.
PIAZZA BARBERINI
La piazza è
dominata dalla mole del palazzo Barberini che è stato protagonista del
celeberrimo film “Vacanze romane” (1953), era l’ambasciata dove risiedeva Anna,
giovane principessa in visita di Stato a Roma. Nel film di William Wyler, la
protagonista è impersonata da Audrey Hepburn, una notte fugge dal palazzo per
vivere una vita normale. Nel suo girovagare per Roma incontra e passa una casta
notte con uno squattrinato giornalista americano Joe Bradley (Gregory Peck) che
cerca di risollevare le sue fortune facendo un articolo sulla fuga della
principessa. Dopo varie vicende Joe finirà per innamorarsi della principessa,
rinuncerà a sfruttare l’occasione per lealtà verso una persona ingenua, e la
lascerà tornare alla sua vita. Una vera e propria favola, ambientata in alcuni
dei luoghi più belli di Roma (via Margutta, Bocca della Verità, barconi sul
Tevere).
Prima di giungere
in piazza Barberini si percorre via del Tritone, all’angolo con via del
Traforo, venne girata la famosa scena del film “Ladri di biciclette” (1948) di
Vittorio De Sica, in cui avviene il furto della bicicletta di Antonio Ricci
(Lamberto Maggiorani) al primo giorno di lavoro. Solo il possesso della
bicicletta gli permette di avere questo lavoro. L’inutile inseguimento avviene
dentro il tunnel posto sotto al Quirinale.
VIA VENETO
La strada è il
luogo simbolo di uno dei film italiani più famosi di tutti i tempi: “La dolce
vita” (1960). Fellini ci racconta la storia del giornalista Marcello (Marcello
Mastroianni) e del suo insoddisfatto girovagare tra incontri di persone vuote e
prive di ideali, nel superficiale mondo della Roma di quegli anni con i suoi
bar, locali notturni, divi dello spettacolo, nobili annoiati e paparazzi. La
via è stata ricostruita negli studi di Cinecittà per questo film (infatti nel
film si vede pianeggiante mentre in realtà è in salita), ma la scena davanti
all’Hotel Excelsior dove Anita Ekberg rientra all’alba dopo una notte passata
con Mastroianni e dove i due sono malmenati dal fidanzato di lei, quella scena
è ambientata nella strada romana.
PIAZZA DI SPAGNA
Tra i tanti film
ambientati nella piazza e sulla storica scalinata ne scegliamo quattro. Il
primo in ordine di tempo è il già citato “Vacanze romane” (1953). Ai piedi
della scalinata di Trinità de Monti la protagonista Audrey Hepburn si ferma ad
un chiosco di fiori, sulla scalinata mentre mangia un cono gelato incontra
Gregory Peck che finge un incontro casuale, invece l’aveva pedinata tutta la
mattina.
In “C’eravamo
tanto amati” (1974), di Ettore Scola, Luciana (Stefania Sandrelli) viene
corteggiata da Nicola (Stefano Satta Flores) che sulla scalinata simula la
famosa sequenza de “La corazzata Potemkin”. Intanto Antonio (Nino Manfredi) se
ne va verso via Condotti triste per l’amore non corrisposto di Luciana. Nicola
lo insegue per consolarlo, quando torna sulla piazza per rivedere Luciana non
la trova più, da una macchina per foto formato tessera escono le foto di
Luciana in lacrime, piange perché Gianni (Vittorio Gassman) non la ama.
Ne “L’assedio” (1998)
di Bernardo Bertolucci la piazza, la scalinata e il vicolo del Bottino, sono la
scena in cui si vive un suggestivo dramma intimista. La protagonista Shandurai
(Thandie Newton) è fuggita dal suo paese d’origine, in Africa, per ragioni
politiche. Vive come cameriera nel palazzo di Mr. Kinsky che ben presto si
innamora di lei. La donna vive così divisa tra l’amore del nuovo compagno e
quello verso il suo fidanzato che è in prigione in Africa.
In un bar della
piazza è ambientato l’incontro tra due ragazze del film “Il talento di Mr.
Riplay” (1999) di Antony Minghella. Il protagonista, dopo aver ucciso l’amico
ed averne assunto l’identità, comincia a costruire un castello di falsità che se gli permettono una vita molto agiata,
lo costringono ad alimentare sempre più il mondo fittizio che si è creato, da
esso sarà imprigionato e non riuscirà più a venirne fuori.
PIAZZA DEL POPOLO
In questa piazza
neoclassica di Roma è stata girata una scena tra le più significative del film
“C’eravamo tanto amati” (1974) di Ettore Scola, Antonio (Nino Manfredi)
incontra, dopo tanti anni Gianni (Vittorio Gassman) e lo scambia per un
posteggiatore abusivo, perché – incredibile a dirsi – in questa piazza si
poteva parcheggiare fino agli anni Novanta. In realtà Gianni è diventato ricco
e ha tradito gli ideali della loro gioventù.
Ancora in questa
piazza si risveglia il protagonista del film “Belli e dannati” (1991) di Gus
Van Sant, il giovane Mike (River Phoenix), è giunto a Roma alla ricerca della
propria madre.
PIAZZA NAVONA
Qui è stato
ambientato “Poveri ma belli” (1956) diretto da Dino Risi. I due protagonisti
abitavano qui, Romolo, bagnino (Maurizio Arena) e Salvatore, commesso di un
negozio di dischi (Renato Salvatori), due amici, appartenenti al ceto popolare,
e non deve stupire perché negli anni Cinquanta il centro storico era ancora
densamente abitato. Sulla stessa piazza abitava Giovanna, una sartina di cui si
innamorano i due amici che entrano in competizione per lei.
In un attico tra
la piazza e Tor Sanguigna vi abitava una prostituta, Mara (Sophia Loren), di
lei, nel film “Ieri, oggi e domani” (1963) di Vittorio De Sica, si innamora un
seminarista nipote di una vecchietta (Tina Pica) che interrompe un incontro
intimo tra Mara e Rusconi (Marcello Mastroianni). In questo film la Loren
esegue il più famoso e sensuale spogliarello del cinema italiano.
PIAZZA FARNESE
La piazza,
dominata dalla mole di palazzo Farnese, è stata protagonista del film di Pietro
Germi “Un maledetto imbroglio” (1959) che è stato girato nel palazzo al civico
44. Questo film è un adattamento del romanzo di Carlo Emilio Gadda “Quer
pasticciaccio brutto de via Merulana”, forse il miglior poliziesco della
cinematografia italiana. La storia scritta è ambientata negli anni del
fascismo, Germi la porta nella Roma degli anni Cinquanta. Due delitti accadono
nello stesso palazzo. Il commissario Ingravallo (Pietro Germi) svolgendo le
indagini fa venire alla superficie il carattere, le piccole ossessioni, di
tanti personaggi con un vasto campionario di dialetti regionali italiani.
Nell’insieme viene costruito un avvincente affresco umano.
IL CINEMA NEI NUOVI
QUARTIERI POPOLARI
Nel quartiere
Ostiense, tra i mercati generali e il gazometro si ambienta uno dei maggiori
successi degli ultimi anni: “Le fate ignoranti” (2001) di Ferzan Ozpetek.
Antonia (Margherita Buy) scopre, dopo la morte del marito, che questi aveva una
doppia vita con un amante omosessuale Michele (Stefano Accorsi) e famiglia
eterogenea. E’ l’incontro tra due mondi. Il terrazzo della casa di Michele è
dominato dalla sagoma inconfondibile del gazometro.
Il quartiere della
Garbatella è protagonista del film “Caro diario” (1993) di Nanni Moretti, che
lo percorre in vespa affascinato dalle palazzine anni Venti, per lui è “in
assoluto il più bel quartiere di Roma”. Qui si conclude anche il recente film
“Tutta la vita davanti” (2008) di Paolo Virzì, ispirato al romanzo di Michela
Murgia, Il mondo deve sapere. Il film racconta il precariato attraerso il mondo
dei call center. Nel cast Isabella Ragonese, Sabrina Ferilli, Massimo Ghini,
Valerio Mastandrea e Micaela Ramazzotti. Il finale offre uno spiraglio di
speranza affidato ad una anziana della Garbatella e ad una bambina.
Il Pigneto è
protagonista del capolavoro del neorealismo “Roma città aperta” (1945) di
Roberto Rossellini, in via Montecuccoli vive Pina (Anna Magnani) la
protagonista femminile di questa storia che è un affresco della società romana
negli anni della guerra e un omaggio alla Resistenza. Sempre al Pigneto è
ambientato “Accattone”(1961) di Pier Paolo Pasolini, in via Fanfulla da Lodi si
trova il bar da lui frequentato. E’ la storia di un sottoproletario della
borgata Gordiani di nome Vittorio (Franco Citti) che vive sfruttando una
prostituta, il finale sarà drammatico. Il bar Necci sorge in questa strada dal
1924, gestito sempre dalla stessa famiglia. In passato, nel locale avevano sede
due società di ciclismo. E’ frequentato da personaggi del mondo dello
spettacolo, tra questi: Fiorella Mannoia, Luca Barbarossa e la “iena” Lucci.
Nella notte tra il 30 e il 31 marzo 2009 è stato parzialmente distrutto da un
incendio, i proprietari hanno dichiarato di non aver mai ricevuto minacce,
hanno fatto riferimento a un gesto di “invidia”. In questo locale è stato
girato, nel 2009, il film “Una questione di cuore” scritto e diretto da
Francesca Archibugi, con Antonio Albanese e Kim Rossi Stuart. Al Pigneto sono
stati ambientati “Bellissima” (1951) film neorealista di Luchino Visconti con
Anna Magnani e Walter Chiari, “L’audace colpo dei soliti ignoti” (1959) con
Vittorio Gassman, Renato Salvatori, Riccardo Garrone e Nino Manfredi, film di
Nanni Loy.
E’ al Quadraro che
si svolge il secondo film di Pasolini “Mamma Roma”, in esso la prostituta Roma
(Anna Magnani) cerca di rifarsi una vita (ha un banco al mercato di via del
Quadraro) insieme a Ettore (Ettore Garofalo), il figlio adolescente cresciuto
lontano da lei e con cui ha difficoltà a creare un rapporto. Ed è l’inquieta
evoluzione del ragazzo, la difficoltà ad uscire da un destino che sembra
segnato, ad essere il centro del film.
A Cinecittà, più
precisamente nel quartiere Don Bosco, che Federico Fellini ha girato alcune
scene de “La dolce vita” (1961), in una desolata piazza Don Bosco la moglie di
Steiner (Alain Cuny) apprende la notizia del suicidio del marito mentre
Marcello (Marcello Mastroianni) cerca di sottrarla alla curiosità dei
fotografi. Nella finzione scenica Fellini fece credere che la piazza si trovava
all’Eur perché dagli interni, ricostruiti in uno studio di Cinecittà, si vedeva
il Palazzo dello Sport oggi Palalottomatica. Il film si apre con la lunga scena
di una statua di Cristo trasportata da un elicottero, questa vola sulla cupola
della chiesa di Don Bosco e poi su tutta Roma.
Gli studi di Cinecittà, oltre ad aver
ospitato tanti film italiani e stranieri[1],
è anche l’ambientazione di un importante film sul mondo del cinema:
“Bellissima” (1951) di Luchino Visconti. In questo la Magnani interpreta il
ruolo di Maddalena, popolana romana che sogna per la sua piccola figlia un
futuro di star. La sottopone così ad un provino. Quando Maddalena assisterà, di
nascosto, alla proiezione del provino, capirà che il mondo del cinema è
spietato. In questa scena compare il regista Blasetti nella parte di se stesso.
Terminiamo questa
breve passeggiata per Roma sull’onda dei ricordi cinematografici citando un
film recentissimo che è stato in gran parte girato in un quartiere di Roma che
è ancora in costruzione “Parco Leonardo” (comune di Fiumicino). Nella nuova
Fiera di Roma, progettata dallo studio Valle, si trova il call center dove è
ambientato il film “Tutta la vita davanti” (2008) di Paolo Virzì con Isabella
Ragonese, Sabrina Ferilli, Massimo Ghini, Valerio Mastandra e Micaela
Ramazzotti.
UNA FRASE PER
RIFLETTERE
“Il cinema è
l’unica forma d’arte nella quale le opere si muovono e lo spettatore rimane
immobile” Ennio Flaiano (Pescara 1910 – Roma 1972), scrittore e critico
cinematografico e teatrale.
BIBLIOGRAFIA
AA.VV. Guida
d’Italia. Roma, ed. Tci, 1993.
Di Biagi, Il
cinema a Roma, ed. Palombi, 2010.
AA.VV. I
rioni e i quartieri di Roma, ed. Nevton, 1989.
AA.VV. Roma,
il grande set, ed. Apt di Roma, 2005.
AA.VV.
Stradaroma, ed. Lozzi, 2004.
SITOGRAFIA
Roma 13.02.11
Piero Tucci
[1] Cinecittà. Citiamo solo alcuni dei grandi film girati negli studi: Ben Hur (1959) di William Wyler, Quo Vadis (1951) di Mervyn LeRoy, Cleopatra (1963) di Joseph L. Mankiewicz, La caduta dell’impero romano (1964) di Anthony Mann. Ma un contributo essenziale alla fama di Cinecittà l’ha dato Federico Fellini che nel celebre Studio 5, il più vasto d’Europa, ha girato la gran parte dei suoi capolavori.