MAGLIANA
La Magliana fa parte dell’XI quartiere di Roma “Portuense” che ha sua volta è parte del municipio XV (via C. Montalcini – villa Bonelli).
Il nome deriva dalla proprietà agricola appartenenente alla famiglia romana dei Manilii o Manlia, intorno al 1000 le carte citano un fondus Manlianus, finchè si arrivò per corruzione nel secolo XV al nome attuale. Un'altra ipotesi è stata fatta sull’origine di questo nome che deriverebbe dalle maglie di canne di bambù poste dai romani sui sentieri di questa zona paludosa per renderla meglio percorribile[1].
STORIA DEL QUARTIERE
In epoca romana il quartiere era percorso, fin dall’epoca dell’imperatore Claudio[2], dalla via della Magliana che allora si chiamava Portuense, era la strada che conduceva a Portus (Fiumicino), era essenzialmente una pista utilizzata dagli animali da traino per far risalire il Tevere contro corrente alle imbarcazioni che portavano merci a Roma. Anche l’obelisco Lateranense seguì questa strada.
Dove oggi si trova la chiesetta di Santa Passera si trovava il vicus Alexandrinus, il centro cioè dei marittimi originari di Alessandria d’Egitto. Tale centro – importante per gli approvvigionamenti del grano – rimase attivo fino alle guerre gotiche. L’abate Ciro, da cui deriva Passera, era personaggio venerato dai cristiani copti di Alessandria d’Egitto.
Nel Seicento papa Urbano VIII[3] aprì una nuova strada che finì per prendere il nome di via Portuense e questa prese il nome attuale di Magliana anche perché conduceva al castello di caccia del papa Giulio II[4].
In questa zona a vocazione agricola nel 1859 fu costruita la prima ferrovia dello Stato Pontificio che univa Roma Trastevere a Civitavecchia. Il tracciato era lo stesso della odierna linea per Fiumicino. Negli anni Venti del Novecento l’ingegner Bonelli, di origini piemontesi, diviene proprietario della tenuta “Pian due Torri”, installa un impianto per pompare acqua dal fiume con la quale i suoi mezzadri possono innaffiare i campi. Le coltivazioni prevalenti sono: carciofi, ortaggi e sulle alture frutteti e vigneti. Il conte di Tounon, che era subentrato nella proprietà avendo sposato una figlia del Bonelli, iniziò a lottizzare la tenuta.
Le Olimpiadi del 1960, la costruzione della linea B della Metropolitana (1955) e dell’aereoporto di Fiumicino, valorizzarono questa zona, la sua costruzione di tipo intensivo fu fatta al di fuori di qualsiasi controllo urbanistico e per soli fini speculativi, tant’è che il quartiere è sotto il livello del Tevere ed è un quartiere dormitorio. Visto che la zona è sette metri sotto il livello del Tevere, il comune di Roma impose ai costruttori di sottoscrivere un atto d’obbligo: interrare i primi due piani dei palazzi. Il patto non è stato rispettato[5].
Qui sorse e prese forza – negli anni Settanta - la famosa “banda della Magliana” che affiancò alla attività di traffico della droga, sequestri di persona e scommesse ippiche, rapporti con l’estrema destra eversiva, Licio Gelli, la P2 e lo Ior di mons. Marcinkus. Tale banda è coinvolta con l’omicidio di Carmine Pecorelli, il sospetto suicidio di Roberto Calvi al ponte dei Frati di Neri di Londra, la scomparsa di Emanuela Orlandi (episodio connesso con l’attentato al papa Giovanni Paolo II). L’esordio di questa associazione criminosa è dato dal rapimento del duca Massimiliano Grazioli Lante della Rovere nel 1977. Con l’uccisione di Enrico De Pedis, detto Renatino, il 2 febbraio 1990 in via del Pellegrino, l’attività della banda è definitivamente conclusa dopo gli arresti delle forze dell’ordine, le lotte interne, i “pentiti”. Resta in piedi la questione della sepoltura di De Pedis nella chiesa romana di Sant’Apollinare.
Un altro episodio di cronaca nera, che diede cattiva fama al quartiere, è quella del “Canaro”, un tolettatore di cani che uccise nel 1988 un ex pugile dopo orrende sevizie, forse sotto l’effetto di cocaina.
Negli anni Ottanta e Novanta il comune di Roma[6] si è impegnato in un’opera di riqualificazione di questo come di tanti altri quartieri periferici.
Alla Magliana è nata Ilary Blasi[7].
ITINERARIO
L’itinerario non può che iniziare da viale Vicopisano[8] che rappresenta il decumano massimo del quartiere di edilizia intensiva. Il viale è così ampio da sembrare una piazza, è tagliato da via Impruneta[9] che rappresenta il cardo massimo. Consideriamo la colata di cemento che ha dato vita a questo quartiere in un’ansa del Tevere ad un livello inferiore a quello del fiume. In questi grandi e alti palazzi a dieci piani prevale il color rosso mattone. Il viale termina in piazza Fabrizio De Andrè, il noto cantautore italiano, ancora oltre, in piazza Certaldo[10] c’è un edificio che solo dopo un certo studio si riesce a capire, da un esile campanile seminascosto, che è una chiesa. Si tratta della chiesa di San Gregorio Magno[11] collegata idealmente con quella di Santa Silvia, sua madre, anch’essa nel quartiere Portuense. L’architetto Aldo Aloisi, che ha progettato questa chiesa (1977), niente vi ha trasfuso dello spirito e dei tempi in cui vissi il grande papa della nobile e potente gens Anicia di cui faceva parte. Certamente l’architetto ha mirato all’essenziale, mettendo insieme chiesa, uffici, giardinetto e centro per i giovani.
Imbocchiamo via Impruneta verso Est fino a giungere a via o riva Pian Due Torri. Il nome Due Torri è quanto resta di una tenuta di oltre 64 ettari, un tempo proprietà dell’ospedale Sancta Santorum e della Compagnia del Gonfalone. Il nome deriva probabilmente dalla presenza di due alti sepolcri del tipo di quelli che vedremo accanto a Santa Passera, forse trasformati in posti di vedetta lungo il fiume. La sede stradale, vicinissima al corso del fiume Tevere è occupata dalla pista ciclabile dorsale Tevere. In questo punto doveva giungere una funivia[12] per unire il quartiere alla stazione metro B Magliana, il progetto fu presentato il 9 luglio 2007, ma non è stato realizzato per le difficoltà economiche del Comune. La pista ciclabile giunge fino al ponte della Magliana.
Ideato dall’ingegnere Romolo Raffaelli, se ne cominciò la costruzione nel 1938, ma i lavori procedettero fra varie difficoltà finche, nel 1943 i tedeschi lo distrussero parzialmente. L’8 settembre 1943 vi si svolsero combattimenti tra i granatieri e i paracadutisti tedeschi provenienti da Acilia. Il ponte fu completato nel 1948, ha sette arcate in cemento armato rivestite di travertino, quella centrale è mobile, è lungo 223 metri e largo 19.
La pista ciclabile passa sull’altra riva e giunge fino al ponte di Mezzocammino (Gra). Di fronte a noi vista sulla basilica di San Paolo (campanile) e sul moderno quartiere dell’Eur (Colosseo Quadrato).
Se invece imbocchiamo via Impruneta verso Ovest giungiamo in breve a via della Magliana. Questa strada, percorrendola nella direzione verso fuori Roma giunge in breve al raccordo per l’autostrada di Fiumicino. Prosegue fra capannoni industriali avendo a destra l’autostrada, quindi la scavalca e costeggia sulla destra la ferrovia per Fiumicino. Sottopassa la ferrovia all’altezza della via del Trullo (dal nome di un sepolcro romano circolare presso il Tevere o il tempio rotondo della dea Dia). Prosegue in posizione sopraelevata e raggiunge il sommo di una collina dove è la stazione delle FF.SS. Magliana. La località, denominata Magliana, sorse prima del 1940 insieme ai magazzi del Genio Militare. Sulla collina a destra è la vigna Iacobini, dove era il Bosco dei Fratres Arvales, corporazione antichissima cui si attribuisce l’origine da Acca Larentia, nutrice di Romolo e Remo. Le fondamenta della casetta della vigna sono quelle di un tempio della dea Dia, di età imperiale. Le lastre incise con gli atti delle cerimonie sono conservate al Museo Nazionale Romano. Qui sono pure le Catacombe di Generosa, create nella proprietà di una certa Generosa dove furono sepolti i corpi dei martiri Simplicio, Faustina e Viatrix o Beatrice. Nel 382 vi fu costruita una piccola basilica da papa Damaso[13]. Affresco del V o VI secolo. Simplicio e Faustino sono i patroni della città tedesca di Fulda che recentemente ha dedicato una strada al quartiere Maglianastrasse. Al di là del Tevere l’ippodromo di Tor di Valle.
La strada ora ha ai suoi lati solo poche case basse ed estese aree verdi, a destra si stacca via delle Vigne che la congiunge alla Portuense, subito dopo ecco dalla destra via del Fosso della Magliana che ha la medesima destinazione della precedente traversa. Subito dopo via Luigi Candoni (Arta Terme 1921 – 1974, autore teatrale e scrittore) dove si trova uno dei campi nomadi legali della capitale. La strada ormai è in aperta campagna, sulla destra la via Dasti sottopassa la ferrovia. Nel marzo del 2010 l’Alto Commissiariato dei Diritti Umani dell’Onu ha visitato questo campo trovandolo inadeguato ad una accoglienza civile di persone nomadi. Nel luglio del 2008 e nel dicembre del 2009 si sono sviluppati due incendi dolosi.
In via Luigi Dasti ai nn. 7 – 14 (Km 11 da porta Portese, Km 7 dalla chiesa del Santo Volto di Gesù), si trova la Villa Pontificia della Magliana, o Castello della Magliana. Una prima costruzione ad uso di casina di caccia, si deve a Gerolamo Riario, nipote di Sisto IV, in essa, il 10 aprile 1480, ospitò il duca di Sassonia. Nel 1490 Innocenzo VIII[14] vi fece costruire un casino che corrisponde al palazzetto attualmente dislocato sul lato meridionale con architettura di Graziadeo Pichi da Brescia, intorno aveva un giardino con mura di cinta coronate di merli come gli edifici fortificati. Tra il 1505 e il 1510, Giulio II[15] fece realizzare l’ampliamento da Giuliano Da Sangallo[16] e la cappella dal Bramante, mentre usufruttuario della villa era il cardinale Francesco Alidosi. La villa fu prediletta da Leone X[17] che trascorreva qui lunghi periodi di riposo e fu lui a far completare gli affreschi della cappella (sotto la loggia – all’interno è visitabile la torre campanaria) e della sala delle Muse (ora salone – gli affreschi sono stati staccati e giacciono dei depositi della sovrintendenza, è previsto il ritorno in questa sede) come teatrino. Pio IV[18] fece costruire al centro del cortile la fontana (forse dal Bramante). Le partite di caccia erano alternate con riunioni poetiche, banchetti sontuosi, divertimenti di varia natura.
Nel Seicento la località iniziò a decadere forse per timore della malaria, nel Settecento la villa papale era abbandonata e la zona malarica. Nel 1886 la villa fu restaurata dallo Stato italiano e dal 1957 è di proprietà del Sovrano Militare Ordine di Malta che ne ha fatto una struttura ospedaliera, affiancandola nel 1960-61 all’ Ospedale San Giovanni Battista di Julio Lafuente e Gaetano Rebecchini[19]. Davanti all’ingresso del Castello si vedono le vecchie scuderie.
La via della Magliana tocca la stazione Muratella delle FF.SS., l’area sulla nostra sinistra, oltre la ferrovia, è denominata Magliana Vecchia. Ci si arriva anche dal Castello della Magliana percorrendo via Morselli. Qui si trova il “Parco de Medici” quartiere amministrativo con uffici e sedi legali di importanti aziende italiane, un residence hotel e una multisala la “Warner Village Parco de’ Medici” (18 sale da 270 posti circa, mentre la più grande, la 11 è da 386, 7 sale con schermo grande, le altre super[20]) . Negli ultimi anni ha conosciuto un notevole sviluppo a causa della costruzione della nuova Fiera di Roma e del Parco Leonardo. Questa zona è caratterizzata da un edificio (via Castello della Magliana) dalla curiosa articolazione a triplice ventaglio di Julio Lafuente e Gaetano Rebecchini (1979). Si tratta del palazzo della Esso. Nel 2009 sono iniziati lavori di ristrutturazione che vogliono eliminare la caratteristica forma a ventaglio. Un appello di artisti si è pronunciato contro tale stravolgimento[21].
Si notano anche dei palazzi cilindrici di color rosso chiaro, articolati come altri cilindri sovrapposti, i balconi sono rotondi ed hanno balconi rotondi con balconate in muratura quadrettata, si tratta del Residence Parco de Medici, l’entrata è da via Cesare Giulio Viola. Il palazzo color crema con finestre a strisce continue è l’hotel Holliday Hinn Parco de Medici. Nella stessa strada, il palazzo a listelli verticali di color scuro è sede del World Food Program, bracciooperativo dell’Onu per gli aiuti alimentari, nel 2008 ha fornito alimenti a 88 milioni di persone nel mondo colpite da disastri natuarali o causati dall’uomo. Esiste dal 1963, si è data l’obiettivo di dimezzare la fame nel mondo nel 2015. Il palazzo si compone di tre corpi di fabbrica, i piani dell’edificio non sono perfettamente sovrapposti gli uni agli altri ma, vi è un certo scarto.
Si sottopassa il Grande Raccordo Anulare tra brulle collinette sulla destra e la piana del Tevere a sinistra, dopo un altro rettifilo si giunge a Ponte Galeria per confluire nella via Portuense.
Torniamo a via della Magliana angolo via Impruneta e iniziamo a percorrerla verso il centro della città. In questo tratto è animatissima di traffico e affollata di negozi. Superata via di Villa Bonelli ecco sulla sinistra la:
CHIESA DEL SANTO VOLTO DI GESU’
Via della Magliana, 166.
Dal Colosseo Km 7,2.
Da porta Portese Km 4,5.
La chiesa è opera degli architetti Piero Sartogo[22] e Nathalie Grenon, è stata consacrata il 25 marzo 2006 ed è conosciuta come la chiesa degli Artisti perché per la sua realizzazione hanno collaborato architetti, pittori e scultori di fama nazionale. Insieme alla chiesa delle Vele di Meyer e alla chiesa di Mario Ceroli a Tor Bella Monaca, rappresenta quanto di meglio l’arte moderna religiosa è riuscita ad esprimere a Roma negli ultimissimi anni. “Non c’è a Roma una chiesa che unisca tanti artisti di livello nazionale, abbiamo ripristinato quell’opera corale che è esistita nella storia dell’Italia dei monumenti e chiese”[23]. Per la sua realizzazione sono occorsi tre anni di lavori, il costo è stato di 4 milioni di €[24].
L’edificio è caratterizzato dal taglio che si apre tra l’aula ecclesiale e gli uffici parrocchiali con sale per riunione, in fondo al taglio si trova la croce di Eliso Mattiacci. Altro elemento caratteristico è la semicupola che non poggia sul tamburo ma direttamente sull’edificio, elemento tipico delle moschee.
La chiesa si trova lungo via della Magliana ad angolo con via Caprese, la progettazione dell’edificio ha dovuto tener conto del limitato spazio ad angolo e delle preesistenti case intorno. La chiesa volge il fianco lungo la strada principale. Il sagrato rialzato è stato concepito, a forma di V, per suggerire l’idea che la città comunità può penetrare nello spazio sacro, il sagrato termina nella croce di Mattiacci. I sedili del muro perimetrale lo rendono simile a una piazza. La cancellata di tondini matallici è opera di Giuseppe Uncini.
L’esterno è caratterizzato da volumi netti esaltati dal rivestimento di travertino. Attraverso tre portoni di rame (verdi) si entra nell’edificio sacro.
L’interno è semicircolare, la cupola senza pilastri, dal diametro di 20 metri, è sostenuta da una struttura circolare in acciaio. L’elemento caratteristico dell’interno è la vetrata di Carla Accardi[25] che illumina l’aula e fa da sfondo all’altare. Il tabernacolo della cappella feriale è visibile da ogni parte del tempio. La Via Crucis di Mimmo Paladino[26] è formata da 15 formelle di ceramica smaltata, una in più delle classiche 14, dedicata alla Resurrezione, sviluppa il tema dei quattro elementi (aria, terra, acqua, fuoco). In asse con il rosone della Accardi si trova la sfera di luce che emerge dalle tenebre opera in affresco di Marco Tirelli[27]. La cappella feriale è separata dall’aula principale da una vetrata sempre di Carla Accardi dai contenuti astrali, ha le pareti blu. Chiara Dynys[28] ha realizzato una composizione scultorea luminosa di una frase di Sant’Agostino. Le panche sembrano quelle del nuovo santuario del Divino Amore, sono opera di Caloi, artigiano di Susegana (TV)[29]. Al centro ecco il Christus Pathius in fusione di ghisa opera di Jannis Kounellis[30]. La filigrana con il volto di Gesù è opera di Pietro Ruffo[31]. Il bellissimo calice in argento e con il nodo in porfido è stato donato dall’Arro (Associazione regionale romana orafi) il giorno della consacrazione della chiesa. L’interno della coppa è dorato[32].
Il 30.3.09 la parrocchia ha ricevuto la visita del Papa.
La chiesa è oggetto di visite guidate da parte dell’ordine degli architetti, il 16 novembre 2006 si è tenuta una visita guidata con gli autori della chiesa in occasione dell’ottantesimo dell’ordine degli architetti di Roma.
Riprendiamo il nostro itinerario verso il centro della città. La via della Magliana prosegue a doppio senso di traffico, lascia sulla destra il lungotevere della Magliana, prosegue avendo sul marciapiede di destra la pista ciclabile dorsale Tevere. Fatti 400 metri circa, all’altezza di un semaforo pedonale e di una fontanella si trova la:
CHIESA DI SANTA PASSERA
Sorta su un sepolcro romano e già esistente nell’ VIII secolo dopo Cristo. A questa epoca si fa risalire la traslazione dei corpi di Ciro e Giovanni, per cui la Santa non è mai esistita, si tratta di una storpiatura popolare di Abate Ciro. La chiesa è stata ampliata nel XIII secolo. L’abside ha mensoline in marmo a motivi vegetali e una bifora murata in antico. La chiesa si sviluppa su tre livelli. L’ingresso è sul lato opposto e sopraelevato. Sul semplice portale una finestra con grata in pietra a motivi geometrici e due finestrelle murate. Nell’interno resti di affreschi riproducenti cinque santi dell’VIII o IX secolo. Mentre quelli dell’abside, molto ritoccati sono sono del XIV secolo. Dalla sacrestia si scende nella cripta, forse la chiesa originaria, ad un livello ancora più basso il sepolcro romano con resti di affreschi.
BIBLIOGRAFIA
PER IL QUARTIERE DELLA
MAGLIANA
AA.VV. Roma e dintorni, ed.Tci, 1965.
Claudio Rendina (a cura), I rioni e i quartieri di Roma, ed. Newton&Compton, 1991.
Claudio Rendina - Donatella Paradisi, Le strade di Roma, ed. Newton & Compton, 2003.
AA.VV. Enciclopedia di Roma, Newton & Compton, 2005.
Mario Escobar, Le chiese sconosciute di Roma, Newton, 1992.
Eugenia Dossi (a cura), Enciclopia Universale, ed. Garzanti, 2003. Uno strumento di prima informazione, sempre utile.
PER LA CHIESA DEL
SANTO VOLTO DI GESU’
Lara - Vinca Masini, L’arte del Novecento, dall’espressionismo al multimediale, ed. Giunti, 1989.
Maurizio Calvesi (a cura di), Novecento, arte e storia in Italia, ed. Skira, 2000.
De Vecchi – Negri (a cura di), Enciclopedia dell’Arte, Garzanti, 2002.
Ossola – Caravale – Giammattei – Vacca (coord. scient.), Enciclopedia Biografica Universale, ed. Treccani, 2006.
Rossella Meucci Reale, Roma contemporanea, opuscolo Apt, 2010.
Archivio del quotidiano “la Repubblica”, cronaca di Roma, 24.3.06, 30.3.09.
SITOGRAFIA
PER IL QUARTIERE DELLA
MAGLIANA
www.it.wikipedia.it ottimo per le notizie di base, come sempre.
www.comune.roma.it molte notizie alla voce municipio XV.
www.romasegreta.it utile solo per i riferimenti generali, non sui quartieri fuori dal centro storico.
PER LA CHIESA DEL
SANTO VOLTO DI GESU’
www.architetturadipietra.it riflessioni filosofiche di Massimo Locci e buona descrizione con dati tecnici molto interessanti della chiesa.
www.fogliarini.it descrizione dettagliata e chiara della chiesa.
www.romasette.it informazioni di carattere religioso.
www.parrocchie.it come sopra.
www.sartogoarchitetti.it bellissimo sito dell’autore della chiesa, utile per ricostruire la biografia.
www.dibaio.com ottime foto e descrizione della chiesa.
www.oraforomana.it per il calice della chiesa.
www.foglidarte.com per l’inquadramento delle chiese contemporanee di Roma.
[1] Origine nome Magliana. Questa seconda ipotesi da it.wikipedia.org voce Magliana.
[2] Claudio. Imperatore romano dal 41 al 54. La tradizione lo rappresenta dominato dai liberti e dalle mogli: Messalina e Agrippina. Compì opere pubbliche come l’acquedotto che porta il suo nome e segue per un certo tratto via del Mandrione e il parco degli Acquedotti a Cinecittà. Realizzò un nuovo porto a Ostia. Completò la conquista della Britannia nel 44. Morì avvelenato forse dalla moglie Agrippina di cui aveva adottato il figlio Nerone.
[3] Urbano VIII. Maffeo Barberini (Firenze1568 – Roma1644). Papa dal 1623. Difensore dell’ortodossia cattolica (processo a Galileo nel 1633, condanna del giansenismo nel 1643). Grande mecenate e nepostista estese il dominio pontificio al ducato di Urbino nel 1631. Fu impegnato nella guerra di Castro nel 1641-44. Commissionò a Bernini e Borromini la costruzione del palazzo Barberini.
[4] Giulio II. Giuliano Della Rovere (Albisola 1443 – Roma 1513), papa dal 1503. Nipote di Sisto IV, riorganizzò lo stato della chiesa, convocò il concilio, promosse la lega di Cambrai contro Venezia e la lega santa contro i francesi. E’ il papa che diede incarico a Michelangelo di decorare la Cappella Sistina (anche la statua di Mosè doveva essere parte della sua tomba).
[5] Patto d’obbligo per i costruttori della Magliana. La notizia da it.wikipedia.org alla voce Magliana.
[6] Anni Ottanta e Novanta, sindaci: Francesco Rutelli (1993-2001) e Walter Veltroni (2001-2008).
[7] Ilary Blasi (1981) showgirl e conduttrice televisiva italiana, nel 2005 ha sposato il calciatore della Roma Francesco Totti, dal quale ha avuto due figli. Nel 2006 ha condotto il festival di Sanremo con Panariello. Dal 2007 presenta “Le iene” su Italia Uno.
[8] Vicopisano. Comune in provincia di Pisa di 8.000 ab.
[9] Impruneta. Comune in provincia di Firenze di 15.000 ab. famoso per la lavorazione delle terracotte.
[10] Certaldo. Comune in provincia di Firenze di 16.000 ab. patria di Boccaccio, se ne conserva la casa.
[11] San Gregorio Magno. Primo papa con questo nome (540-604) papa dal 590. Avviò la cristianizzazione dei Longobardi e degli Anglosassoni presso i quali inviò Agostino di Canterbury (596). Sostituì a Roma l’autorità bizantina con quella papale. Scrisse omelie, opere morali e agiografiche, la festa ricorre il 12 marzo. La chiesa di San Gregorio al Celio fu fondata dai lui, mentre la chiesa di San Saba nell’omonimo rione fu fondata da santa Silvia madre di Gregorio.
[12] Funivia della Magliana. Il progetto da “la Repubblica” del 10.07.07.
[13] Damaso. Papa dal 366, lottò insieme all’imperatore Teodosio contro le eresie avvalendosi dell’aiuto di Sant’Ambrogio. E’ proclamato santo dalla chiesa cattolica, l’11 dicembre è la sua memoria. Commissionò a San Girolamo la traduzione della Bibbia. Si adoperò affinchè le catacombe non cadessero nel dimenticatoio, man mano che rintracciava le tombe dei martiri e dei santi vi apponeva le epigrafi da lui stesso dettate. Per questo è patrono degli archeologi.
[14] Innocenzo VIII. Giovanni Battista Cybo (Genova 1432 – Roma 1492), papa dal 1484. Appoggiò la congiura dei baroni contro Ferdinando I d’Aragona, alleato di Lorenzo Il Magnifico ne creò cardinale il figlio tredicenne poi papa Leone X.
[15] Giulio II. Giuliano Della Rovere (Albisola 1443 – Roma 1513) papa dal 1503. Nipote di Sisto Iv, succedette a Pio III. Riorganizzò la Stato, convocò il concilio ecumenico Lateranense, promosse la lega di Cambrai contro Venezia e quella Santa contro la Francia. Pose la prima pietra della nuova basilica di San Pietro, incaricò Michelangelo di dipingere il soffitto della Cappella Sistina e di fare la sua tomba (Mosè). Martin Lutero nel suo viaggio a Roma lo conobbe.
[16] Giuliano da Sangallo. (Firenze 1445-1516), architetto, scultore e ingegnere militare, figlio di un intagliatore di mobili. Il fratello Antonio da Sangallo il Vecchio e il nipote Antonio da Sangallo il Giovane furono architetti anch’essi. La sua opera più celebre è la villa di Poggio a Caiano (1480), a lui è attribuito il Castello di Ostia e la fortificazione di Grottaferrata.
[17] Leone X. Giovanni de’ Medici (Firenze 1475 – Roma 1521) papa dal 1513. Si adoperò per il ritorno dei Medici a Firenze. Fu grande mecenate, si alleò con i francesi nei primi anni del suo pontificato, appoggiò l’elezione imperiale di Carlo V assecondandone poi la politica. Promosse la vendita delle indulgenze e fu criticato da Martin Lutero nel 1517, successivamente pronunciò la scomunica a Lutero (1520). Famoso un suo ritratto opera di Raffaello.
[18] Pio IV. Giovanni Angelo Medici (Milano 1499-Roma 1565) papa dal 1559. Convocò per la terza volta il concilio di Trento approvandone i decreti conclusivi (1564). Coadiuvato dal nipote Carlo Borromeo avviò la riforma della curia.
[19] Julio Lafuente e Gaetano Rebecchini. Nati rispettivamente nel 1921 e nel 1924. Hanno progettato e realizzato il collegio Massimo all’Eur, l’ippodromo di Tor di Valle negli anni 1959-60. Oltre alle opere qui menzionate.
[20] Multisala Warner Village tutte le notizie da “la Repubblica”, cronaca di Roma, del 12 giugno 2010.
[21] Palazzo Esso. Lavori di ritrutturazione. Le notizie delle proteste da: “la Repubblica” del 28.03.09.
[22] Piero Sartogo. Nato nel 1934. Dopo gli studi alla facoltà di architettura di Valle Giulia si è laureato nel 1961. Ha svolto il tirocinio presso Walter Gropius, la sua prima opera importante è stata la casa dell’Ordine dei Medici di Roma in via G. De Rossi, è stato docente alla facoltà di architettura di Roma e visiting professor in Virginia, California e altre università americane. Dal 1981 lavora con Nathalie Grenon. Sono titolari di uno studio a Roma e uno a New York. Ha progettato il complesso direzionale OCSE di Parigi, il nuovo comparto urbano di Siena, il centro direzionale di Bergamo, nel 1993/2001 l’ambasciata d’Italia a Washington (realizzata), il palazzo della Banca di Roma a New York (realizzato), l’insediamento urbano universitario Bertalia Lazzaretto a Bologna (adottato 2007), il teatro dell’Opera di Cardiff in Galles nel 1994. Oltre a questa attività di architetto e urbanista ha realizzato tutti gli show rooms Bulgari, fra cui quello nella Fifth Avenue a New York nel 1989. Cantine di vinificazione in Maremma e in Chianti, come la cantina dei conti Frescobaldi a Montalcino realizzata nel 2003. Nathalie Grenon è nata in Canada, ha studiato a Bruxelles, è giunta a Roma per studiare restauro di monumenti e centri storici, è iscritta all’albo degli architetti di Siena.
[23] Dichiarazione di Piero Sartogo da: romasette.it.
[24] Costo e tempi di realizzazione della chiesa da: la Repubblica del 24.3.06. Prima della costruzione di questo edificio la chiesa era alloggiata in alcuni locali ad uno negozi in via Caprese angolo via della Magliana Nuova dal 1975 come cappella della chiesa di San Gregorio Magno. Divenne parrocchia nel 1985 con il nome di San Massimiliano Kolbe. Il 14 febbraio 2001 prese il nome attuale. A questa parrocchia appertiene la chiesa di Santa Passera risalente al IX secolo, sorta su preesistenze romane. Da parrocchie.it.
[25] Carla Accardi. Nata a Trapani nel 1924. Vive a Roma dal 1946. Fu tra le fondatrici del gruppo astrattista romano Forma 1. Dopo l’iniziale post cubismo alla metà degli anni Cinquanta è approdata a una pittura in cui la radicale riduzione cromatica al bianco e nero si accompagna all’elaborazione del segno come elementare forma espressiva, quasi ideogrammatica. “L’artista ha studiato la calligrafia orientale”: “Senza Capogrossi non avrebbe creato i suoi quadri” (Sandra Pinto alla visita guidata alla Gnam). L’adesione al gruppo Continuità (1961) è coincisa con una ripresa del colore in bicromie a effetto ottico (Blurosso, 1963, Torino, Galleria d’Arte Moderna), con la sperimentazione di materiali industriali (Vernici fluorescenti e plastiche trasparenti su cui fluttuano segni colorati) e con lavori di tipo ambientale (Tende, Rotoli, Ambienti). La dialettica tra tra istallazione e recupero della centralità del quadro ha caratterizzato la sua ricerca negli anni Settanta. Il marito è l’artista Antonio Sanfilippo.
Opere di Carla Accardi si trovano alla Farnesina. Una mostra antologica su Carla Accardi si è tenuta al Macro dal 18 settembre al 9 gennaio 2005. Da: De Vecchi – Negri, Enciclopedia dell’Arte Garzanti, 2002.
[26] Mimmo Paladino. Nato a Paduli nel 1948, è stato tra i principali esponenti della Transavanguardia, movimento fondato da Achille Bonito Oliva nel 1980 che proponeva un ritorno alla pittura dopo l’arte Concettuale degli anni Settanta. Nel 1980 partecipa alla Biennale di Venezia con Sandro Chia, Francesco Clemente, Enzo Cucchi e Nicola De Maria. Nella sua pittura è stata vista l’eco di Matisse e Klee e il dinamismo di Kandinskij. Espone ancora alla Biennale nel 1986 e nel 1988 su invito con una sala personale. Espone a Documenta 7 di Kassel nel 1882. Dall’83 alle immagini dipinte ha associato oggetti di recupero. Dal 1985 passa alle immagini tridimensionali. Nel 1985 si tiene la prima retrospettiva dell’artista a Monaco di Baviera. Nel 1990 a Gibellina espone la “Montagna di sale” che riproporrà nel 1995 a piazza del Plebiscito. E’ il primo italiano invitato ad esporre a Pechino alla Galleria Nazionale di Belle Arti nel 1995. Dal 1999 è membro onorario della Royal Academy di Londra. Nel 2001 realizza un mosaico per il nuovo museo dell’Ara Pacis. Nel 2006 ha realizzato la riqualificazione della piazza de’ Guidi a Vinci, nel 2008 ha ideato quattro teloni di copertura per il campanile del duomo di Modena detto la Ghirlandina in restauro, tali lavori dovrebbero finire nel 2010. Il 28 giugno 2009 nell’ambito dell’iniziativa Porta di Lampedusa Porta d’Europa ha realizzato una memoria per i migranti morti in mare. Opera con poeti e musicisti come Edoardo Sanguineti, Lucio Dalla e Peppe Servillo degli Avion Travel. Nelle sue opere si nutre del mitico, dell’ancestrale, scolpisce figure totemiche arcaizzanti con riferimenti all’arte egizia, etrusca e paleocristiana.
[27] Marco Tirelli. Nato a Roma nel 1956, ha studiato all’Accademia di Belle Arti di Roma diplomandosi in scenografia con Toti Scialoja. La sua prima personale del 1978 si è tenuta a Milano ha aderito all’informale, poi il suo linguaggio è diventato formale e cromatico, essenziale e austero, in cui un elemento geometrico è ripetuto, accostato e sovrapposto o isolato ma emerge attraverso una luce soffusa. Dal 1984 ha iniziato un sodalizio con la Galleria l’Attico di Roma di Fabio Sargentini oggi in via del Paradiso presso Campo de Fiori. Alla metà degli anni Ottanta ha trasferito il suo studio nell’ex pastificio Cerere nel quartiere romano di San Lorenzo. La Biennale di Venezia gli ha dedicato una sala personale nel 1990, la Quadriennale di Roma lo ha invitato ad esporre nel 1986 e nel 1996. Ha esposto alla Biennale di San Paolo del Brasile nel 1991. Un suo quadro di cm 50x40 è quotato 5.000€ (da: arsvalue.com).
[28] Chiara Dynys. Nata a Mantova nel 1958, vive e lavora a Milano. Si dedica inizialmente alla pittura resa materica e cromatica dall’uso di sabbia e pigmenti, ben presto evolve in forme tridimensionali geometriche d’ordine matematico. Espone in varie città europee e a New York. Partecipa alla XII Quadriennale di Roma nel 1992-6, nel 2007 le viene dedicata una antologica alla Rotonda Besana di Milano. Da: exibart.com.
[29] Panche. Da: dibaio.com.
[30] Jannis Kounellis Nato al Pireo di Atene nel 1936, si è trasferito a Roma nel 1956 per frequentare l’Accademia di Belle Ati e vi ha debuttato nel 1960 alla Galleria La Tartaruga con la serie pittorica degli Alfabeti, costituita da lettere, numeri, frecce e altri simboli dipinti a tempera mera su tela bianca, poi “cantati” dall’artista.
Dalla metà degli anni Sessanta, l’adozione di materiali naturali - legno, cera, piombo, terra, fiori, sacchi di iuta contenente carbone, granaglie, semi di caffè – lo ha accomunato alle coeve ricerche dell’arte povera. Nell’ambito della riflessione tra arte e natura ha utilizzato anche animali vivi come espressione di energia vitale – dal quadro con il pappagallo sul trespolo (1967), ai cavalli esposti alla Galleria romana l’Attico (1969).
Negli anni ha continuato ad arricchire il proprio vocabolario formale di elementi carichi di suggestioni antropologiche e mitologiche: frammenti di calchi e piete, fiamme ossidriche (Margherita di fuoco, 1967), tracce di fuliggine, traversine di legno o acciaio, sassi utilizzati per ostruire porte e finestre. Da: De Vecchi – Negri, Enciclopedia dell’Arte Garzanti, 2002. Una sua opera è al Museo Nazionale di Capodimonte a Napoli, una sala è piena di grandi vasi, ai lati sacchi appesi alle pareti tramite enormi ganci in ferro (dicembre 2005).
[31] Pietro Ruffo. Nato a Roma nel 1978, vive e lavora nell’ex pastificio Cerere del quartiere San Lorenzo a Roma. L’artista caratterizza la sua opera per il forte impegno sociale e morale. Ha esposto alla Galleria di Pino Casagrande un lavoro frutto di un periodo di convivenza con i bambini reduci dell’esperienza terroristica di Beslan. Nel 2009 alla Galleria Lorcan O’Neill di Trastevere ha esposto un’opera frutto dell’incontro con i malati del centro di salute mentale di Colmar in Alsazia (Francia), tale lavoro è stato collocato all’ingresso del nuovo edificio. Nel 2004 ha lavorato sul tema di sei grandi bandiere di stati mediorientali dove sono in corso conflitti etnico religiosi. Nel 2010 ha esposto al Macro di via Reggio Emilia con un altro giovane: Valentino Diego (telai di biciclette). Da: tecnmedia.net.
[32] Calice. Da: oraforomana.it.