VIA APPIA ANTICA
VISITIAMO LA PRIMA E PIU'
IMPORTANTE TRA LE GRANDI STRADE
COSTRUITE DAI ROMANI
“Per tutta la sua lunghezza, la via Appia era un monumento unico da custodire religiosamente intatto, per la sua storia e le sue leggende, per le sue rovine e per i suoi alberi, per la campagna e per il paesaggio, per la vista, la solitudine, il silenzio, per la sua luce, le sue albe e i suoi tramonti… Andava custodita religiosamente e salvata, perché per secoli uomini di talento di tutto il mondo l’hanno amata, raccontandola, dipingendola, cantandola, e trasformandola così in realtà fantastica, in un monumento dello spirito, creando l’opera d’arte di un’opera d’arte: la via Appia era intoccabile, come l’Acropoli di Atene”.
Antonio Cederna
“Ansioso di volgere i passi
Là dove, per un noto sentiero,
si snoda l’Appia,
regina delle lunghe vie”.
Publio Papinio Stazio, Selve,
traduzione di Luca Canali, Locarno 2000.
STORIA
La via Appia, la "Regina viarum" dei romani, fu un'opera imponente fatta costruire da Appio Claudio Cieco (percorse a piedi scalzi un tratto di strada per verificare che i lastroni fossero ben essi senza spazzi tra uno e l’altro) nel 312 a.C. per congiungere Roma con Capua1 senza seguire le vie naturali, anticipando così il concetto di autostrada. Vennero lasciati i centri abitati intermedi (provvisti però di appositi raccordi) e mirava dritto alla meta. La via fu perciò realizzata superando grosse difficoltà naturali, come le paludi Pontine, con importanti opere di ingegneria. Il tratto da Cisterna a Terracina è un unico rettifilo di circa Km 50, la cosiddetta “Fettuccia di Terracina”. La strada fu un modello per le successive. In seguito venne lastricata di selci e prolungata (verso il 190 a.C.) fino a Benevento e Venosa (fondata con 20.000 coloni romani), ancora dopo fino a Taranto e Brindisi divenendo la strada per l'Oriente. Il tratto Benevento Taranto Brindisi perse importanza quando venne sostituito dalla via Appia Traiana che toccava invece Aecaes (Troia), Canusium (Canosa), Barium (Bari). Con questa strada era possibile andare da Roma a Brindisi in 13/14 giorni lungo un percorso di 365 miglia2 pari a poco meno di 540 Km. Era la più importante delle vie consolari anche per gli splendidi monumenti sepolcrali che sorgevano ai lati di essa. Conservatasi fino al VI secolo, dopo la decadenza dell'impero rimase a lungo inutilizzata e si deve a Pio VI Braschi (fine Settecento) la sua riapertura.
All'occupazione francese si deve la prima proposta di creare un parco archeologico (1809). A Pio VI Braschi si devono i lavori per il restauro della via, ma fu Pio VII Chiaramonti ad affidare ad illustri studiosi il compito di restaurare i monumenti ai lati della strada, tra questi Antonio Canova, ma soprattutto l’archeologo Luigi Canina3 che dà alla strada l’aspetto attuale. Canina invita a collaborare al progetto anche l’illustre padre gesuita Angelo Secchi, grande astronomo. Utilizzò Cecilia Metella e Frattocchie per misurare la base geodetica, ovvero il lato su cui poggia la topografia di una regione. Una targa posta sulla torre di Capo di Bove ricorda questo esperimento.
Il PRG del 1965, a seguito delle accese battaglie di Italia Nostra e dell'INU (Istituto Nazionale di Urbanistica) vincolò a parco pubblico l'intero comprensorio dell'Appia Antica. Antonio Cederna parlò di gangster dell’Appia in un articolo pubblicato su Il Mondo dell’8 settembre 1953, denuncia la presenza di una pompa di benzina a due passi dal Quo Vadis. Si può considerare il padre spirituale del parco dell’Appia Antica. Qui sorgono le ville di Franco Zeffirelli, Carlo Ponti e Sophia Loren, di Gina Lollobrigida. Si riesce a bloccare la costruzione di un quartiere a villa dei Quintili, Giulio Onesti, presidente del Coni, presenta un progetto di costruire uno stadio sopra le catacombe di San Callisto. La lotta degli ambientalisti, guidati da Antonio Cederna, ha portato nel 1988 alla creazione del parco Regionale dell'Appia Antica4 (che comprende i primi 16 Km della via Appia Antica) che ha gli strumenti per la tutela e valorizzazione di questa strada e del territorio che la circonda (Caffarella, parco degli Acquedotti, parco di Tor Fiscale, parco della Farnesiana) per circa 3.500 ettari5.
In occasione dell'Anno Santo del 2000 la via è stata sottoposta a importanti lavori di manutenzione, sono stati riportati alla luce tratti del basolato romano e restaurati molti dei monumenti ai lati. E’ stata realizzato un tunnel del GRA della lunghezza di 1.150 metri che sottopassa l’Appia Antica e permette di riunire la strada ripristinando l’unità paesaggistica del territorio. Dopo Cecilia Metella la strada è chiusa sempre alle automobili, tranne per i residenti. E' stata compiuta un'opera di salvaguardia del paesaggio facendo passare in galleria il GRA nel tratto in cui incrociava e interrompeva la via. Nel 2006 è stata aperta villa Cederna (civico 222) nella ex villa Bove (una villa privata degli anni Cinquanta), acquisita nel 2002 per 1,5 milioni di euro, 8.500 mq di terreno, ospita l'archivio Cederna che contiene 4.000 pezzi, anche ricordi personali come un quaderno di IV elementare. Ad agosto del 2011 sono state impiantate delle telecamere per il controllo di eventuali incendi (anche in Caffarella). Nell’agosto 2021 è stato ampliato il parco dei Castelli Romani di 780 ha nei comuni di Ciampino e Marino che lo unisce al parco dell’Appia Antica (15.000 ha + 4.500 ha). Nel maggio 2022 il ministro della cultura Franceschini presenta la candidatura del parco dell’Appia Antica come sito Unesco.
La via Appia era lastricata con grandi lastroni o basoli di pietra basaltica di forma variamente poligonale. La carreggiata aveva una larghezza standard di 14 piedi romani uguale a m 4,15 circa sufficienti a consentire il passaggio contemporaneo di due carri nel doppio senso di marcia. Due marciapeiedi in terra battuta delimitati da un cordolo di pietra (crepidine) e larghi ognuno almeno un metro e mezzo fiancheggiavano la carreggiata.
Ogni sette o nove miglia nei tratti più frequentati (= Km 10-13) e ogni 10 o 12 miglia (= Km 14-17) in quelli meno importanti si allineavano lungo la strada le stazioni di posta per il cambio dei cavalli (stationes) unitamente a luoghi di ristoro e di alloggio per i viaggiatori (mansiones). In prossimità dei centri abitati la strada era fiancheggiata da grandi ville e soprattutto da tombe o monumenti funerari di vario genere.
ITINERARIO
PORTA SAN SEBASTIANO
La più imponente e tra le meglio conservate delle porte di Roma. Il nome originario era ovviamente porta Appia perchè da lì passava la regina viarum che iniziava da Porta Capena delle mura Serviane. Ebbe vari nomi porta Accia dal fiume Almone o Accia, poi porta Domine Quo Vadis, solo dopo la metà del XV secolo prese il nome attuale perchè conduceva alla basilica e alle catacombe di quel santo.
Inizialmente aveva due porte tra due torri semicilindriche con copertura in travertino. In seguito le due torri furono ampliate e collegate all'arco di Druso in modo da formare un cortile interno e controporta. Ma fu con Onorio6 che prese l'aspetto attuale, ebbe un solo fornice, fu dotata di un attico rialzato nel quale si aprono due file di sei finestre ad arco e venne fornita di un camminamento di ronda scoperto e merlato. Le due torri ebbero una base quadrata rivestita di marmo. Stranamente mancano lapidi commemorative.
Nelle vicinanze della porta esisteva un parcheggio per i mezzi di trasporto privati, una specie di parcheggio di scambio, ovviamente per chi poteva permetterselo. Sullo stipite sinistro della porta è incisa la figura dell'Arcangelo Michele mentre uccide un drago, a fianco si trova un'iscrizione in latino medioevale in caratteri gotici in cui viene ricordata la battaglia combattuta il 29 settembre 1327 (giorno di San Michele) dai romani ghibellini contro i guelfi del re di Napoli Roberto d'Angiò.
Vi sono inoltre molte scritte incise dai pellegrini almeno fino al 1622, sono in parte leggibili, di fronte all'angelo c'è il monogramma di Cristo JHS con la croce sopra l'H, un certo Giuseppe Albani ha scritto tre volte il suo nome, fuori dalla porta a sinistra c'è anche una indicazione stradale: "DI QUA SI VA A S.GIO..." qualcuno o qualcosa l'ha interrotto.
In occasione dell'ingresso in Roma dell'imperatore Carlo V Antonio da Sangallo addobbò la porta e tutto il percorso fino al Campidoglio con statue, colonne fregi. L'avvenimento è ricordato dalla scritta sopra l'arco: "CARLO V ROM. IMP. AUG. III. AFRICANO". Un altro corteo trionfale fu quello del 4 dicembre 1571 in onore di Marcantonio Colonna il vincitore della battaglia navale di Lepanto, in tale corteo sfilarono 170 prigionieri turchi in catena.
Sulla sinistra ci sono i segni di una posterula (porta secondaria), gli stipiti non presentano segni di usura come se fosse stata usata pochissimo e poi richiusa.
Nei primi anni Quaranta gli ambienti interni furono trasformati in casa di piacere dal gerarca fascista Ettore Muti, allora segretario del partito, di quella sistemazione rimangono i mosaici in bianco e nero.
Oggi gli spazi interni ospitano il Museo delle Mura che documenta con modelli e materiale ritrovato nei lavori di restauro la storia millenaria delle mura. Il museo fu aperto al pubblico in via definitiva nel 1984 (gli ambienti era aperti al pubblico in maniera non continuativa), con l'attuale allestimento nel 1990. In occasione dei lavori di restauro compiuti in vista dell'Anno Santo è stata resa accessibile al pubblico la terrazza della torre Ovest tramite una scala a chiocciola. Vi si sono tenute anche mostre di artisti contemporanei. E’ possibile percorrere un camminamento coperto di circa 400 metri che congiunge con la via Cristoforo Colombo (è stato chiuso per problemi di stabilità delle mura stesse dal 3 maggio 2011 per un lungo periodo). E' aperto tutti i giorni dalle ore 9 alle 14, chiuso il lunedì.
Il 7 dicembre 1869 arrivò a Roma la principessa Sissi, sposa di Francesco Giuseppe d’Austria, passò da qui per partecipare ad una caccia alla volpe sull’Appia Antica, ne avvistarono tre ma non ne catturarono alcuna. Da Emiliani, Roma capitale malamata, ed. Mulino, pag. 50.
Subito sulla sinistra una simpatica FONTANELLA che usa come vasca un sarcofago romano, sulla fronte il rilievo funerario di un uomo e una donna. Sulla destra uno degli ingressi alla tenuta dell'ambasciata della Repubblica Federale della Germania detta Villa San Sebastiano. Si segue la strada in discesa detta anticamente clivo di Marte per il tempio che è stato recentemente ritrovato. Incassata nel muro di destra si trova
LA COLONNA DEL PRIMO MIGLIO
con iscrizioni di Vespasiano e di Nerva, si tratta di una copia perché l'originale si trova sulla balaustra di piazza del Campidoglio. Si procede in discesa, si sottopassa la via Cilicia e la linea ferroviaria per l'aeroporto di Fiumicino e per Pisa. Nei lavori per la costruzione del viadotto che collega via Marco Polo con via Cilicia è stato rinvenuto un sepolcreto che è recintato e non visitabile. Ormai siamo in pianura, a destra si stacca via della Travicella (da Traversella o Traversa) che negli anni Cinquanta portava fino alla Garbatella, subito dopo altra deviazione per il GRUPPO STORICO ROMANO Scuola di Gladiatori con museo storico didattico dei legionari romani (si tratta di ricostruzioni moderne di macchine da guerra). Quasi di fronte si trova un casolare che ingloba i resti del cosiddetto “Sepolcro di Orazio”. Ancora più avanti - dove una volta era il ristorante francese Escargot - si trova la sede dell'associazione Roma sotterranea, segue il ristorante Quo Vadis in abbandono, di fronte il bellissimo vivaio "Idea Verde".
Sulla sinistra ecco
IL FIUME ALMONE
che proprio in questo tratto risulta incassato e poco oltre finisce ingloriosamente intubato.
L’Almone nasce dalle pendici dei Colli Albani dalla sorgente Ferentina nel comune di Marino, ha una lunghezza di 22 Km, è l’affluente più lungo del Tevere dopo l’Aniene. Era conosciuto con vari nomi. Il fosso che corre lungo l’Appia (il fosso dell’Acqua Mariana) viene deviato, all’altezza del circolo di Golf dell’Acqua Santa, nell’Almone negli anni Settanta.
Per gli antichi romani il fiume Almone veniva identificato con una divinità, il dio Almone, che dava l'acqua o la siccità come egli desiderava. Aveva un culto importante, il suo rito si svolgeva ogni anno il 27 marzo proprio dove le sue acque sfociavano nel Tevere. Dal Palatino, dove c'era il tempio della Magna Mater (la dea Cibele, divinità anatolica, simboleggia la natura creatrice e distruttrice, madre degli dei), si portava il simulacro della dea con una solenne processione fino alla via Ostiense, l'immagine veniva immersa nell'acqua del fiume insieme agli arnesi del culto. La cerimonia rievocava un episodio della Roma repubblicana narrato da Tito Livio. Nel 205 a.C. a causa di una calamità naturale, una delegazione di autorità romane, dopo aver consultato i libri sibillini, si recò al santuario di Cibele a Pessinunte, in Asia Minore. Al rientro a Roma, la nave che trasportava il simulacro della dea si incagliò nel punto della confluenza dell’Almone nel Tevere. Riprese la navigazione dopo una cerimonia di purificazione che da allora venne ripetuta ogni anno. Invece nel fondovalle, alle idi di luglio, arrivavano i cavalieri romani ed eseguivano una cavalcata in onore di Marte Gradivo in ricordo della battaglia del lago Regillo (493 a.C.). Il nome Almone deriva - secondo l'Eneide - dall'eroe troiano Almo, figlio di Tirro, custode degli armenti dell'esercito di Enea, morto nella guerra con i latini. Fu il primo morto nella guerra con i latini.
Quasi di fronte si trova
L'EX CARTIERA LATINA
al civico 32, dal 1998 sede del parco Regionale dell'Appia Antica, è attivo un centro visitatori dove è possibile usufruire di numerosi servizi, è centro espositivo e sede di convegni. Una vasta sala convegni è intitolata ad Antonio Cederna. Già sede della biblioteca della Bicicletta Lucos Cozza, oggi è sede della Biblioteca “Fabrizio Giucca”7, aperta il lun. mer. ven. dalle ore 9,30 alle ore 13,30 e il mer. gio. dalle 9,30 alle ore 16,30 (settembre 2021). Contiene circa 3.000 titoli, su archeologia e beni culturali da un lato e su natura e aree protette su un altro con particolare riferimento al parco dell’Appia Antica.
Storia. Dal medioevo questo luogo ha avuto una spiccata vocazione artigianale per la presenza del fiume. Un documento del 1081 attesta la presenza nell’area di impianti per la follatura8 dei tessuti di lana fondata sullo sfruttamento del flusso delle acque della Marrana. Nel XV secolo tali strutture sono chiamate gualchiere o valche dal termine logobardo “walkan” rotolare. Il termine valca veniva utilizzato prevalentemente per gli impianti per la follatura della lana, a volte anche per le cartiere. Quando nel 1656 Roma venne colpita dalla peste, la valca d’Acquataccio, qui localizzata, fu utilizzata per la disinfezione delle lane dei materassi. Nel 1677 il modenese Domenico Atimani acuqistò dai fratelli Muti duchi di Rignano la valca d’Acquataccio e gli edifici annessi al prezzo di 2000 scudi e ne cedette il libero uso ai Cappucci per valcare e purgare tutte le pezze di panno di lana e le coperte che si fabbricavano nel loro convento di Santa Maria della Concezione in via Veneto.
Il 16 dicembre 1804 la valca d’Acquataccio fu concessa a Giuseppe Pericoli che ottenne il permesso di trasformare la valca in mola per marinare la vallonea. La polvere estratta dalle ghiande della quercia vallonea era utilizzata nella concia delle pelli, poiché conteneva buone quantità di tannino. I Cappuccini ricevettero in cambio della mancata valcatura un compenso di 15 scudi annui.
Un documento del 1855 cita la valca ma lo stesso atto parla anche di mola, i due termini sono usati come sinonimi. In un documento del 1875 la mola viene definita “molinello da colori”. L’impianto era stato adattato alla macinazione di colori destinati alle fabbriche di ceramiche. Tale struttura rimase di proprietà dei Cappuccini fino al 1912, anno in cui fu intestata a Giuseppe Borghese principe di Poggio Nativo (Rieti).
Nel 1919 al civico 12 dell’Appia Antica era attestata una porzione di casa ad uso cartiera con caldaia a vapore a tre motori elettrici della forza complessiva di 67 Ampere, con corte annessa: il proprietario era il principe Giuseppe Borghese. Il 21 settembre 1923 si costituì la Società Anonima per Azioni Cartiera Appia”, dal 10/1/1931 divenne Società Anonima Cartiera Latina, mentre la proprietà degli immobili era passata a Loreto Costnatini e Enrico Zuanelli. Negli anni Trenta nella cartiera lavoravano 40 operai e l’azienda produceva carta di qualità per l’editoria dagli stracci di cotone. Dal 1937 lavorò per qualche anno alla Cartiera, come ragazzo di macchina, con salario di 30 lire a settimana, un giovanissimo Claudio Villa, la cui famiglia abitava in quegli anni sulla via Ardeatina. Dal PRG del 1931 la cartiera si trovava nell’area di rispetto dell’Appia Antica che configura il futuro parco.
Nel 1966 lo stabilimento occupava 60 operai e produceva anche sacchetti di carta. Nel 1971 venne emanato dal Comune di Roma un decreto di esproprio in quanto ricadeva nella zona N – Verde Pubblico del PRG. La chiusura dell’impianto avvenne nel 1986.
Le lavorazioni. Sul finire degli anni Quaranta, a causa del crescente inquinamento dell’Almone si passò all’uso degli stracci alla carta da macero che giungeva alla cartiera confezionata in balle. Il materiale passava alla cottura o lisciviazione, che avveniva in contenitori sferici rotativi con liscivio contentente soda caustica o calce viva a 120°-130°. Dopo la cottura la carta da macero passava nella molazza che, sotto la pressione delle sue pesanti ruote di granito, provvedeva ad una prima gorossolana sfilacciatura delle fibre. Successivamente l’impasto veniva messo nelle pile olandesi (vasche piene d’acqua in cui ruotava un cilindro a coltelli che, sfiorando altre lame fisse, riduceva il materiale in filamenti) per una più fine lavorazione delle fibre, con l’eventuale aggiunta di colla e/o colere e/o sbiancante. In seguito l’impasto veniva versato nella tine di macchina per un’aggiunta finale di acqua, tale da renderlo sufficientemente liquido per essere depositato uniformemente, per depressione, nelle tele di rame dei tamburi rotanti della macchina continua. La pasta da carta passava quindi alla macchina continua, distinta in parte umida e seccheria, da cui usciva il telo di carta avvolto su se stesso in bobine. L’ultimo passaggio era alla calandra, che lisciava perfettamente la superficie della carta o se necessario la lucidava. A seconda delle richieste la carta veniva tagliata in vari formati da una taglierina continua.
I prodotti della Cartiera Latina erano distribuiti su tutto il territorio nazionale.
Dall’abbandono alla rinascita. Entrata a far parte del Demanio Comunale la struttura è caduta in abbandono. Nel 1998 è stata concessa all’Ente Parco Regionale dell’Appia Antica, con l’obiettivo di farne la sede del Parco stesso e dei servizi di accoglienza. La Cartiera ricopre un’area di 8.444 mq di cui 2.913 coperti. Gli uffici sono stati realizzati tra il 1998 e il 1999 riutilizzando gli uffici della cartiera. I lavori di restauro sono stati terminati nel 20109 con una spesa di 2,8 milioni di euro. Oggi il complesso è dotato di due sale espositive, una sala conferenze, uno spazio didattico espositivo per scuole e famiglie. Uno spazio verde esterno ospita un orto didattico e un’area dedicata alle tradizioni della campagna romana.
Tutte le notizie di questo paragrafo dedicato alla Cartiera Latina sono prese da pannelli illustrativi posti nella cartiera stessa e visionati nell’ottobre 2013.
Nei pressi, sempre sulla destra, si trova l’osteria Priscilla (via Appia Antica 68) di antichissima origine. Hai foto d’epoca, di quando si chiamava osteria Acquataccio.
Ancora più avanti ma sulla sinistra ecco
IL SEPOLCRO DI GETA
erroneamente attribuito al figlio di Settimio Severo fatto uccidere dal fratello Caracalla. In origine a più piani sovrapposti e decrescenti, la tomba è ora ridotta a un nucleo di calcestruzzo, sul quale è stata costruita una casetta nel Cinquecento. Subito prima del sepolcro e alle spalle di esso è stata rinvenuta negli ultimi anni il santuario di Marte di cui le antiche fonti ci parlano.
Segue sulla destra una fontanella, una entrata al parco Scott, si tratta di un sentiero in terra battuta che ufficialmente si chiama circonvallazione Ostiense. Di fronte un vecchio capannone industriale già sede della Hyundai. Ancora avanti un UFFICIO INFORMAZIONI DELL'ENTE PARCO con noleggio bici e un bar denominato "L'incontro". Al di sopra una casa abbandonata.
Subito dopo c'è l'ingresso al parco Scott e punto migliore per vedere il sepolcro di Priscilla. Nella vietta si nota un casolare abbandonato. Prima del bivio si nota sulla destra una osteria abbandonata che era anche una pompa di benzina.
Siamo giunti ad un bivio, a sinistra si vede un vecchio cartello stradale che indica il Santuario Divino Amore, la particolarità deriva dal fatto che ha tanti piccoli catarifrangenti. A destra si stacca la via Ardeatina. All'incrocio si trova l'ingresso alle catacombe di San Callisto, di fronte ecco la famosissima
LA CHIESETTA DEL QUO VADIS
o Santa Maria in Palmis rifacimento seicentesco di una cappella eretta nel IX secolo sul luogo dove, secondo la tradizione10, San Pietro che fuggiva da Roma per sottrarsi alla persecuzione di Nerone avrebbe avuto la visione di Gesù che lo invitava a tornare indietro. La facciata si deve al cardinale Francesco Barberini che la commissionò nel 1637. All'interno è conservata l'impronta dei piedi di Gesù (è una copia, l'originale si trova nella basilica di San Sebastiano fuori le mura) inserita in un selciato stradale in pietra scura che non è la pietra utilizzata per pavimentare la via Appia. Sulla sinistra è affrescata l'immagine intera di San Pietro e sulla destra il Cristo. Si tratta in realtà di un ex voto pagano per il buon esito di un viaggio (qualcuno ha anche calcolato il numero di scapa, il 45, un numero di tutto rispetto; da Loiacono, 501 lughi di Roma, pag. 100). A sinistra dell'ingresso si trova il busto di Henryk Sienkiewicz autore del romanzo storico Quo Vadis, premio Nobel per la letteratura nel 1905 (è sepolto nella cattedrale di Varsavia). Il busto è opera dello scultore polacco Boguslaw Langman. Da questo romanzo di grande successo è stato liberamente tratto il film omonimo (1951) del filone colossal con Robert Taylor, Deborah Kerr, nel ruolo della schiava Licia, Leo Genn e Peter Ustinov nell'indimenticabile ruolo di Nerone.
Sull'altare maggiore la Santa Maria in Transitum della scuola di Giotto. Ai lati dell'altare maggiore San Pietro e Cristo sulla Croce.
Con le spalle alla chiesetta, guardando a destra, nascosto dal verde e da una vecchia osteria in abbandono ecco
IL SEPOLCRO DI PRISCILLA
si tratta di una tomba cilindrica di cui rimane solo il nucleo cementizio, il tutto è sormontato da una torre medioevale tronca eretta dai Caetani nel XIII secolo. In questo sepolcro vi si riconosce la tomba di Priscilla, moglie del potente liberto dell'imperatore Domiziano, Flavio Abascanto.
La cella funeraria in cui erano collocatii sarcofagi è collocata al piano inferiore e vi si accede oggi attraverso un casale addossato al monumento nei primi del Novecento con la funzione di “caciara” per la produzione dei formaggi prodotti nella campagna romana11.
Invece di proseguire per l’Appia Antica, prendiamo la via Ardeatina – di fronte alla chiesetta del Quo Vadis. La strada sale leggermente fino a giungere a via delle Sette Chiese, pieghiamo a destra, in breve si trovano le
CATACOMBE DI DOMITILLA
Si tratta di una delle più vaste di Roma con 17 Km di gallerie e corridoi distribuiti in quattro differenti livelli per un totale di 150.000 sepolture. Visitandole si ha la possibilità di conoscere più da vicino alcuni aspetti della vita dei cristiani dei primi secoli. La catacomba si trova nell’antico praedium Domitillae, attestato da fonti letterarie e da ritrovamenti epigrafici. L’area fu donata ai cristiani da Flavia Domitilla, nipote dell’imperatore Vespasiano tra la fine del II secolo e l’inizio del III. Fin dall’antichità la catacomba è conosciuta come luogo di sepoltura dei martiri Nereo e Achilleo. Il loro martirio avvenne nel V o VI secolo, benché fantasiosa è molto ricca di particolari. La tradizione afferma pure che qui si trova la figlia di san Pietro, santa Petronilla. L’errore risale alla derivazione del nome: Petrus anziché Petronius.
Scavi archeologici del Novecento hanno portato alla luce un cimitero di età repubblicana e tardo imperiale. Un altro cimitero sotterraneo si sviluppò invece nel II – III secolo. Papa Damaso trasformò il luogo in santuario e divenne luogo di pellegrinaggi. Abbandonata e dimenticata fu scoperta da Antonio Bosio alla fine del Cinquecento e studiata da Giovanni Battista De Rossi nella metà dell’Ottocento.
Dall’attuale ingresso si accede alla basilica di Nereo e Achilleo, databile fra il 390 e il 295, nella zona dell’abside sono stati scoperti i resti del ciborio edificato sopra la tomba dei martiri. La regione più conosciuta è quella denominata ipogeo dei Flavi, è del II secolo, di carattere familiare e in origine pagano, è formata da un’ampia galleria con ricca decorazione, su di essa si aprono quattro nicchioni ove erano i sarcofagi dei membri più importanti della famiglia, in fondo i servi e liberti.
Torniamo sulla via Appia Antica, altezza Quo Vadis.
Da ora in poi (dopo il Quo Vadis) l'Appia inizia un percorso in rettilineo con il quale raggiunge i colli Albani. Poco più avanti sulla sinistra si trova l'inizio di via della Caffarella che porta nella valle omonima, di grande interesse naturalistico e storico. In questo punto vi è la CAPPELLA DI REGINALD POLE. Edicola rotonda a cupola fatta costruire come ex voto dall'omonimo cardinale inglese che, contrario alla riforma anglicana, sfuggì nel 1539, in questo punto a un agguato dei sicari di Enrico VIII. La famiglia di Reginald Pole era imparentata con i sovrani d’Inghilterra, suo padre Richard era cugino di Enrico VII, mentre la madre era nipote di Edoardo IV. Quindi il nostro era uno dei pochi a poter vantare diritti di successione al trono inglese. L'elegante costruzione richiama nell'uso del cotto policromo, la tradizione classica delle tombe romane a tempietto e in particolare il vicino tempio del dio Redicolo.
La strada sale.
Sulla sinistra c’era un luogo molto turistico, l'Hosteria Antica Roma, alcune sale con i tavoli erano alloggiati all'interno di colombari in parte crollati (il locale ha chiuso intorno al 2015). All'altezza del civico 103, che corrisponde al portale della seicentesca VILLA CASALE sorgeva la colonna del II miglio, la ricorda una lapide nel muro destro, cioè di fronte al portale della villa. Nella villa si trova l'ipogeo di Vibia datato al IV secolo. Il complesso, in cui furono seppelliti insieme cristiani e pagani aderenti alla setta di Bacco Sabazio, consta di tre gallerie, di un cubicolo con colonne e di un arcosolio con pitture (Introduzione della defunta Vibia nel paradiso sabazianista, Vibia sul carro di Plutone e Mercurio e il Banchetto sacro dei sette sacerdoti di Sabazio).
Al civico 105 è l'ingresso alle piccole catacombe dette della Santa Croce, del IV secolo, dalla pittura con una croce greca posta sotto il lucernaio.
Di fronte all'ingresso delle catacombe, ma all'interno di una proprietà privata, si vede una cappellina, certamente antica.
LE CATACOMBE DI SAN CALLISTO
Sono le catacombe più vaste e più importanti di Roma. Sorte verso la fine del II secolo da ipogei cristiani privati e da un'area funeraria direttamente dipendente dalla Chiesa di Roma, prendono nome dal diacono Callisto, preposto dal papa San Zeferino all'amministrazione del cimitero stesso. Callisto12 salì poi al soglio pontificio. In questo cimitero trovarono la sepoltura più di 50 martiri e 16 pontefici, le gallerie si sviluppano su quattro piani per un'area di oltre 15 ettari per una lunghezza di quasi 20 Km. I nuclei più antichi sono le cripte di Lucina e la regione detta dei Papi (che De Rossi definì il Piccolo Vaticano) e di Santa Cecilia dove si conservano alcune tra le memorie più sacre del luogo. La loro scoperta e studio sistematico si deve a Giovanni Battista De Rossi13 fondatore dell'archeologia moderna, che proprio qui iniziò gli studi e le esplorazioni delle catacombe romane.
Sono chiuse il mercoledì.
Si arriva al BIVIO DELLA VIA APPIA PIGNATELLI dal nome del papa Innocenzo XII (Antonio Pignatelli) che alla fine del Seicento l'aprì. Sul bivio si trova l'ingresso alla Vigna San Sebastiano. Cento metri più avanti, al civico 119a è l'ingresso alle
CATACOMBE EBRAICHE IN VIGNA RONDANINI
scoperte da Raffaele Garrucci nel 1897, uno dei sette cimiteri ebraici conosciuti e l'unico, con i due di villa Torlonia, attualmente agibile, per la visita rivolgersi alla Sovrintendenza Archeologica di Roma. Utilizzato nei secoli III-IV, ha un aspetto simile a una catacomba cristiana salvo che per la presenza di tombe a forno "kokim" di origine orientale. Quattro vani funerari sono dipinti con motivi ebraici o di repertorio classico riferibili ad una fase pagana della catacomba.
Segue l'INCROCIO CON VIA DELLE SETTE CHIESE. Subito si apre uno spiazzo con al centro una colonna eretta nel 1852 che ricorda i lavori di sistemazione dell'Appia compiuti da Luigi Canina14 per volere del papa Pio IX. Fontanella. A destra ecco
LA BASILICA DI SAN SEBASTIANO
Secondo la tradizione qui erano custoditi i corpi di San Pietro e Paolo (dal 258) in epoca di persecuzioni e ritornate nei siti originari quando sorsero le basiliche costantiniane. Costruita agli inizi del IV secolo ma rifatta nel XVII. Già intitolata a San Pietro e Paolo, dopo il IX secolo fu intitolata al martire sepolto nelle adiacenti catacombe alle quali si accede dall'atrio a destra.
La chiesa venne fatta ricostruire da Scipione Borghese, i lavori affidati a Flaminio Ponzio15 iniziarono nel 1608 e furono portati a termine da Giovanni Vasanzio16. La facciata, compiuta da quest'ultimo nel 1613 è costituita da un portico a tre archi su colonne ioniche binate di granito, la cui partitura è ripresa dalle paraste laterizie dell'ordine superiore inquadranti tre finestre a timpano curvilineo e dal timpano di coronamento.
Interno. Solenne navata unica scandita sui lati da tre arcate inquadrate da coppie di paraste. Il soffitto ligneo, su disegno del Vasanzio, conserva la figura di San Sebastiano e gli stemmi del cardinale Scipione e di Gregorio XVI che lo restaurò. Subito a destra il “Salvator Mundi” ultima opera del Bernini (restauro 2006) che eseguì per se stesso e lasciò in eredità a Cristina di Svezia. La prima cappella a destra contiene le impronte dei piedi di Cristo relative all'episodio del Quo Vadis, posizionate sull'altare, dentro una ringhiera si trovano una delle frecce che colpirono san Sebastiano e la colonna a cui fu legato. La seconda cappella sempre di destra è la cappella Albani, del 1706-12, su disegno di Carlo Maratta17 per ordine di Clemente XI e dedicata a San Fabiano papa con cancellata in ferro e bronzo, splendida cupola. All'altare maggiore nell'edicola tra quattro colonne di verde antico del Ponzio (1610-12), Crocifissione, affresco di Innocenzo Tacconi del 1609-14, ai lati busti dei Santi Pietro e Paolo di Nicolas Cordier. L'altare conciliare è formato da un sarcofago pagano. La cappella di fronte a quella delle reliquie e la cappella di San Sebastiano di Ciro Ferri (1672) è in asse con la sepoltura del santo nella catacomba, sotto l'altare statua giacente del santo opera di Antonio Giorgetti del 1671-72 su disegno del Bernini. All'ingresso, subito a sinistra, lapide proveniente dalla catacomba, con elogio del martire Eutichio scritto da papa Damaso. Tra la prima e la seconda cappella di destra era l'ingresso originario alle catacombe.
LE CATACOMBE DI SAN SEBASTIANO furono le prime ad essere indicate con l'espressione generica derivata dal greco "Katà Kymbas" che significa "presso le cave" e dalla quale fu tratto il nome usato per designare tutti i cimiteri sotterranei. Iniziate dopo la metà del III secolo e poi ampiamente sviluppate, sono le uniche rimaste sempre accessibili e frequentate per cui molto devastate (il primo è quasi completamente distrutto). Dei quattro piani di galleria si visita solo il secondo.
Appena fuori dalla basilica si trova una lapide che ricorda i caduti in guerra della zona. Subito a sinistra si stacca vicolo della Basilica che conduce all'Appia Pignatelli, poco più avanti - quando già si vede la villa di Massenzio, sulla destra la via di San Sebastiano che conduce alla via Ardeatina.
Duecento metri dopo la basilica, ma sulla sinistra, la vista si apre sul
LA VILLA DI MASSENZIO
Si tratta dei ruderi della residenza imperiale di Massenzio. Uno dei più estesi e importanti complessi monumentali della strada che l'imperatore costruì nel Pago Trioprio di Erode Attico passato alla morte di questi nel demanio imperiale. In primo piano, parzialmente nascosto da un casale ottocentesco dei Torlonia che vi è addossato (oggi restaurato e destinato a diventare sede museale), si vede il mausoleo noto come la MAUSOLEO di ROMOLO dal nome del figlio dell'imperatore che vi fu sepolto nel 309, ma utilizzato anche per altri membri della famiglia imperiale. Posto al centro di un'area cinta da un quadriportico con pilastri di laterizio e pareti in opus listatum (m 107 x 120), il mausoleo era costituito da una "rotonda" (diametro m 33) coperta a cupola e preceduta da un pronao in tutto simile al Pantheon. In secondo piano si vede il CIRCO, l'esemplare meglio conservato di questo tipo di insediamento, lungo 513 metri e largo 90, delimitato sul lato di testa da due torri semicilindriche tra le quali erano i dodici box (carceres) da cui partivano i carri per le corse. Al centro dell'area è la "spina" (m 296) attorno alla quale i carri giravano, qui era l'obelisco ora posto al centro di piazza Navona; sul lato un arco trionfale. Sulle gradinate potevano trovare posto oltre 10.000 persone. Qui è stato girato il film Ben Hur (film del 1959 diretto da William Wyler con protagonista Charlton Heston). Al di là del circo sorgeva la VILLA (ancora in gran parte da scavare) che era direttamente collegata al palco imperiale del circo, si intravedono le parti absidali di tre grandi ambienti. Sotto di essa e da quella inglobata, si trova una precedente villa del II secolo, sorta a sua volta sopra una di età tardo repubblicana.
La strada prosegue in salita, sulla destra si trova un bellissimo vivaio "Florovivaistica del Lazio" con ristorante, segue una villa privata, la Domus Magnanimi, utilizzata per eventi. Alla sommità della salita ecco
LA TOMBA DI CECILIA METELLA
uno dei monumenti più famosi di Roma e simbolo dell'Appia Antica, eretta poco dopo il 50 a.C. per la figlia di Quinto Cecilio Metello Cretico (conquistatore di Creta), moglie di Marco Grasso, figlio di un triumviro e generale di Cesare in Gallia (Cesare, Pompeo e Crasso). E' del tipo a corpo cilindrico impostato sul basamento quadrato. Il cilindro, rivestito di travertino e coronato da un fregio marmoreo in rilievo di marmo pentelico con festoni tra bucrani18 e scudi gallici, è alto 11 metri, con 29,50 m di diametro. In origine doveva terminare con una struttura conica o, più probabilmente, con un cumulo di terra. Una lapide di marmo ricorda Cecilia. Al suo interno accoglieva la cella funeraria che era chiusa in alto da una volta a calotta. I merli ghibellini fanno parte di una sopraelevazione medioevale allorché la tomba fu trasformata in torre (prima dai conti di Tuscolo nel IX secolo, quindi nel Trecento dai Caetani) e inserita in un quadrilatero fortificato che inglobava l'Appia. All'inizio del XIV secolo, come un mastio, fu compresa nel CASTELLO DEI CAETANI, del quale faceva parte il palazzo addossato alla tomba. Il complesso fu distrutto in parte da Sisto V, divenne un covo di briganti pronti ad assaltare i passanti, ne rimangono resti pittoreschi con bifore trilobate e merlature. Nei suoi ambienti recentemente restaurati sono esposti i materiali raccolti lungo la strada agli inizi del XX secolo per costituire il primo nucleo del "museo della via Appia". Anche l'interno della tomba è stato recentemente restaurato e aperto al pubblico. Nel piano ipogeo è visibile una spettacolare colata lavica risalente a 260.000 anni fa. Sull'altro lato della strada si trova la piccola CHIESA DI SAN NICOLA scoperchiata, che è un raro esempio di stile gotico cistercense a Roma. Fontanella. Circa 80 m più avanti era posta la colonnina del III miglio, ed è visibile un tratto dell'antica pavimentazione stradale con i grandi basoli di lava vulcanica.
Segue l'incrocio con via di Cecilia Metella. Qui si trova uno dei pochi bar della storica strada (anche noleggio bici) e il capolinea del bus 660 che collega con largo dei Colli Albani dove è la stazione della metra A. La via Cecilia Metella scende verso l'Appia Pignatelli e poi prosegue per l'Appia Nuova con il nome di via dell'Almone.
La via continua tra le recinzioni di ville private costruite negli anni Cinquanta e Sessanta. Sulla destra troviamo una stazione dei Carabinieri, una "stazione sanitaria" oggi Asl Servizi per la tossicodipendenza, ancora più avanti la
VILLA CEDERNA GIA' CAPO DI BOVE
Civico 222. Siamo al IV miglio della via Appia, m. 450 dopo la tomba di Cecilia Metella. Costruita nel 1947. Acquistata nel 2002 dal ministero dei Beni Culturali, su proposta della Soprintendenza, per un milione e mezzo di euro esercitando il diritto di prelazione su un bene vincolato. Si tratta di un'area di 8500 mq, è diventata dal 2008 la sede del CENTRO di DOCUMENTAZIONE dell'APPIA e sede dell'ARCHIVIO CEDERNA19, il giornalista e scrittore che si è battuto per la salvaguardia della strada e non solo. L’Archivio Cederna contiene 4.000 pezzi, anche ricordi personali come un quaderno di IV elementare. Il fondo si compone di materiali che coprono un arco cronologico che va dagli anni Quaranta agli anni Novanta del Novecento: - circa 1.500 unità archivistiche ordinate in fascicoli e buste contenenti corrispondenza ufficiale, manoscritti, prime stesure di pubblicazioni, materiale riguardante argomenti di tutela paesaggistica, legislazione su tali temi; - mappe e planimetrie, - collezione fotografica. E’ anche conservata la biblioteca di Antonio Cederna composta di 4.000 volumi di diverso argomento (archeologia, storia di Roma, urbanistica, ambiente). Sono in corso lavori di digitalizzazione dell’intero complesso documentario.
Vi si tengo mostre temporanee.
Lo scavo archeologico ha portato alla scoperta di un IMPIANTO TERMALE la cui prima fase costruttiva si data alla metà del II sec. d.C. Una lapide con il nome di Annia Regilla ci induce a credere che possa essere pertinente ai vasti possedimenti di Erode Attico, tale lapide è conservata nella sala con camino all’interno della villa. Il complesso termale fu utilizzato almento fino al IV sec come attesta il ritrovamento di monete e la tipologia delle murature. Erano terme di particolare eleganza e raffinatezza.
Sul retro della villa si trovava una piscina, è stata coperta.
Sulla sinistra troviamo
LA TORRE DI CAPO DI BOVE
Alto nucleo di sepolcro presso il quale l'astronomo Angelo Secchi costituì nel 1870 una nuova base per la verifica della rete geodedica italiana20 (targa). Dopo poco - sulla sinistra - si trova una fontanella all'inizio di via Cinquetorri. Di fronte si dirama la via omonima con sepolcro in calcestruzzo. Circa duecento metri più avanti si trovano i resti di due sepolcri a torre. Superato il Casale Torlonia (civico 240) la via corre libera fiancheggiata da pini e cipressi. Sulla destra si trova il FORTE APPIO. Al di là della recinzione del forte si vede una torre-sepolcro. Dopo il Forte a destra il vicolo di Tor Carbone.
LA TOMBA DI MARCO SERVILIO
sulla sinistra, su una quinta ottocentesca in mattoni, sono murati i frammenti e l'epigrafe della tomba. Tali frammenti furono rinvenuti da Antonio Canova nel 1808, contro l'uso del tempo di spogliare i monumenti volle lasciarli sul posto.
TOMBA DI PERSONAGGIO IN NUDITA' EROICA
sulla destra si trova prima l'epigrafe di Gneo Bebio Tampilo e l'iscrizione della famiglia Turania, poi la tomba di personaggio in nudità eroica, si tratta di un altorilievo marmoreo.
Dopo le rovine di un sepolcro a torretta
LA TOMBA DI SENECA
un'altra quinta moderna in laterizio raccoglieva frammenti marmorei recuperati nei paraggi e ora asportati. Qui era la colonna del IV miglio.
MAUSOLEO ROTONDO
con un basamento quadrato, restaurato nel 2006, sul retro del mausoleo si apre il cancello di una villa privata. Quasi di fronte si trova un antico edificio agricolo ora abitazione, subito dopo, ma a sinistra una villa che è simbolo della strada: "Beata Solitudo", realizzata su un disegno rustico e l'utilizzo di resti archeologici. Quindi dopo un tratto del basolato antico, il nucleo di un sepolcro a camera e
IL SEPOLCRO DI SESTO POMPEO GIUSTO
o meglio dei figli del liberto Sesto Pompeo Giusto con la grande epigrafe in versi sul jconsueto pilastro ottocentesco dal quale sono stati asportati molti frammenti architettonici che vi erano murati. Quasi di fronte via dei Lugari (strada privata). Più avanti sorge, sulla sinistra, arretrato rispetto alla strada
IL TEMPIO DI GIOVE
un grande monumento in laterizio, su podio e con absidi sui tre lati, attribuiti ad un tempio dedicato a Giove. Di fronte, all'interno di una proprietà privata
IL SEPOLCRO DI SANT'URBANO
del tipo a tempietto con grandinata frontale in opera laterizia nel quale sarebbe stato sepolto papa Urbano successore di Callisto. E' di età antonina ma nel medioevo al di sopra fu eretta la torre dei Borgiani. Il tratto che segue è uno dei meglio conservati anche se l'attuale stato di molte tombe è frutto di ricostruzioni fatte eseguire dal Canina. Ai nostri giorni rilievi e statue sono stati sostituiti da copie per ovvie ragioni.
Si succedono sul lato destro:
LA TOMBA DEI LICINI
LA TOMBA DORICA
un tipo di sepolcro ad ara di età sillana,
LA TOMBA DI ILARIO FUSCO
sulla destra, con il calco del rilievo originale con cinque ritratti di defunti,
LA TOMBA DI TIBERIO CLAUDIO SECONDINO
sormontata da due basi per statue.
UN COLOMBARIO
ancora sulla destra, un tempo contenenete una statua acefala al centro del lato di fondo,
TOMBA DI QUINTO APULEIO
con un grosso frammento di lacunare in travertino pertinente al soffitto. Segue a destra via degli Eugenii con indicazione di un punto di ristore a 100 metri (non l'ho trovato!?),
UN SEPOLCRO A TEMPIETTO
sempre sulla destra, si tratta di un rudere ben conservato nella parte posteriore, ha base rettangolare, con alto podio e scalinata,
LA TOMBA DEI RABIRI
sempre a destra, del I secolo, con la copia del rilievo originale raffigurante i busti con le iscrizioni funebri di Usia Prima, sacerdotessa di Iside, e di due liberti di un Rabirius. L'originale è a palazzo Altemps.
UN SEPOLCRO A TORRE
sempre a destra, ne rimane solo il nucleo in calcestruzzo,
LA TOMBA DEI FESTONI
sempre a destra, del tipo ad ara, ornata da un fregio in rilievo con putti sorreggenti festoni,
LA TOMBA DEL FRONTESPIZIO
sempre a destra, ricostruita, appoggiata ad un alto nucleo in selce, in forma di edicola, con la copia del rilievo a quattro busti, della seconda metà del I secolo a.C.
L'ARCO QUADRIFRONTE
finalmente a sinistra, presso il quadrivio, sorge una tomba quadrangolare in forma di arco quadrifronte.
QUADRIVIO ERODE ATTICO - TOR CARBONE
la via Erode Attico, a sinistra, conduce alla via Appia Pignatelli all'altezza del quartiere del Quarto Miglio, prosegue con il nome di via Annia Regilla fino alla via Appia Nuova. La via di Tor Carbone conduce, in un paesaggio agricolo, alla via Ardeatina, all'altezza del quadrivio con via di Vigna Murata. Segue un altro dei tratti più suggestivi della via.
TORRE DI CALCESTRUZZO
sulla destra, ai piedi del quale è un epigrafe con il nome di tre liberti ebrei, sul lato opposto
I DUE SEPOLCRI A TEMPIETTO
del II secolo, mentre di nuovo a destra
IL MAUSOLEO ROTONDO
su basamento quadrato, sormontato dai resti di una torre medioevale. Subito dopo la via piega leggermente a sinistra forse per rispettare un luogo sacro (siamo al V miglio) forse connesso con l'antico confine con il territorio di Alba Longa e al ricordo del combattimento fra gli Orazi e Curiazi. Più avanti ecco, a destra,
IL TUMULO DEI CURIAZI
databile alla fine della Repubblica e l'inizio dell'impero. Sul lato opposto, dopo il casale medioevale di Santa Maria si innalza un grande rudere il
SEPOLCRO A PIRAMIDE
Secondo gli studiosi si tratterebbe di una piramide simile a quella di Caio Cestio a porta San Paolo. Alcuni blocchi obliqui, frammenti di lastre di marmo con raffigurazioni di sfingi e frammenti di statue colossali, lasciano intendere che potrebbe proprio trattarsi di una piramide la cui altezza dovrebbe essere superiore a venti metri, la cui datazione potrebbe essere del II secolo d.C. Hai foto anche dall’archivio Cederna.
Circa cento metri più avanti, sulla destra, sono i cosiddetti
TUMULI DEGLI ORAZI
anche essi, come i precedenti, legati alla tradizione, secondo studi recenti sarebbero stati costruiti in età augustea come memoria del famoso duello.
VILLA DEI QUINTILI
si tratta del ninfeo della villa, formato da un emiciclo con una nicchia sul fondo e un bacino sul davanti. A destra è un loggiato medioevale. La villa, che era la più vasta fra tutte quelle del suburbio romano e che ha restituito importanti opere d'arte, apparteneva a due fratelli mandati a morte da Commodo intorno al 182. Nella carta di Eufrosino della Volpaia del 1547 è chiamata villa di Lucio Cornelio Scipione Asiatico. L’identificazione certa dei proprietari della villa si deve ad Antonio Nibby21 tra il 1825 e il 1828.
Si scorgono gli imponenti resti della villa guardando verso la via Appia Nuova (spiccano due aule alte m 14 e caratterizzate da ampie finestre, dovevano essere ambienti termali), dove al civico 1092 è stato recentemente aperto l'ingresso per la visita dopo importanti lavori di scavo e di sistemazione e l'allestimento di un antiquarium in un vecchio casale opportunamente ristrutturato. Nella villa anche un ippodromo di m 300 x90.
Nell’area della villa dei Quintili è stata ritrovata una biga, un carro da guerr che risale al VI sec. a.C. La struttura lignea è moderna ma il rivestimento in bronzo laminato e fuso è di fattura etrusca. Il ritrovamento è sicuramente avvenuto prima del 1778 perché Piranesi lo aveva visionato, venne venduto al papa da Antonio Pazzaglia, noto incisore di pietre dure, che ne ha curato il restauro montando insieme pezzi di diversa provenienza.
Nell’area archeologica della villa dei Quintili si trova il
CASALE DI SANTA MARIA NOVA
detto anche “Statuario”, da cui il nome della vicina borgata sull’Appia Nuova. Prende questo nome perché appartenuto ai monaci olivetani del monastero di Santa Maria Nova sul Palatino. Il 16 aprile 1485, mentre si scava per trovare marmi antichi, viene alla luce uno splendido sarcofago i di marmo, il coperchio è sigillato con il piombo fuso, all’interno il copro di una fanciulla intatto nonostante il trascorrere del tempo con capelli biondi racchiusi in una retina intessuta d’oro, denti bianchissimi. I conservatori di Roma espongono questi resti in Campidoglio. Comincia una sorta di pellegrinaggio laico che irrita il papa Innocenzo VII. Il corpo viene fatto sparire. Si fanno varie ipotesi sul nome della defunta, ma restano ipotesi22.
Circa 300 metri dopo il Ninfeo, a destra, si trova il
SEPOLCRO DI SETTIMIA GALLA
di forma circolare sormontato da un'epigrafe, segue
UN SEPOLCRO CON PORTA AD ARCO
sulla sinistra della strada, ed altri resti tra cui quelli con
LA STATUA ACEFALA
si tratta di un grosso nucleo di selce. Sul lato opposto sono i resti di un impianto termale forse pertinenti a una villa e la tomba di un magistrato dalla quale è stato asportato il fregio a rilievi con armi e fasci consolari. Di fronte
CASAL ROTONDO
la mole del più grande mausoleo dell'Appia (m 35 di lato). Al di sopra vi è stato costruito un casale oggi trasformato in villetta. E' di età augustea, ritenuto, senza fondamento, di Messalla Corvino23, console nel 31 a.C. E' formato da un corpo cilindrico, originariamente rivestito di travertino, impostato su un basamento quadrangolare di metri 35 di lato. Gli elementi architettonici murati nella parete laterizia eretta dal Canina a fianco del mausoleo, contrariamente a quanto creduto in passato, non sembrano appartenergli e sono stati invece riferiti ad un altro sepolcro in forma di edicola circolare con tetto conico a squame coronato da un pinnacolo, attribuibile, in base a un frammento di iscrizione, a un membro della famiglia degli Aureli Cotta.
Subito dopo era collocata la colonna del VI miglio.
QUADRIVIO VIA DI CASAL ROTONDO E VIA DI TORRICOLA
via di Casal Rotondo porta in breve all'Appia Nuova all'altezza dell'ippodromo delle Capannelle mentre, via di Torricola attraversa un'area tipica della campagna romana, è tutta zona agricola ancora oggi coltivata, conduce alla via Ardeatina all'altezza di Torricola.
In questo punto la ferrovia per Napoli sottopassa la strada in galleria.
Proseguendo si vedono nuclei in calcestruzzo di sepolcri più o meno alti, zoccoli di tombe in peperino, residui di selciato. A destra c'è una tomba in laterizio rivestita di lastre marmoree con figure di grifoni, la cui camera funebre è ancora in buono stato. Segue sulla sinistra la
TORRE IN SELCE
cosiddetta per le vicine cave, costruita nel XII secolo sopra il nucleo di un mausoleo che doveva essere simile a quello di Cecilia Metella. Poco oltre, a sinistra, tra due pini, su un piedistallo, è collocata una cornice con una bella iscrizione funeraria. Prima di giungere al punto in cui la via desegna una vlieve curva sulla destra, appoggiata a un rudere di un calcestruzzo c'è la
STATUA ACEFALA DI UOMO TOGATO
a sinistra giace sull'erba il calco di un rilievo marmoreo di tarda età repubblicana con i ritratti di tre defunti. Da lontano sulla sinistra si vedono le arcate dell'acquedotto che riforniva la villa dei Quintili. Poco prima del sottopasso del GRA era la colonna del VII miliario della straada che dal 1848 sta sulla balaustra del Campidoglio dalla parte dell'Ara Coeli.
GRANDE RACCORDO ANULARE
proseguendo, dopo alcuni nuclei di sepolcro in calcestruzzo , a sinistra, c'è
UNA GRANDE ESEDRA
su basamento quadrato che conteneva la camera sepolcrale, con una quinta a edicola sopraelevata sul prospetto e, una nicchia centrale forse per una statua, inquadrata da due semicolonne sormontate da un timpano. Più avanti su una collinetta a destra ci sono gli avanzi di un sepolcro sul quale nel medioevo è stata costruita una torre:
LA TORRE APPIA
crollata nel 1985 durante un violento temporale. Ancora più avanti sulla destra, ci sono i ruderi di un altro grande mausoleo rotondo seguiti sullo stesso lato, da un'area con alcuni
TRONCONI DI COLONNE IN PEPERINO
che indicano l'antica presenza di un portico già riferito a un tempio di Ercole, ma più verosimilmente da attribuire a un edificio dedicato al dio Silvano. Una cinquantina di metri dopo stava la colonna del VIII miglio.
Ancora più avanti sulla sinistra preceduto da una tomba a edicola ben conservata, si trova ancora un mausoleo rotondo originariamente coperto da una cupola, detto per la sua forma:
LA BERRETTA DEL PRETE
pertinente alla tarda età imperiale era stato adattato nell'alto medioevo a piccola chiesa dedicata alla Madonna, già abbandonata nel secolo X. Poco oltre è l'incrocio con la
VIA DI FIORANELLO
questa via conduce verso destra sull'Ardeatina presso il GRA (prima del Santuario del Divino Amore), verso sinistra arriva all'Appia Nuova all'altezza dell'ingresso dell'aeroporto di Ciampino.
“Qui si può osservare un costone di roccia, è uno dei resti della colata lavica di 260.000 anni fa. La via Appia Antica corre su di essa per circa dieci chilometri. Nei pressi una vecchia cava molto frequentata da amanti dell’arrampicata” da: Sara Fabrizi, La storia di Appio San Giovanni, ed. Tipimedia, ed. 2020, pag. 22.
Dopo questo incrocio con via di Fioranello, presso il IX miliario, si trova un mausoleo rotondo in laterizio, originariamente coperto a cupola e circondato da un colonnato, è stato interpretato come la tomba dell'imperatore Gallieno.
L'Appia prosegue fino all'XI miglio nei pressi di Santa Maria delle Mole, qui il nuovo tracciato dell'Appia si sovrappone al vecchio.
APPIA ANTICA NEL CINEMA
Circo di Massenzio. Qui è stato girato il film Ben Hur (film del 1959 diretto da William Wyler con protagonista Charlton Heston).
BIBLIOGRAFIA
- AA.VV. Guida d’Italia, Roma, ed. Tci, 1993.
- AA.VV. Roma, libri per viaggiare, ed. Gallimard – Tci, 1994.
- AA.VV. I rioni e i quartieri di Roma, ed. Newton & Compton, 1989.
- AA.VV. Le strade di Roma, ed. Newton & Compton, 1990.
- Claudio Rendina (a cura di), Enciclopedia di Roma, ed. Newton & Compton, 2005.
- Mauro Quercioli, Le mura e le porte di Roma, ed. Newton Compton, 1993.
- Carlo Villa, Le strade consolari di Roma, ed. Newton Compton, 1995.
- Mario Spagnol e Giovenale Santi, Guida ai misteri e segreti di Roma, ed. Sugarco, 1992.
- AA.VV. Enciclopedia Universale, ed. Garzanti, 2003.
- AA.VV. Enciclopedia dell’Arte, ed. Garzanti, 2002.
- Roma ieri, oggi e domani, ed. Newton Compton.
- Forma Urbis, ed. Service Sistem.
- Capitolium, ed.
SITOGRAFIA
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www.archeoroma.beniculturali.it
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www.info.roma.it
www.abcroma.com
www.romanoimpero.com
www.archeoroma.com
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www.parcoappiaantica.it
www.caffarella.it
www.parcoacquedotti.it
www.latorredelfiscale.it
CARTOGRAFIA
www.viamichelin.it
- AA.VV. Stradaroma, ed. Lozzi, 2005.
- AA.VV. Tutto Città, 2011/2012, ed. Seat.
- AA. VV. Carta dei parchi e delle aree naturali protette.
- Mappa dei percorsi ciclopedonali, 2008.
- Roma in bici. Mappa del pc presenti e future, Comune di Roma, 2001-08.
Piero Tucci
27.5.13
sopralluogo il 10.7.13
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AGGIORNAMENTI
16.4.14 Appia Antica. Progetto del commissario dell’ente parco Mario Tozzi per istituire la zona 30 nel tratto porta san Sebastiano – Cecilia Metella. Previsto un marciapiede. Ora le macchine sfrecciano anche a 100 Km/h.
10.6.14 Riapre oggi il Mausoleo di Romolo. Dopo venti anni e un restauro di 873.000 euro, si trova all’interno del Circo di Massenzio. Ad esso si ispirò il Palladio. Entro l’estate una navetta lo collegherà al Colosseo.
9.7.14 Appia Antica. Da venerdì apre al pubblico la tenuta di Santa Maria Nova al V miglio dell’Appia Antica a due passi dalla Villa dei Quintili. Un complesso residenziale del II secolo con ambienti termali rivestiti di marmi e pavimenti a mosaico con splendide scene di gladiatori e di giochi circensi.
22.7.14 Chiesa del Quo Vadis. Una giovane archeologa, Rachele Dubbini, analizza gli archivi della Soprintendenza e individua affreschi e mosaici accanto alla chiesa del Quo Vadis. Un raro edificio, un tempio sconosciuto, ritrovato nelle foto degli anni Settanta, fu reinterrato. Un rarissimo edificio del III secolo a.C. venne alla luce durante lavori alle condotte di un cocessioario di auto che si trovava a fianco alla chiesa. Nella foto si vede chiaramente una teca con quattro lastroni, una sorta di cassetta delle offerte, in un’altra il frammento di parete affrescata e un tratto di mosaico paviementale. La doppia cella dell’edificio sacro indica che una coppia di divinità proteggeva il luogo.
9.9.14 Casale gioiello alle spalle del Quo Vadis. Lo Stato non ha fondi va all’asta il casale gioiello alle spalle del Quo Vadis in via Appia Antica 55. Andrà all’asta una proprietà con parco di 10 ettari con casale medioevale sui resti di una villa imperiale con mosaici e cisterna. La soprintendenza lancia l’allarme: “Ci offrono ville, come il complesso di Sant’Urbano, ma non possiamo acquistarle”.
10.9.14 Casale gioiello alle spalle del Quo Vadis. Mosaici, terme, antiche stanze, ecco i tesori del casale sull’Appia. “Lo offrimmo gratis allo Stato ma ci dissero che non potevano acquisirlo”. Il bene andrà all’asta a novembre per un valore di 5.250.000 €.. Il ministero chiede un report alla Soprintendenza. Nelle terme un mosaico a tessere bianche e nere del II secolo. Era stato coperto da una guaina ora rimossa rappresenta un Thiasos marino.
3.11.14 Appia Antica. Riapre Santa Maria Nova, nuovi orari per la villa dei mosaici. Da qui sarà possibile accedere alla villa dei Quintili. Sarà aperto dal martedì alla domenica dalle 9 alle 16,30. Tra giardini con piante officinali e ambienti termali romani si potrà visitare anche il casale medioevale. Quattro ettari di verde scavati tra il 2006 e il 2014 con 3,3 milioni di investimento. Il casale è stato costruito su una cisterna romana, il casale era proprietà dei monaci Olivetani del monastero di Santa Maria Nova ai piedi del Palatino. Gli ambienti termali con i mosaici gladiatori appartengono alla caserma delle guardie dell’imperatore Commodo.Costo biglietto sei euro con cui si potranno visitare la Tomba di Cecilia Metella e le Terme di Caracalla.
30.04.15 Appia Antica. Isola pedonale violata la domenica, auto a 80 Km/h. Non ci sono controlli. Dal 1988 è parco, dal 1997 è isola pedonale nei festivi. Lettera al sindaco del commissario straordinario del parco.
11.6.15 Parco Appia Antica. Via i rottamatori di auto. Il Comune sta per trasferire 40 autodemolitori, di questi nove si trovano nel parco di Centocelle e altri quattro in quello dell’Appia Antica. Queste le linee guida approvate in commissione ambiente.
12.6.15 Appia Antica. Il commissario straordinario del parco dell’Appia Antica Mario Tozzi, invita i cittadini ad una visita guidata in 20 tappe lungo l’Appia per scoprire quanto è brutta, degrado, lavori bloccati da anni, autodemolitori.
16.6.15 Catacombe di San Callisto. Trovati inediti affreschi sulla volta intorno all’immagine di Orfeo, qui decorazioni floreali in rosso cinabro, verde vegetale e azzurrite, uccelli e un mostro marino. Lo scavo del pavimento ha messo in luce nuove tombe davanti alla cripta dei papi (il pavimento è ora ricoperto da una lastra di vetro). Il cubicolo in origine era molto più ampio, una sorta di satellite della sala dei papi, qui tumulati vescovi e presbiteri. Il ritrovamento della sepoltura di un longobardo è la dimostrazione che il luogo era ancora visitato nell’VIII secolo. Domani l’inaugurazione del museo della Torretta, un edificio completamente ristrutturato, già deposito, qui esposta una selezione di 150 opere del III e IV secolo, anche sarcofagi recuperati dai carabinieri.
21.6.15 Appia Antica. E’ partito il restauro dell’acquedotto dei Quintili, durerà sei mesi, costo 450.000 euro, metterà in sicurezza la struttura che rischia di crollare. Il restauro pare dal secondo tratto con lavori su nove piloni e otto arcate a tutto sesto delle 120 oggi conservate, per impedire le infiltrazioni d’acqua, causa maggiore del degrado. Ma proseguirà nel terzo settore. Il progetto finale prevede un corridoio con ingresso dall’Appia Nuova Finiti i lavori nel cantiere di Santa Maria Nova, ambienti termali destinati alle guardie di Commodo.
6.9.15 Porta San Sebastiano. Terminati i lavori in via di Porta San Sebastiano, dove per la pioggia era caduto un muro di contenimento di oltre cento anni, la strada viene riservata a pedoni, ciclisti e bus 118 dell’Atac.
10.2.16 Appia Antica. Villa dei Quintili. Ritrovata una antica cisterna romana, rifornica la guarnigione della villa dei Quintili, nei mattoni i segni dell’età di Adriano.
14.2.16 Appia Antica. In marcia nel ricordo di Cederna dalla villa dei Quintili a Capo di Bove. Dopo la riforma dei Beni Culturali voluta da Franceschini, il parco dell’Appia Antica si sta trasformando in Istituto Autonomo, come Ostia Antica. Ma con i soldi dei biglietti in un anno si arriva a 100.000 euro, non basta per sfalciare l’erba. Come fare per sopravvivere?
5.4.16 Appia Antica. Un borgo abusivo sorto in via Appia Pignatelli 452, venti case costruite nel 2008 in piena area archeologica, oltre la metà in affitto a familgie italiane e straniere. L’ordine di demolizione è fermo da sette anni in Comune. In totale una trentina di abitanti.
20.4.16 Parco Appia Antica. Abusivismo nel parco, dodici appartamenti in più nell’ex Casa del Fascio. La costruzione era stata venduta alla società Immobiliare Polo Roma che aveva ottenuto il permesso di ristrutturare i nove appartamenti esistenti ma le case si stavano moltiplicando fino ad arrivare a ventuno. Ora sono sotto sequestro ma i provvedimenti di demolizione sono sospesi. Via Appia Antica 1244.
09.05.16 Appia Antica. Grande successo dell’Appia Day. Il ministro Franceschini: “Chiunque vinca si impegni a pedonalizzare l’Appia Antica”. Pronti 20 milioni per la valorizzazione dell’Appia.
12.05.16 Appia Antica. Casa Zeffirelli, fra quadri, fotografie, materiale di scena, la grandiosa testimonianza di un’esistenza segnata dalla costante ricerca della bellezza. “Vorrei che questo luogo fosse un posto dove i giovani artisti possano vivere. Il sogno sarebbe una galleria di opere immersa nella vita di campagna”. Ricordi di Placido Domingo, Maria Callas, Carla Fracci, le foto dei grandi del Novecento: la regina Elisabetta, John Kennedy, Luchino Visconti, Rudolf Nureyev, Arturo Toscanini, Coco Chanel, Eduardo De Filippo, Carlo Ponti, i presidenti Pertini, Ciampi, Napolitano e Mattarella, gli americani Clinton e Bush, Margart Thatcher. Un posto speciale per una Pietà napoletana del Settecento. Oltre alla pinacoteca con i suoi quadri e bozzetti, c’è un archivio che sarà il cuore della futura fondazione: contiene materiale relativo a tutte le sue produzioni artistiche-teatrali, cinematografiche e operistiche, 7 mila volumi, 250 tra adattamenti, trattamenti, sceneggiature e copioni originali, mille pagine di appunti e note di regia, 400 bozzetti incorniciati di scne e costumi, mille fogli di schizzi relativi a scene, costumi e oggetti di scena, 200 disegni tecnici relativi a teatri, teatri di posa e location varie, 500 dagherrotipi e foto d’epoca, 40.000 foto di scena, 2.700 litografie di bozzetti per scene e costumi di opere di teatro e cinema.
27.10.16 Appia Antica. Sette espropri dimenticati, da 11 anni, su 11 ettari del parco della Caffarella. Il Comune li espropriò nel 2005, con 800.000 euro, sindaco Rutelli, due anni dopo fu perfezionato da Veltroni. Sono passati venti anni dalla morte di Cederna ma ancora non si riescono a demolire interi villini sorti tra i ruderi, non verande o muretti, intere ville. I proprietari non rispondono più nemmeno al telefono.
Gio. 9.2.17 # L’archeologa Rita Paris dirigerà l’Appia Antica per conto della Soprintenza, è stata responsabile findal 1996, note le sue battaglie contro gli abusi edilizi. Ora il suo incarico prevede il coordianamento delle attività fino a Brindisi. Daniela Porro, sarà alla testa del Museo Nazionale Romano, è una storica dell’arte. Fabrizio Delusso è andato agli scavi di Ostia Antica. Maria Paola Guidobaldi è andata al museo di Villa Giulia. Filippo Maria Gambari andrà al Museo della Civiltà Romana. Andrea Bruciati a Villa Adriana e villa d’Este. Queste nomine nel gruppo di dieci nuovi direttori di musei tutti italiani. La commissione che ha deciso i nomi era preceduta da Paolo Baratta.
28.3.17 Appia Antica. Rita Paris alla guida dell’Istituto Autonomo Parco Appia Antica. Viene dalla direzione di palazzo Massimo. Il suo piano è ingresso libero e stop alle auto fino al Quo Vadis. Rifare le basole nel tratto da via di Fioranello verso fuori Roma. C’è un ettaro donato dal Demanio, lì creare un’area scambio auto + bici e un luogo di ristoro. La nuova direttrice lamenta un baget di un milione e 100.000 euro, rispetto ai tre di qualche anno fa. L’ufficio non ha nemmeno una sede, manca un amministrativo che possa firmare il bilancio e stanziare i fondi per il taglio della vegetazione. Il 95% è ancora in mano ai privati. La nuova direttrice si propone di acquisire i monumenti dei Calvenii e dei Cerceni.
10.5.17 Appia Antica. Villa dei Quintili. Ripartono gli scavi dove in passato era custodita la statua di Zeus tonate oggi nell’antiquarium. Dalla prossima settimana via alle opere di cantierizzazione in occasione dell’Appia Day. La villa è la più grande e fastosa del suburbio dopo villa Adriana, costo del progetto 900.000 euro. Due le aree interessate, quella del circo e quella del giardino, in parte privata, dove dovrebbe trovarsi una grande area sacra. Dopo la parte residenziale, le terme e il teatro si compelta la parte ludica. Il cantiere dovrebbe durare 7-8 mesi poi seguiranno interventi di restauro e di revisione dei percorsi per il pubblico, inaugurazione a fine 2018. A novembre apriranno gli spazi superiori restaurati di Santa Maria Nova che diventerà contenitore di mostre.
12.7.17 # Appia Antica. Incredibile vicenda, il ministero non si avvale del diritto di prelazione nell’acquisto del Colombario dei Liberti di Augusto, solo 240.000 euro. Ora non resta che avviare la trattativa con il ministero. Tanti altri tesori sono nelle mani dei privati. La famiglia Passarelli da anni si è detta disponibile a vendere il Sepolcro degli Equinozi di cui è proprietaria. A detta di molti il suo valore dovrebbe aggirarsi sotto al milione di euro. Il suo nome è dovuto al fatto che durante il solstizio d’estate il sole filtra al centro della camera funeraria, è un pregevole manfatto in buonissime condizioni che risale al II secolo avanti Cristo. Lo stesso vale per la Chiesa di Sant’Urbano che fu acquistata oltre trent’anni fa da Gianfranco Anzalone, denunciato, prescritto poi assolto per una serie di manomissioni. Ora la famiglia vuole vendere. Anche qui il prezzo è sotto il milione. Per altri beni non sono stati avviati contatti: i sepolcri dei Caventi e dei Cerceni nelle catacombe di Pretestato. Anche il mausoleo di Casal Rotondo è in mano a privati. E’ una grande tomba circolare della fine del I secolo a.C. In epoca medioevale su torre in blocchetti di peperino, poi un casale agricolo quindi una villa. Anche il Castrum Caetani è in parte in mano privata.
13.7.17 # Appia Antica. Un mausoleo di età imperiale che si trova in un circolo sportivo di via della Caffarella ha problemi di staticità. I proprietari sollecitati al restauro non rispondono.
11.10.17 Appia Antica. Finalmente il piano di assetto, con esso stop ad abusi e autodemolitori. E’ una specie di piano regolatore che fissa regole certe su cosa si può e non si può fare nei 3.700 ettari del parco. La Giunta regionale lo ha approvato ieri mattina, ora passa alla Pisana. Era pronto nel 2002. Il primo obiettivo è il trasferimento di tutte le attività incompatibili con il parco come gli sfasciacarrozze e i rivenditori di auto. Si potranno rispedire al mittente tutte le richieste di sanatoria avanzate dal 1985 al 1994 e procedere rapidamente per quelle del condono del 2003. Un nodo da sciogliere sarà l’apertura al pubblico delle aree private, il 70% del parco. Il piano di assetto intende valorizzare le attività agricole tradizionali con produzioni biologiche e proponendo un machio Appia Antica.
12.10.17 Abusi edilizi. Secondo i dati del dipartimento urbanistica negli ultimi sei anni 6.000 nuovi abusi edilizi e richieste di condono. Lungo l’Appia Antica si concentra più del 10% degli abusi edilizi, oltre 620 e per un terzo vanno demoliti: 200 già passati al vaglio del municipio. Nel 2016 1.586 nuovi casi. Da otto anni a questa parte la Regione assicura la libertà di mansarda. I sottotetti possono essere trasformati in case pagando gli oneri di concessione. Sull’Appia Antica nel centro sportivo “La Torre” sono spuntate due case, il circolo sportivo si trova in via dell’Acquedotto Felice 459.
23.10.17 Appia Antica. Caffarella. Croci celtiche e scritte su cisterna romana. Paura alla chiesetta del Quo Vadis dove è crollato parte dello stemma.
25.11.17 Parco Appia Antica. Sono 50 i pastori che praticano la pastorizia nella capitale sfruttando i parchi urbani e le aree verdi aperte. Sono oltre 200 le aziende ovine del comune di Roma, comprendono anche attività di produzione di derivati del latte come il pecorino romano dop, il cacio romano e la ricotta romana. 700 i pastori in tutto il Lazio.
11.5.18 Appia Antica. Domenica Appia Day, apertura straordinaria di tutti i monumenti (dalle 10 alle 18), visite guidate gratuite, concerti animazione per bambini, bici e trekking.
28.6.18 Appia Antica. Terminato il restauro di Santa Maria Nova acquistata nel 2006, i cittadini tornano in possesso di un pezzo di storia, diciannove secoli. Il nucleo originario è stato costruito nella prima metà del secondo secolo per essere una cisterna, presto trasfromatoa in quartiere della gurardia militare dell’impareatore. Nella tarda atnichità sorge una torre, nel medioevo il casale diventa il cuore di una vasta tenuta agricola. Gli ultimi prorpietari sono produttori cinematografici, la casa si trasfroma in villa e ci fanno tappa i divi del cinema. Ora una mostra fotografica che racconta cosa è stata la Regina Viarum vista da fotografi celebri e fratelli Alinari. Si pensa di eliminare i biglietti a Cecilia Metella e Villa dei Quintili, gli unici siti a pagamento dell’Appia, una caffetteria nel Casale.
19.7.18 Regione Lazio. Parco Appia Antica. Il Consiglio Regionale ha approvato il Piano d’assetto del Parco dell’Appia Antica. Si tratta di un piano che tutela 3.500 ettari. Ora si lavora per estende di altri 1.500 ettari il parco (Divino Amore). L’80% del territorio è di privati.
27.7.18 Appia Antica. In vendita a 19 milioni la villa che fu di Carlo Ponti negli anni Cinquanta. 680 mq e un ettaro e mezzo di parco.
25.9.18 Regione Lazio. Approvazione del bilancio e il Parco dell’appia Antica si amplia di altri 1.213 ettari, il 36% in più. Con il voto favorevole del M5S. Si amplia a Tor Fiscale, tra porta Latina e la Colombo, la città di Tellene, il Divino Amore e parte del comune di Marino. No invece al Laurentino/Acqua Acetosa.
10.10.18 Appia Antica. Mario Tozzi confermato presidente dell’Ente Parco Appia Antica. A lui spetterà rendere operativo l’ampliamento del Parco.
29.11.18 Parco Appia Antica. La direttrice Rita Paris lascia per raggiunti limiti di età. Solo 100.000 euro l’anno dai biglietti (villa dei Quintili e Cecilia Metella), un milione arriva dal ministero, ma serve per le bollette, tagliare l’erba e le pulizie. Servono due milioni di euro per la manutenzione e 5 per la messa in sicurezza dell’acquedotto Claudio. Tra le priorità gli interventi conservativi dell’Appia da via di Fioranello a Marino.
19.3.19 Appia Antica. Cede la collina su cui si trova il tumulo dei Curiazi. Fissate palizzate per frenare lo smottamento
11.5.19 Appia Antica. Un museo a cielo aperto trasformata in scorciatoia per il traffico. “Non potrebbe accadere in nessun luogo del mondo, tranne che a Roma”, lo afferma Mario Tozzi, presidente del Parco Regionale dell’Appia Antica. Da anni denuncia lo scempio che è in atto.
13.5.19 Appia Antica. Il presidente della commissione Mobilità Enrico Stefano annuncia che entro la fine dell’estate chiudiamo gli accessi del parco alle auto private. Ci saranno telecamere ai varchi.
4.8.19 Appia Antica. Aperto da sette anni “l’Hortus urbis” che ricrea le aree verdi degli antichi romani. Si trova in una area verde e abbandonata presso porta San Sebastiano. L’orto è composto da 16 aiuole e occupa un’area di circa 50 piedi romani di lunghezza, per una superficie di 225 mq. Nell’area sono state piantate circa 100 varietà tra cui la borragine, che veniva usata per decorare le case durante i matrimoni, la malva di cui era ghiotto cicerone, la lattuga con cui fu curato Augusto e le pratoline che spremute curavano le ferite da taglio dei legionari.
30.8.19 Appia Antica. Crollo nel parco, cede il tetto nel fienile ottocentesco, accanto una concessionaria senza alcun titolo. Illegali anche i due vivai e un’azienda. La Regione: “Entro settembre lascino o via allo sgombero”. L’area del fienile è occupato dalla concessionario Hyundai, si trova davanti alla fontanella prima del bivio del Quo Vadis.
9.9.19 Appia Antica. Progetti fermi, pochi fondi, incuria e abbandono, la villa dei Quintili ha mosaici a rischio come le stesse mura per le piante infestanti.
11.9.19 Appia Antica senza cure da quattro mesi. Manca la manutenzione ordinaria e straordinaria. Ultimo appalto scaduto l’8 maggio
11.9.19 Ostia. Appia Antica. Nel porto di Roma mostra a Sergio Musmeci, ingegnere romano autore del ponte sul Basento (1967-1975) a Potenza e del ponte sull’Appia Antica. “La ricerca della forma. Sergio Musmeci, il genio”, fino al 10 ottobre. Tra le sue opere la chiesa del Villaggio del Sole, quartiere Ina Casa Vicenza, ristorante nello stadio del Nuoto al Foro Italico, tre palazzine in via Vallombrosa (Cassia). Fino al 10 ottobre.
18.1.21 Appia Antica. Festa clandestina, multate 41 persone, nella villa ex Casamonica.
17.4.21 Appia Antica. Rapina nella villa del calciatore della Roma Chris Smalling nella notte di giovedì 15. Sequestrati e minacciati lui e la moglie da tre uomini armati. Nella stessa villa tre anni fa venne rapinata la giornalista Paola Ferrari.
21.6.21 Appia Antica. Cartiera Latina. Realizzato lo stazzo del pastore.
5.8.21 Appia Antica. Ieri il consiglio regionale ha approvato la proposta di due consiglieri (Più Europa e Lista Civica Zingaretti) che allarga il parco dei Castelli Romani fino a congiungerlo con quello dell’Appia Antica di ben 780 ettari nei comuni di Marino e Ciampino e che comprende l’area archeologica di Bovillae e la cosiddetta Tenuta Mura dei Francesi. Insieme ai 15.000 ettari dei Castelli Romani e i 4.500 dell’Appia Antica si aggiungono i 780 attuali. Il sogno di Antonio Cederna si sta realizzando.
21.10.21 Appia Antica. Villa Grande già appartenuta a Zeffirelli ora è di Berlusconi.
Berlusconi ha lasciato palazzo Grazioli per Villa Grande appartenuta al grande amico di Berlusconi Franco Zeffirelli e acquistata da Berlusconi nel 2001 ma ad abitarci era rimasto Zeffirelli che rischiava di essere sfrattato per problemi economici. Nel giugno 2019 è morto Zeffirelli.
11.2.22 Celio. Campitelli. Trevi. Trastevere. Europa. Appia Antica. Regione Lazio. Su Roma e il Lazio arrivano 53,6 milioni dal Mibac per i beni culturali. Al Colosseo 4,5 milioni per completare la ricostruzione in legno dell’arena, restaurare porta Triuphalis (dove entravano i gladiatori) e porta Libitinensis (dove uscivano i gladiatori morti), sistemare il podio e l’iscrizione di Teodosio II e Valentiniano III. Per il Vittoriano 14 milioni per l’impianto antincendio e la messa in sicurezza di tutto l’edificio. Per Palazzo Poli e il palazzo della Calcografia 4,3 milioni per valorizzare i percorsi espositivi, per i laboratori e restaurare la facciata sulla fontana di Trevi. Per il palazzo del San Michele sede del ministero ci sono 2,5 milioni per il consolidamento e il recupero del palazzo seicentesco. Per il palazzo dell’Archivio Centrale dello Stato ci sono 4,4 milioni per sistemare 10 Km lineari di depositi. Sull’Appia Antica, nella villa di Massenzio con 7,5 milioni verrà realizzato un laboratorio di restauro, una biblioteca e una archivio. Nella regione Lazio ci sono 14 milioni per il borgo di Viterbo e 2,4 milioni per sistemare il palazzo baronale di Colonna.
24.2.22 Appia Antica. Su proposta di Roma Futura, sarà pedonalizzato il tratto della via Appia Antica davanti a Cecilia Metella e la villa di Massenzio.
8.5.22 Appia Antica. Candidata a patrimonio dell’Umanità dell’Unesco su iniziativa del ministro Franceschini. Ricordare Antonio Cederna, fu lui nel 1953 ad iniziare la battaglia per salvare il parco con un articolo sul Mondo di Pannunzio.
20.5.22 Appia Antica. Caffarella. Il 28 maggio inaugura la millenaria Cava romana che si estende per 35 km. Un team di speleologi al lavoro: ritrovati mitrei, catacombe, fungaie e rifugi antiaerei. L’ingresso è all’interno della Caffarella. Sarà un museo, all’interno della cava sarà allestito a scopo didattico un mitreo e un rifugio antiaereo, saranno presenti rievocatori sotirci in collaborazione con associazioni di prestigio scientifico. Tra le cerimonie quelle del rito mitraico realizzato in un vero mitreo dell’Appia Antica. Porte aperte dalle ore 10 alle ore 19 con visite guidate ma anche dimostrazioni e laboratori, spettacoli storici anche legati ai mestieri della cava. Info al 347.38.11.874. Da: Il Messaggero, articolo a firma di Laura Larcan.
17.9.22 Appia Antica. Il ministro Franceschini presenta la candidatura di tutta l’Appia Antica all’Unesco, “Ha le caratteristiche per diventare uno dei più grandi cammini europei”. Da Roma Today del 5 maggio 2022.
17.1.23 Comune. Campo Marzio. Appia Antica. Appio Latino. Trevi. Trastevere. E’ morta Gina Lollobrigida nella clinica Pio XI in via Aurelia 559 (dopo piazza Irnerio). Ha studiato all’Accademia di Belle Arti di via Ripetta, abitava sull’Appia Antica, ha lavorato alla Scalera Film di circ. Appia dove ha girato Il segreto di Don Chisciotte di Camillo Mastrocinque nel 1947, ha lavorato in via del Lavatore nel rione Trevi e a vicolo Moroni a Trastevere per la La città si difende nel 1951 di Pietro Germi. Camera ardente nella sala della Protomoteca in Campidoglio, funerali nella chiesa degli Artisti di piazza del Popolo.
29.4.23 Appia Antica. Simone Quilici, architetto e paesaggista, direttore del Parco Archeologico dell’Appia Antica dal giugno 2019 appena riconfermato. E’ fiducioso sul responso Unesco per inserire la strada nel patrimonio dei siti. L’Appia Antica va liberata dal traffico privato.
1 Capua. Oggi indicata come Capua Antica si trova nel comune di Santa Maria Capua Vetere, è una città sorta nel IX secolo a.C. fondata dagli etruschi (secondo Strabone) era una delle città più grandi dell’Italia antica. La popolazione osca ottene nel V secolo la cittadinanza.
2 Miglio romano pari a m 1.480.
3 Luigi Canina. Casale Monferrato 1795 – Firenze 1856. A lui si deve l’ingresso monumentale a villa Borghese da piazzale Flaminio, la Casina Vagnuzzi nel primo tratto di via Flaminia, la sistemazione di Tuscolo, importanti i suoi testi sull’architettura romana, Ostia, prime indagini nel Foro Romano. E’ sepolto in Santa Croce a Firenze.
4 Nascita del parco Regionale presidente della Regione Lazio era il socialista Bruno Landi (1987-90, lo era già stato tra il 1983 e il 1984). Nato a Capalbio nel 1939, è stato deputato del PSI all'XI legislatura tra il 1992 e il 1994. Legge regionale n. 66.
5 Estensione parco Appia Antica il dato proviene dall'opuscolo dell'Apt di Roma "La via Appia Antica".
6 Onorio imperatore romano, il primo dell’impero romano d’Occidente dalla morte del padre Teodosio (395) fino alla sua morte avvenuta nel 423. Contemporaneamente il fratello Arcadio reggeva l’impero d’Oriente. Con lui Alarico saccheggiò Roma nel 410.
7 Fabrizio Giucca guardiaparco e naturalista, ha partecipato alla redazione del Piano del Parco.
8 Follatura. La follatura è un’operazione del processo di fissaggio dei tessuti di lana che consiste nel compattare il tessuto attraverso l’infeltrimento per renderlo compatto e in alcuni casi impermeabile (da: it.wikipedia.org).
9 Presidente della Regione Lazio dal 2005 al 2010 è stato Piero Marrazzo (indipendente con l’Ulivo).
10 Tradizione del Quo Vadis è riportata negli Atti di Pietro, uno dei Vangeli apocrifi, escluso nel canone della Bibbia, risale al II secolo d.C. Da: Sara Fabrizi, La Storia di Appio San Giovanni, ed. Typimedia, anno 2020, pag. 54.
11 Sepolcro di Priscilla. Il secondo paragrafo di questo testo sul sepolcro di Priscilla è preso da Open House Roma 2015.
12 San Callisto, romano? secondo una versione iniziatore della chiesa di Santa Maria in Trastevere, era stato preposto dal papa Zeferino all'amministrazione delle catacombe che ora hanno il suo nome sull'Appia, venne sepolto nella catacomba di Calepodio sull'Aurelia poi papa Adriano I fece traslare la sua reliquia in Santa Maria in Trastevere. Secondo la tradizione subì il martirio durante una sollevazione popolare per cui fu gettato in un pozzo con una pietra al collo e così è ritratto.
13 Giovanni Battista De Rossi (1822-1894) Laureato in giurisprudenza ma appassionato di archeologia, scoprì queste catacombe, costiuì e fu primo responsabile del museo cristiano lateranense oggi parte dei Vaticani. Con Mommsen compilò un Corpo delle iscrizioni latine. Nel 1863 fondò il Bollettino di Archeologia Cristiana.
14 Luigi Canina (Monferrato 1795- Firenze 1856) architetto, teorico e archeologo. Di ispirazione neoclassica. Dal 1825 diresse, come architetto di famiglia, i lavori di ampliamento di villa Borghese realizzando i propilei su piazzale Flaminio. E' più noto per i suoi studi di architettura antica. Diresse gli scavi di Tuscolo e quelli sull'Appia Antica che poi sistemò in maniera scenografica. Sua la casina Vagnuzzi fuori porta del Popolo. E' sepolto in Santa Croce in Firenze.
15 Flaminio Ponzio (Viggiù 1560 - Roma 1613) architetto di Paolo V, progettò palazzi e chiese in uno stile severo derivato da Domenico Fontana. E' autore della cappella Paolina in Santa Maria Maggiore, della facciata di palazzo Borghese su via Ripetta, del casino di villa Borghese oggi sede della galleria omonima e della basilica di San Sebastiano fuori le mura. Sua la facciata della chiesa di Sant'Eligio degli orefici.
16 Giovanni Vasanzio architetto del Seicento originario dei Paesi Bassi, ha italianizzato il suo nome Jan Van Santen di Utrecht (1550-1621). Allievo di Ponzio gli subentrò come architetto. Palazzo Pallavicini Rospigliosi sul Quirinale, villa Mondragone (sede della terza università di Roma) a Frascati, fontanone del Gianicolo su disegno di Ponzio. Il suo capolavoro resta il Casino di villa Borghese.
17 Carlo Maratta (Camerano, Ancona 1625 - Roma 1713) Pittore. La sua produzione è caratterizzata da un suggestivo accademismo, realizzò grandi tele a soggetto religioso come l'Immacolata Concezione a Siena in Sant'Agostino, oppure la Morte di San Francesco Saverio a Roma nella chiesa del Gesù e ancora, la Madonna in Gloria a Roma in Santa Maria del Popolo. Sua la "Fuga in Egitto" nella chiesa di Santa Maria in Trastevere. Ha realizzato vasti affreschi celebrativi a Roma nel palazzo Altieri e a Frascati in villa Falconieri.
18 Bucrano da questo deriva il nome Campo di Bove alla tenuta agricola della zona.
19 Antonio Cederna (Milano 1921 – Sondrio 1996), archeologo, giornalista e ambientalista, ha dedicato la sua vita alla difesa del patrimonio ambientale-storico-artistico italiano, esendone un pioniere, proprio negli anni del boom economico. Fratello di Camilla Cederna, dopo la laurea in archeologia e il diploma di perfezionamento alla scuola di Roma, lavora con Lucos Cozza a Carsoli. Abbandona l’attività di archeologo per dedicarsi a campagne di stampa sui temi della difesa dell’ambiente. Giornalista del Mondo, del Corriere della Sera, dell’Espresso e dopo la sua fondazione de la Repubblica. Nel 1955 fu fondatore di Italia Nostra, è stato consigliere comunale di Roma e deputato al Parlamento.
20 Rete geodetica italiana. E’ la rete che serve a identificare la posizione di un punto sulla superficie terrestre. La Rete Geodetica Italiana è costituita da punti geodetici o capisaldi formati da un basamento orizzontale in cemento e da un cippo cilindrico leggermente appuntito distanziato dagli altri di circa venti Km. Ogni caposaldo viene impiantato dall’Istituto Geografico Militare.
21 Antonio Nibby (Roma 1792 – 1839) storico, archeologo e topografo. Pose rigorosi basi scientifiche allo studio di queste discipline, fu studioso di topografia soprattutto di Roma antica e della Campagna Romana.
22 Ritrovamento presso casale di Santa Maria Nova. Tutte le info da: Sara Fabrizi, Storia di Cinecittà Don Bosco, ed. Typimedia, pag.65.
23 Messalla Corvino generale e scrittore romano, fu Mecenate della letteratura e delle arti, vissuto tra il 64 a.C. e l'8. Membro dell'antica gens Valeria di ideali repubblicani, combattè con Bruto e Cassio a Filippi, passò poi con Antonio, quindi con Ottaviano con il quale combattè nella battaglia di Azio. Il circolo di Messalla comprendeva Tibullo, Ligdamo e la poetessa Sulpicia. Fu amico di Orazio e Ovidio. La scultura di un'acquila che regge una spada era la parte superiore di un piedistallo che conteneva l'urna cineraria di Messalla Corvino, oggi al Prado.