2023-11-26 Palazzi del Potere - seconda parte
 

I PALAZZI DEL POTERE - "Luoghi poco noti per funzioni molto importanti" – seconda parte
da Largo Corrado Ricci, Roma RM a Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM) - Google Maps


1
I PALAZZI DEL POTERE - "Luoghi poco noti per funzioni molto importanti" – seconda parte
da Largo Corrado Ricci, Roma RM a Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM) - Google Maps
1. CONI - Piazza Lauro de Bosis, 15
Il CONI cura l'organizzazione ed il potenziamento dello sport nazionale, ed in particolare la preparazione degli
atleti e l'approntamento dei mezzi idonei per le Olimpiadi e per le altre manifestazioni sportive nazionali o
internazionali. Nel 2020 il CONI rappresenta oltre 13 milioni 113 mila persone tesserate e 115.469
Associazioni/Società sportive dilettantistiche iscritte al Registro del CONI. A causa dell’emergenza sanitaria
da COVID-19 risultano persi oltre 1 milione e 760 mila tesserati e iscritti nell’anno sportivo 2020 o stagione
2019/2020 e 5.166 ASD/SSD in meno. Gli impatti generati dalla pandemia sull’attività federale hanno
riportato il numero di atleti delle FSN e DSA ai livelli del 2008, quando i tesserati censiti dal Monitoraggio del
CONI erano circa 4 milioni 170 mila.
Il Comitato olimpico nazionale italiano o CONI è l'organismo di governo dello sport in Italia.
Nacque nel 1914 come organismo privato allo scopo di organizzare la presenza olimpica degli atleti italiani,
divenne successivamente l'organizzazione di raccordo di tutte le federazioni sportive nazionali, ruolo che
ricopre tuttora sotto la veste giuridica di ente pubblico non economico sotto la vigilanza della presidenza del
Consiglio dei ministri.
Nonostante la vigilanza governativa il CONI non risponde in sede politica di questioni riguardanti l'ambito
sportivo in linea con le disposizioni del Comitato Olimpico Internazionale che obbliga i comitati dei Paesi
membri all'indipendenza dal potere governativo.
Il regime fascista, riconobbe il CONI come ente di diritto pubblico con personalità giuridica e con organi
territoriali; da qui l'istituzione dei comitati provinciali e regionali. Tale inquadramento normativo è rimasto
sostanzialmente invariato per oltre mezzo secolo.
2
Commissario straordinario del CONI fra il 1944 ed il 1946 fu nominato Giulio Onesti scelto dal
governo Bonomi e confermato dal governo Parri.
Nominato per liquidare il CONI, anche con l'aiuto di Adriano Ossicini e di altri appassionati (Bruno Zauli, Mario
Mazzuca, Bruno Fabjan, Mario Saini, Marcello Garroni, Luigi Chamblant, Sisto Favre e altri), Onesti riuscì ad
evitarlo ed a rilanciare questo ente nell'Italia liberale e democratica. Portò gli uffici allo Stadio delle Terme di
Caracalla. Nel novembre 1945, soppressi i contributi statali all'ente sportivo, ideò la gestione dei Concorsi
pronostici sugli avvenimenti sportivi attraverso la SISAL, con l'introduzione del Concorso
pronostici Totocalcio, passato nel 1948 alla gestione diretta del CONI. Nel 1965 Onesti ottiene dal Parlamento
l'approvazione della legge per la ripartizione degli introiti del Totocalcio suddivisi al 50% fra CONI e Stato.[3]
Onesti divenne presidente del CONI il 27 luglio 1946, con una nomina voluta dal presidente del
Consiglio Alcide De Gasperi e convalidata il 10 agosto 1947 dal Consiglio Nazionale del CONI. Nel marzo 1951
Onesti trasferì la sede del CONI al palazzo H del Foro Italico.[4]
Durante la sua presidenza all'Italia furono assegnati dal Comitato olimpico internazionale i Giochi Olimpici
Invernali di Cortina d'Ampezzo nel 1956 e i primi Giochi olimpici di Roma 1960. Nel 1966 nasce la Scuola
centrale per i Maestri dello sport. Nel 1968 nascono i Giochi della Gioventù.
Onesti restò presidente fino al 1978, quando fu dichiarato ineleggibile da una nuova legge e fu sostituito
da Franco Carraro, in quel momento presidente della FIGC. Nel 2003 viene fondata CONI Servizi, società
controllata dal Ministero dell'Economia e delle Finanze, che svolgeva le sue attività prevalentemente a favore
del CONI.
2. CONSIP – via Isonzo 19E
Consip (Concessionaria Servizi Informativi Pubblici) è una società per azioni, partecipata al 100% dal Ministero
dell’Economia e delle Finanze, che opera – secondo gli indirizzi strategici definiti dall’Azionista – al servizio
esclusivo della Pubblica Amministrazione, intervenendo con strumenti e metodologie per la digitalizzazione
degli acquisti pubblici.
Consip è un’azienda di oltre 400 persone con un know-how ventennale sul procurement.
Nasce nel 1997 per i servizi informatici del Ministero del Tesoro, ma la sua attività si è progressivamente
estesa anche ad altri ambiti. Dal 2019 il suo campo di intervento riguarda anche le concessioni e i lavori
pubblici. A marzo 2020 viene incaricata di acquistare grandi volumi di materiali e apparecchiature sanitarie,
in tempi brevissimi, per far fronte all’emergenza Coronavirus.
Fra le iniziative di gara più rilevanti compaiono ad esempio:
• SANITA’ (farmaci, DISPOSITIVI MEDICI, APPARECCHIATURE DI DIAGNOSTICA PER IMMAGINI)
• AUTOBUS URBANI
• VEICOLI PER LE FORZE DI SICUREZZA
• PULIZIA CASERME
• ENERGIA ELETTRICA per le PA
• Servizi di Information Technology
Attraverso la più grande piattaforma nazionale per il procurement digitale si incontrano incontrare ogni anno
oltre 130.000 imprese e 13.000 amministrazioni, per negoziare più di 500.000 contratti di acquisto, pari a un
valore di oltre 25 miliardi di euro (1% di PIL),: Sanità, IT, Telco, Energy e Building management.
Questa cifra è destinata a salire negli anni prossimi per i progetti di digitalizzazione previsti dal PNRR.
3
3. Consiglio Superiore delle Magistratura – Piazza dell’Indipendenza 6
Palazzo dei Marescialli è un palazzo di Roma sito in piazza dell'Indipendenza, nel rione Castro Pretorio. Dal
1962 è sede del Consiglio superiore della magistratura.
Nell'ambito della realizzazione di piazza dell'Indipendenza nel 1877 fu ottenuta una licenza edilizia per la
costruzione di un villino, che ha poi subito vari ampliamenti e passaggi di proprietà, fino a quando, sotto il
governatorato di Roma tra il 1935 ed 1939, il palazzo fu selezionato come sede dei Marescialli d'Italia e furono
portati avanti, soprattutto negli ambienti interni, dei lavori di ristrutturazione del palazzo che fu espropriato
con un decreto del prefetto di Roma.
Basta alzare un poco la testa per incrociare lo sguardo severo dei 16 marescialli con elmo e cipiglio.
Nonostante la sua asimmetria questo palazzo è uno dei frutti migliori del razionalismo dell'architettura
fascista. L'edificio ha infatti una facciata curiosamente asimmetrica con tre arcate in colonnato decentrate
che incorniciano l'ingresso spostandolo sulla sinistra del visitatore. Sicuramente la caratteristica dell'edificio
a tre piani in travertino e pietra sperone sono le citate figure dei marescialli poste all'apice delle cornici delle
finestre del primo piano, mentre le finestre al piano terra sono sovrastate da imperiali aquile. I marescialli
denotano l'originale funzione del palazzo, sede proprio dell'associazione dei Marescialli d'Italia, titolo
onorifico istituito da Mussolini nel 1924 per onorare Luigi Cadorna e Armando Diaz.
Nel secondo dopoguerra il palazzo diventò residenza del Ministro delle Finanze mentre all’inizio degli anni
60 fu individuato dal neoistituito Consiglio Superiore della Magistratura come propria sede. La cerimonia di
inaugurazione si è tenuta il 15 febbraio 1962.
Consiglio Superiore della Magistratura è quell’organo, disciplinato direttamente dalla Costituzione, chiamato
a garantire l’autonomia e l’indipendenza all’intero ordine giudiziario rispetto a tutti gli altri poteri dello Stato
(cioè rispetto al potere esecutivo del Governo e a quello legislativo del Parlamento). Spettano al Consiglio
Superiore della Magistratura, secondo le norme dell'ordinamento giudiziario, le assunzioni, le assegnazioni
ed i trasferimenti, le promozioni e i provvedimenti disciplinari nei riguardi dei magistrati.
La strada adiacente il palazzo è intitolata a Vittorio Bachelet che del CSM fu vice presidente dal 1976 al 1980.
Il suo assassinio da parte delle Brigate Rosse, avvenuto il 12 Febbraio del 1980 all'università La Sapienza,
rappresentò per il ruolo che ricopriva forse ancora più dell'omicidio di Aldo Moro il punto più alto dell'attacco
terroristico allo stato.
4. Agenzia delle Dogane - Piazza Mastai
L’Agenzia delle Accise, Dogane e Monopoli (ADM) ante litteram, nasce con regio decreto del 1853, per
garantire il controllo della fiscalità sulle imposte di fabbricazione e sul consumo, sui dazi doganali e sui regimi
di monopolio. Non è certo uno dei centri di potere più noti ma un breve elenco delle attività dell'agenzia
spiegherà la sua importanza: gestisce il sistema doganale italiano, le accise sull'alcool, sulla benzina e sui
tabacchi, ma soprattutto è l'ente che sovrintende a tutto il sistema del gioco pubblico dal superenalotto ai
gratta e vinci, dalla schedina del totocalcio alle slot machine.
Il contributo alle entrate dello stato nel 2022 è stato di 80 miliardi, di cui:
- 27 mld, DOGANE
- 26 mld, BENZINA
- 1 mld, ALCOL
- 11 mld, GIOCHI
- 15 mld, TABACCHI
L'origine del palazzo è però legata ai tabacchi ed è una storia interessante. Nel 600 la lavorazione dei tabacchi
veniva effettuata in tre diversi laboratori tutti situati nei rioni di Trastevere quando Papa Pio IX nel 1859
4
stabili di unificarla in un unico stabilimento, la manifattura Pontificia dei tabacchi, situata in questa piazza
che infatti porta il suo nome, piazza Mastai.
Il palazzo che vediamo oggi è un rimodernamento dell'imponente edificio dell'epoca originariamente più
lungo progettato da Antonio Sarti al quale fu messa mano una prima volta negli anni 30 e successivamente
nel 1950 con un completo rifacimento e la demolizione dei fabbricati laterali. Contemporaneamente alla
costruzione del palazzo veniva realizzato anche il primo laboratorio chimico delle gabelle, con il compito di
analizzare i prodotti sottoposti ad imposta, dai tabacchi, al sale ai prodotti petroliferi e naturalmente all'alcol.
5. Consiglio di Stato – Piazza capo di Ferro (se c’è tempo)
Il Consiglio di Stato è, nell'ordinamento italiano, un organo di rilievo costituzionale.
Previsto dall'articolo 100 della Costituzione, che lo inserisce tra gli organi ausiliari del Governo, è organo
giurisdizionale, ed è anche massimo giudice speciale amministrativo, in posizione di terzietà rispetto alla
pubblica amministrazione italiana, ai sensi dell'articolo 103 della Costituzione.
Il Consiglio di Stato e gli altri organi di Giustizia amministrativa hanno giurisdizione per la tutela nei confronti
della Pubblica amministrazione degli interessi legittimi e, in particolari materie indicate dalla legge, anche dei
diritti soggettivi. La giurisdizione amministrativa è esercitata, in primo grado, dai Tribunali amministrativi
regionali e, in secondo grado, dal Consiglio di Stato.
Palazzo Spada, già Palazzo Capodiferro, è l'edificio storico di Roma nel quale hanno sede il Consiglio di Stato
e la Galleria Spada. Fu costruito nel 1540 per il cardinale Girolamo Recanati Capodiferro . Il palazzo fu
comprato nel 1632 dal cardinale Bernardino Spada, il quale incaricò Francesco Borromini di modificarlo
secondo i nuovi gusti dell'epoca, propendenti per lo stile barocco.
Borromini creò, tra l'altro, il capolavoro di trompe-l'œil della falsa prospettiva nell'androne dell'accesso al
cortile, in cui la sequenza di colonne di altezza decrescente e il pavimento che si alza generano l'illusione
ottica di una galleria lunga 37 metri (mentre è di 8); in fondo alla galleria, in un giardino illuminato dal sole,
si trova una scultura che sembra a grandezza naturale, mentre in realtà è alta solo 60 centimetri.[2] [3]
Il palazzo ospita, al primo piano, un pezzo in argento in un salone attiguo alla sala delle Quattro stagioni,
anche una colossale scultura di Pompeo Magno, ritenuta essere quella ai cui piedi cadde Giulio Cesare.
Fu trovata sotto le mura di confine di due case romane nel 1552 nel vicolo dei Leutari (vicino alla Cancelleria):
doveva essere decapitata per soddisfare le pretese di entrambe le famiglie, ma il cardinale Capodiferro,
chiamato a dirimere la questione, intercedette a favore della scultura presso papa Giulio III, che la comprò,
donandola poi al cardinale Capodiferro.