DONATO BRAMANTE
Donato “Donnino” di Angelo di Pascuccio detto Bramante (Fermignano[1] 1444 - Roma 1514) è stato un architetto e pittore italiano tra i maggiori del Rinascimento. Formatosi a Urbino, dove fu probabilmente allievo e aiutante di Piero della Francesca e dove conobbe Melozzo da Forlì. Urbino era tra i maggiori centri della cultura italiana del XV secolo. Fu attivo prima a Milano dove realizzò l’abside di Santa Maria presso San Satiro, il cortile della basilica di Sant’Ambrogio, la tribuna di Santa Maria delle Grazie[2], come pittore realizzo il “Cristo alla colonna” oggi a Brera (lavorò anche a Pavia e Vigevano). Quindi a Roma dove – per ordine di papa Giulio II - progettò la basilica di San Pietro, a pianta centrale; di tale progetto furono realizzati i quattro pilastri su cui poggia la cupola michelangiolesca. Per realizzare tale progetto Bramante demolì abside e transetto dell’antica basilica e perciò fu definito “maestro ruinante”. I contemporanei paragonarono la sua opera a quella delle vestigia romane.
ITINERARIO
PALAZZO DEI CONVERTENDI
Si trova in via della Conciliazione, dopo palazzo Torlonia (di fronte al palazzo dei Penitenzieri, oggi hotel Columbus). Il palazzo, in origine su piazza Scossacavalli[3], fu demolito e ricostruito lungo il lato Nord di via della Conciliazione. Il palazzo progettato da Donato Bramante per la famiglia Caprini di Viterbo, ancora incompiuto venne venduto a Raffaello per 3.000 ducati, qui il pittore vi trascorse gli ultimi 3 anni della sua breve vita, qui dipinse la Trasfigurazione, ultima opera del grande artista, rimasta incompiuta per la sua morte (poi completata da Giulio Romano). Passò varie proprietà finchè divenne la sede dell’ospizio dei Convertendi, istituzione dedicata alla protezione dei protestanti che volevano convertirsi alla fede cattolica. Il palazzo dipendeva direttamente dal Papa. Danneggiato da una alluvione fu restaurato da Gregorio XVI (1831-46).
Il palazzo attuale ha due piani con un portale bugnato sormontato da un balcone del Peruzzi. L’edificio riceve la luce da finestre quadrate al piano terra, centinate e bugnate al piano nobile e rettangolari al secondo piano. Il tetto è concluso da un cornicione aggettante. Nell’androne è stata murata l’iscrizione: “Qui morì Raffaello Sansio il 6 aprile 1520”.
Al primo piano è esposta una collezione di 120 dipinti russi di soggetto religioso, perché papa Benedetto XV, nel 1917, assegnò il palazzo alla appena fondata Congregazione per le chiese orientali.
SAN PIETRO IN MONTORIO
Si trova sul Gianicolo in uno dei punti panoramici più belli di Roma. Commissionato dal re di Spagna, è un tempietto di piccole dimensioni ripreso dai templi peripteri[4] circolari e monumentali romani. Ha un corpo cilindrico, scavato da nicchie di alleggerimento e circondato da un colonnato dorico sopra al quale corre una trabeazione decorata con triglifi[5] e metope[6] a tema liturgico. La muratura della cella è scandita da paraste come proiezione delle colonne. La colonna dorica è posta su una base, come per i romani, mentre per i greci poggiava direttamente sul pavimento.
L’interno ha un diametro di circa 4 metri e mezzo, non c’è spazio per le celebrazioni liturgiche, venne costruito quindi con funzione celebrativa del martirio di San Pietro (crocifissione).
La cupola, realizzata in conglomerato cementizio, ha un raggio d’azione pari alla sua altezza e, all’altezza del tamburo su cui si appoggia, in questo ha un chiaro riferimento con il Pantheon.
La vicina chiesa si deve a Baccio Pontelli (ma per il Vasari a Meo del Caprino) su finanziamento spagnolo (Ferdinando II e Isabella di Castiglia). La chiesa subì danni durante la difesa della Repubblica Romana (1849). Attualmente è una chiesa molto usata per i matrimoni. Sotto l’altare maggiore era sepolta Beatrice Cenci, al di sopra si trovava la Trasfigurazione di Raffaello. La chiesa è ricoperta di affreschi del Cinque e Seicento. Notare la seconda cappella a sinistra (cappella Raimondi) del Bernini e la seconda cappella a destra con un affresco del Pomarancio, affreschi del Pinturicchio e una sibilla attribuita a Baldassarre Peruzzi.
FONTANA DI SANTA MARIA IN TRASTEVERE
Si trova nella piazza omonima che è il cuore di Trastevere. La fontana è opera di Donato Bramante con successivi interventi di Gian Lorenzo Bernini e Carlo Fontana, su preesistente opera forse di epoca imperiale.
Si ritiene che sia la più antica fontana di Roma ancora funzionante, sembra che una fontana in questo luogo ci fosse già in età augustea, era alimentata dall’Acqua Alsietina[7], non potabile, alimentava la naumachia in zona e veniva utilizzata per scopi agricoli. Forse papa Adriano nell’VIII secolo, restaurò la fontana, ma non abbiamo notizie certe. Mentre nel 1450, papa Niccolò V, in occasione del Giubileo fece edificare una vasca quadrata, posta su gradini, al centro della quale su un piedistallo con balaustri, erano due catini circolari.
Tra il 1496 e il 1501 interviene Bramante che aggiunse al catino superiore degli ornamenti a forma di testa di lupo da cui cadeva l’acqua. Alla fine del Cinquecento interviene Giovanni Fontana[8] che cambiò la forma della vasca da quadrata a ottagonale.
La realizzazione dell’acqua Paola, sul vecchio tracciato dell’acquedotto di Traiano, comportò maggior afflusso d’acqua e la collocazione della fontana nel luogo attuale, al centro della piazza. Nel 1658 Bernini la alzò su gradini e vi pose conchiglie sui lati alterni. Un altro intervento è di Carlo Fontana[9], nel 1694, che ampliò la capienza della vasca realizzandola in travertino. Nel 1873 il Comune rifece la vasca principale in marmo bardiglio e pone la scitta SPQR all’esterno delle conchiglie. Un ultimo intervento di restauro nel 1984.
Volgiamo lo sguardo alla chiesa di Santa Maria in Trastevere, ci troviamo di fronte a uno dei gioielli medioevali di Roma. Secondo la tradizione è la prima chiesa di Roma aperta ufficialmente al culto. Fondata nel IV secolo da papa Giulio I (337-352) fu anche la prima chiesa dedicata a Maria nella città. I mosaici dell’abside con l’incoronazione della Vergine furono realizzati nel 1143, le storie della Vergine – invece – sono di Pietro Cavallini (1290). Questi mosaici documentano il graduale passaggio dall’elegante ma immobile linguaggio bizantino, a composizioni tridimensionali in cui figure e architetture acquistano sempre maggiore spessore. Non si può ancora parlare di prospettiva, ma è evidente una nuova concezione dello spazio. Siamo ormai prossimi alla rivoluzione di Giotto.
Approfittiamo della visita alla chiesa per andarne a scoprire altri capolavori. Notiamo il ricchissimo soffitto ligneo a lacunari del Domenichino (1617). All’inizio della navata centrale, sulla destra ecco il tabernacolo marmoreo firmato Mino del Reame con fine bassorilievo prospettico (sec. XV). Nel transetto destro si trova la cappella del Coro d’Inverno realizzata su progetto del Domenichino (1625), sull’altare Madonna di Strada Cupa, attribuita a Perin del Vaga, a sinistra Fuga in Egitto di Carlo Maratta. A sinistra dell’abside, in continuità prospettica con la navata sinistra si trova la cappella Altemps eretta per il cardinale Marco Sitticio Altemps, nipote di Pio IV, da Martino Longhi il Vecchio (1584-85); all’altare è la celebre Madonna della Clemenza”, preziosa tavola a encausto, opera romana del VI – VII secolo.
CHIOSTRO DI SANTA MARIA DELLA PACE
E’ molto probabile che sia una delle prime opere di Bramante a Roma, fu progettata nel 1500, su commissione di Oliviero Carafa. Presenta un linguaggio severo e privo di decorazioni, in questo si distacca dal periodo milanese nel quale realizzava opere con un ricco repertorio decorativo. Lo spazio è circondato da 16 pilastri che formano un portico continuo di volte a crociera.
Il chiostro su pianta quadrata è realizzato utilizzando elementi architettonici e compositivi ripresi dall’architettura romana. Il primo ordine presenta archi a tutto sesto poggianti su pilastri ed inquadrati da paraste e dalla soprastante trabeazione. L’ordine superiore è innovativo per il mancato uso di strutture ad arco: è formato da pilastrini e colonne alternati che sostengono la trabeazione. Sono dorici i pilastri del piano terreno, ionici le paraste, composito il loggiato superiore, come avviene nel Colosseo.
La chiesa di Santa Maria della Pace fu eretta per un voto di papa Sisto IV[10] e dedicata a Maria per ricordare un evento miracoloso per cui un'immagine della Madonna avrebbe sanguinato a lungo. Il papa chiese alla Madonna che la congiura dei Pazzi non portasse ad una guerra. Accolto il desiderio affidò il progetto a Baccio Pontelli[11]. E' formata dall'unione di due organismi, un'aula rettangolare nella parte anteriore, seguita da un ottagono a cupola, aggiunto forse dal Bramante[12]. Nella seconda metà del Seicento papa Alessandro VII fece restaurare la chiesa da Pietro da Cortona[13] che vi aggiunse la facciata barocca che si spinge in avanti tra le ali concave, voleva simulare un palcoscenico teatrale. La facciata è preceduta da un pronao semi circolare sostenuto da colonne tuscaniche binate. Si tratta di una delle principali realizzazioni del barocco romano.
Sull'altare maggiore Carlo Maderno[14] pose il venerabile dipinto della Madonna col Bambino. La prima cappella a destra, detta Chigi è attribuita a Raffaello che eseguì anche l'affresco sull'arcone delle Sibille e Angeli nel 1514. Gli affreschi superiori con i quattro Profeti furono realizzati da Timoteo Viti dopo la morte del maestro su disegno di Raffaello stesso. Sull'altare di questa cappella Cristo trasportato da Angeli di Cosimo Fancelli. La seconda cappella, detta Cesi, fu progettata da Antonio da Sangallo il Giovane ed ha una decorazione rinascimentale sull'arcata esterna di Simone Mosca. La prima cappella sinistra, detta Ponzetti, ha dei notevoli affreschi rinascimentali di Baldassarre Peruzzi Madonna col Bambino e sante Brigida e Caterina con il cardinale Ferdinando Pozzetti 1516. La seconda cappella a sinistra, detta Mignanelli, ha i marmi presi dal Tempio di Giove Capitolino, qui si trova il monumento al vescovo Giovan Andrea Boccaccio opera di Luigi Capponi, scultore lombardo seguace di Andrea Bregno.
La tribuna ottagona ha una serie di cappelle affrescate: da destra Visitazione di Carlo Maratta (1655), Presentazione al tempio di Baldassarre Peruzzi (1524). La prima cappella a destra dell'altare, detta Olgiati, ha un Battesimo di Gesù di Orazio Gentileschi del 1603. La prima cappella a sinistra dell'altare, ha un crocifisso quattrocentesco della scuola di Andrea Bregno.
BIBLIOGRAFIA
- AA.VV. Guida d’Italia, Roma, ed. Tci, 1993.
- AA.VV. Roma, libri per viaggiare, ed. Gallimard – Tci, 1994.
- AA.VV. I rioni e i quartieri di Roma, ed. Newton & Compton, 1989.
- AA.VV. Le strade di Roma, ed. Newton & Compton, 1990.
- Claudio Rendina (a cura di), Enciclopedia di Roma, ed. Newton & Compton, 2005.
- Sabrina Ramacci, 1001 cose da vedere a Roma almeno una volta nella vita, ed. Newton Compton, 09.
- Giorgio Carpaneto, I palazzi di Roma, ed. Newton & Compton, 1991.
- Mariano Armellini, Le chiese di Roma, ed. Pasquino, 1982.
- Carlo Zaccagnini, Le ville di Roma, ed. Newton Compton, 1991.
- Willy Pocino, Le fontane di Roma, Newton & Compton, 1996.
- G.C. Argan, Storia dell'arte italiana, ed. Sansoni, 1975.
- AA.VV. Storia dell'Arte, Istituto Geografico De Agostini,1975.
- AA.VV. Storia Universale dell'Arte, ed. Leonardo,1997.
- Ernest H. Gombrich, La storia dell'arte, ed. Leonardo, 1995.
- AA.VV. L'arte nella storia dell'Uomo, Giunti, 1997.
SITOGRAFIA
www.comune.roma.it
www.archeoroma.beniculturali.it
sovraintendenzaroma.it
www.culturaroma.it
www.romasegreta.it
www.laboratorioroma.it
www.romasparita.eu
www.info.roma.it
www.abcroma.com
www.amicidiroma.it
www.viamichelin.it
Piero Tucci
8.10.17
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[1] Fermignano. Negli anni di Bramante si chiamava Monte Asdrualdo, ma secondo il Vasari era nato a Casteldurante oggi Urbania.
[2] Santa Maria delle Grazie a Milano. Nel refettorio del convento si trova l’Ultima cena di Leonardo (1495-98).
[3] Piazza Scossacavalli. Al centro della piccola piazza era la fontana che ora si trova davanti alla chiesa di Sant’Andrea della Valle. Opera di Carlo Maderno.
[4] Periptero. E’ un tipo di tempio circondato da un portico a colonne.
[5] Triglifo. E’ una formella in pietra decorata con tre scanalature verticali.
[6] Metopa. Formella di pietra scolpita a rilievo, posta in alternanza con i triglifi.
[7] Acqua Alsietina. Voluta da Augusto nel 2 a.C., proveniva dal lago di Martignano (presso Bracciano).
[8] Giovanni Fontana , fratello maggiore di Domenico (colui che rialzò l'obelisco Vaticano), suo è il progetto per l'acquedotto Felice voluto da Sisto V, la fontana dell'Acqua Paola sul Gianicolo, il fontanone di ponte Sisto in piazza Trilussa e la fontana dell'Acqua Felice in piazza San Bernardo o del Mosè presso la stazione Termini.
[9] Carlo Fontana. (Rancate 1638 - Roma 1714) architetto e scultore italo svizzero è vissuto tra Seicento e Settecento, sua la facciata di San Marcello al Corso, la cappella Albani in San Sebastiano, santa Rita in Campitelli, fontana di sinistra in piazza san Pietro e la fontana in Santa Maria in Trastevere. Sua la cappella Cybo in santa Maria del Popolo.
[10] Sisto IV (Papa dal 1471 al 1484) Francesco Della Rovere, di Pecorile oggi Celle Ligure (Savona). Fece costruire la Cappella Sistina e il ponte Sisto sul Tevere a Roma. Francescano, docente di varie università italiane. Il suo monumento funebre simile ad un cofanetto di arte orafa si trova in San Pietro.
[11] Baccio Pontelli (1450-1495) architetto, soprattutto militare ed ebanista nativo di Firenze. Rocca di Ostia e chiesa di Sant'Aurea, rocca di Senigallia, mura di Jesi, progetto della Cappella Sistina realizzata da Giovannino De Dolci. Chiesa di San Pietro in Montorio. Sue le tarsie nello studiolo di Federico da Montefeltro ad Urbino.
[12] Bramante Donato di Angelo Pascuccio (Fermignano PU 1444 – Roma 1514) pittore e architetto. A Milano: Santa Maria presso San Satiro, Sant’Ambrogio (chiostri e canonica), Santa Maria delle Grazie (tribuna). A Roma: chiesa di Santa Maria della Pace con il chiostro, tempietto di San Pietro in Montorio, palazzo del Belvedere in Vaticano. A Urbino il mausoleo dei Duchi. Ebbe incarico da Giulio II di demolire la antica basilica di San Pietro tanto da guadagnarsi il titolo di "mastro ruinante".
[13] Pietro da Cortona Pietro Berrettini detto (Cortona 1596 - 1669) pittore e architetto, fra i protagonisti del barocco. Elaborò uno stile illusionistico come si vede negli affreschi di palazzo Pitti a Firenze o nel Trionfo della Divina Provvidenza in palazzo Barberini a Roma. In architettura usò un linguaggio scenografico basato sul classicismo cinquecentesco. A Roma eresse la chiesa dei Santi Luca e Martina ai Fori e Santa Maria della Pace. Sua la cupola di San Carlo al Corso.
[14] Carlo Maderno è l’autore della facciata di San Pietro.