Ci troviamo nel territorio del V Municipio del Comune di Roma, nel quartiere Prenestino-Labicano, tra la via Prenestina e la via Casilina. Le attuali vie Prenestina e Casilina ricalcano il percorso delle antiche vie romane. Via Prenestina è così chiamata perché conduceva a Preneste, oggi Palestrina, nel primo tratto veniva chiamata anche Gabina perché portava alla città di Gabii. Via Casilina era chiamata anche Labicana perché conduceva a Labicum, attuale Valmontone, talvolta fu chiamata Latina perché una sua diramazione saliva ai Colli Albani dove vivevano i Latini. Il nome Casilina deriva da Casilinum, oggi Capua, dove conduceva la strada e in quel luogo si congiungeva alla via Appia.

     Due sono i tipi di rinvenimenti archeologici dell’area: monumenti funerari e ville. Nel 1870, quando Roma divenne capitale d’Italia, l’area era interamente a vocazione agricola con casali e alcune ville nobili lungo le strade consolari, resta il ricordo di questi insediamenti nei nomi delle strade (ad es. via di Villa Serventi). Tra le due strade principali correva il vicolo del Pigneto che si staccava dalla via Prenestina, poco dopo porta Maggiore e giungeva fino al fosso della Marranella. L’area era utilizzata per il pascolo, il terreno era fertile ma paludoso e ricoperto di fitti canneti, in leggera pendenza verso la marrana dell’Acqua Bullicante.

     Si trattava di un corso d’acqua di notevoli dimensioni proveniente dalle stesse sorgenti che alimentavano gli acquedotti romani e da sorgenti del suburbio. Il fosso era un ramo dell’Acqua Mariana che si distaccava da questo da Porta Furba che a sua volta scendeva da Squarciarelli. Scorreva per via di Tor Pignattara, via della Marranella dove creava un terreno umido detto Marrano o palude, proseguiva per l’attuale via dell’Acqua Bullicante dove erano delle sorgenti in cui l’acqua aveva la caratteristica di ribollire per la presenza di idrogeno solforato. Giunto a largo Preneste si interrava, divenendo falda acquifera per riaffiorare a Casal Bertone e proseguire verso Nord fino all’Aniene all’altezza di via di Pietralata. Il fosso venne chiuso in condotta sotterranea nel 1934[1].

     Questa zona agricola e a pascolo era compresa tra due proprietà più grandi delle altre, la vigna Serventi, tra vicolo del Pigneto e la via Casilina e la Tenuta di Tavoletti, tra vicolo del Pigneto e la via Prenestina (il casale era vicino all’attuale chiesa di San Luca ed era visibile fino agli anni Cinquanta).

     Pochi anni prima di Roma capitale, nel 1856 era sorta la prima stazione di Roma, subito fuori porta Maggiore, solo una banchina con un capannone tipo industriale e binario unico. Si trattava della linea ferroviaria per Frascati. Nel 1872 sorge il mulino che poi diventerà Pantanella. Nel 1880 il deposito della Nettezza Urbana oggi Centro di Accoglienza Caritas. Nel 1890 sorge lo Stabilimento omnibus e tramways tra la linea ferroviaria e vicolo del Pigneto, oggi quell’area è deposito di tram Atac. Ai primi del Novecento si deve la nascita della Officine Meccaniche Roma per carri merci ferroviari e carrozze tramviarie (1903, tra Prenestina e ferrovia per Sulmona), l’Istituto Farmaceutico Cesare Serono (1904, a ponte Casilino), lo Scalo Merci San Lorenzo (1906), la fabbrica di Mattoni Carlo Gubellini (1907, tra la Prenestina e la via del Pigneto) Nel 1913 sorge la chiesa di Sant’Elena. Nel 1923 nasce la Cisa Viscosa, poi Snia Viscosa, seconda fabbrica romana per grandezza e numero di addetti. Nel 1925 erano già urbanizzate la zona intorno a vicolo del Pigneto (un caotico assembramento di baracche e casupole), quella intorno a piazza Tolomeo (villette costruite dalla Cooperativa Termini, 250 alloggi circa), Torpignattara (sulla Casilina) e – lungo la Prenestina -  tra le vie Fanfulla da Lodi e Alberto da Giussano. Tra il 1930 e il 1938 era sorta la borgata Gordiani, lungo l’arteria omonima, elimitata a partire dal 1960. I bombardamenti del 1943 hanno causato morte e distruzione tra i villini della Città Giardino e la chiesa di Sant’Elena. Attivissima la Resistenza soprattutto a Torpignattara, venivano sabotate le linee elettriche e telefoniche, sparsi i chiodi a quattro punte, venivano fatte scritte inneggianti agli alleati e diffusi volanti e giornali antifascisti. Fra i gruppi armati che si opponevano agli occupanti tedeschi erano molto attivi i GAP che avevano i loro capi in questa zona in Nino Franchellucci e Luigi Forcella. Tra le azioni più importanti il 20 gennaio 1944 Rosario Bentivegna pronunciò un comizio in piazza scortato da 30 uomini armati. Il 2 marzo del 1944, nella sua casa di via Fortebraccio, l’operario edile Angelo Calafati, padre di sei figli venne catturato dai fascisti della banda Koch, portato a via Tasso, morirà alle Fosse Ardeatine. Ospitava nella sua casa quattro soldati alleati fuggiti dai tedeschi, due russi, un inglese e un francese. Il 4 marzo viene ucciso nella sua abitazione il commissario di zona, tale Stampacchia, che si era distinto per una incessante azione repressiva verso gli antifascisti. Il commissario era già sfuggito ad un agguato in largo Alessi. Il 24 aprile del 1944 avvenne l’azione partigiana più clamorosa alla stazione Tiburtina, fu fatto deragliare un treno che trasportava trecento detenuti ai campi di concentramento, il treno fu assaltato e i prigionieri aiutati a fuggire. Il 4 giugno del 1944 ultimi scontri tra partigiani e tedeschi in fuga sulla Casilina all’altezza di Villa Certosa. Alle ore 9 il quartiere era liberato.

     Tra gli anni Cinquanta e Sessanta sono sorte abitazioni a carattere intensivo che hanno saturato tutti gli spazi liberi. In questi anni le “Consulte popolari” hanno guidato la lotta per la casa per la borgata Gordiani (anche via Terracina e Formia, 500 famiglie nel 1968), il borghetto Prenestino (660 famiglie nel 1968), al Torrione (240 famiglie sempre nel 1968) e a via Norma (altre 155). Dagli anni Settanta la zona del Pigneto ha visto l’arrivo di molti studenti universitari per la vicinanza alla Città Universitaria. In conseguenza di ciò sono sorti molti locali serali e notturni frequentati da giovani e giovanissimi. Qui sono venuti ad abitare molte persone del mondo dello spettacolo, tra queste Vladimir Luxuria[2]. Negli anni Ottanta è stato realizzato il Piano di Zona 23, su progetto dell’architetto Ludovico Quaroni, un quartiere che offre una alta qualità di vita ai propri abitanti. Dagli anni Ottanta anche questa zona di Roma, come tutta la città è in decremento demografico. Negli ultimi venti anni molti extracomunitari sono andati ad abitare nel primo tratto di via del Pigneto e strade limitrofe, altri a Torpignattara dove c’è la scuola elementare Carlo Pisacane frequentata totalmente da cinesi (su 176 alunni, 40 hanno la cittadinanza italiana). Molti gli immigrati del Sud dell’Asia, Bangladesh, India, Pakistan, Sri Lanka.

     Nel 2013 vi sono state numerose e clamorose proteste degli abitanti del Pigneto che lamentavano il degrado della via nel tratto pedonale e della zona, nelle ore notturne si segnalava il problema dello spaccio della droga. Il 14 ottobre 2013 il sindaco Ignazio Marino si è recato al Pigneto per incontrare la popolazione per i problemi di ordine pubblico della zona[3]. Il 29 giugno 2015 sono state inaugurate quattro stazioni della metro C, a metà 2016 arriverà a San Giovanni.

 

ITINERARIO

     Il nome Pigneto indica già la sua origine, una pineta in posizione sopraelevata rispetto alle due vie consolari piantata dalla famiglia Caballini presso la settecentesca villa Serventi.

     Via del Pigneto inizia dal primo tratto della via Prenestina, proprio dove è piazza Caballini (sulla nostra testa il mulinello degli svincoli della Tangenziale) con il deposito di tram Atac ed una grande edicola sacra posta proprio al bivio. Il primo tratto di via del Pigneto è stretto e caratterizzato dalla rampa in discesa della Tangenziale. Si avanza in un paesaggio di periferia industriale, sulla sinistra si trova il deposito Algida oggi occupato dalla ditta Sprint Spedizioni (civico 5 b), si noti il tetto ricoperto di tegole tipico degli edifici industriali dei primi del Novecento. Si arriva in PIAZZA del PIGNETO. Alle spalle della piazza (no lato Serono, ovviamente) si trova via Sondrio, al civico 21 abitava Lucio Battisti quando la sua famiglia si trasferì a Roma da Poggio Bustone, il padre lavorava alla stazione Tuscolana, il ragazzo frequentava l’istituto Galileo Galilei in via Conte Verde.

     La piazza di forma rettangolare, è caratterizzata dall’ISTITUTO FARMACOLOGICO SERONO, che si sviluppa su uno dei lati lunghi. Sul lato corto si trova il ponte Casilino, di fronte inizia via L’Aquila, in leggera discesa che porta alla via Prenestina. Al centro uno squallido giardinetto intitolato a Tiziano Terzani[4]. Nell’Istituto Farmacologico Serono c’è la storia del quartiere, dai documenti d’archivio sappiamo che nel 1904 Giorgio Passarge, farmacista in piazza di Spagna, chiese il permesso al Comune di poter costruire un laboratorio in un terreno di sua proprietà al Pigneto. Nel 1925 venne ampliato e assunse l’aspetto attuale. Il complesso oltre ai laboratori aveva abitazioni per il personale. Dismesse in questa sede le attività industriali, la proprietà ottenne il cambio di destinazione d’uso. Una parte dell’edificio è sede centrale dell’Istituto, una parte è occupata da mini appartamenti, un’altra è stata consegnata al comune (oneri concessori) nella quale vi ha trasferito la biblioteca del municipio. Dal 2010 parte del complesso è adibito ad albergo, di proprietà di una società catalana, dal nome: EUROSTARS ROMA AETERNA. E’ un quattro stelle che dispone di 144 stanze, dispone di 7 saloni per congressi ed eventi, il più grande di mq 244 può ospitare 260 persone (Palatina)[5].

     In via del Pigneto 22 si trova la BIBLIOTECA GOFFREDO MAMELI del Comune di Roma, è intitolata all’eroe del Risorgimento nazionale morto in difesa della Repubblica romana, dispone di 30.000 volumi, 5.000 cd e 50 periodici. Si estende su una superficie di 550 mq più 280 di giardino. E’ stata inaugurata il 19 ottobre 2011[6].

     In via L’Aquila si trova il NUOVO CINEMA AQUILA. Risale agli anni Trenta, è in stile razionalista e ristrutturato pochi anni fa rispettando lo stile di costruzione. La tettoia originale era in muratura mentre quella attuale è in ferro e vetro, si tratta di una pregevole opera di restauro. La struttura è stata sequestrata alla mafia (banda della Magliana?) nel 1998 e nel novembre 2004 la Giunta comunale ha stanziato 2 milioni di euro per trasformarlo in cinema con tre sale, libreria specializzata, sede espositiva e caffè. E’ stato reinaugurato il 21 aprile 2008, a pochi giorni dalle elezioni comunali che portarono Alemanno ad essere sindaco di Roma.

 

     Si prosegue per via del Pigneto, in questo tratto si trovano i banchi del mercato rionale e fino a via Grosseto – via Ascoli Piceno è pedonale. La quarta domenica del mese in questo tratto di strada pedonale si tiene un mercatino di antiquariato, modernariato, vintage, collezionismo, libri, francobolli, gioielli e bigiotteria d’epoca. Molti locali per i giovani che amano tirar tardi la sera. Il quartiere, di origine popolare, ha visto la stessa mutazione di San Lorenzo, della Garbatella e Casal Bertone. Al civico 57-61 si trova una costruzione del 1924 con una decorazione decisamente particolare, la più caratteristica della strada. Sul palazzetto di tre piani, in cortina, articolato in rifiniture bianche, sono inseriti ben tredici bucrani, posti tra il primo e il secondo piano. Si tratta di un elemento insolito per un palazzo moderno, si riferisce alla decorazione di monumenti classici (vedi la tomba di Cecilia Metella), vuole ricordare la professione di macellaio del proprietario.

   Più avanti, sul palazzo d’angolo con via Ascoli Piceno è posta un’edicola sacra a forma di tempietto con due colonnine ioniche, all’interno mattonelle di ceramica dipinta rappresentano la Sacra Famiglia, sul timpano il monogramma mariano. In via Ascoli Piceno 18 una lapide ricorda Antonio Atzori, partigiano, deportato e morto in campo di concentramento.

     Voltiamo a destra per via Campobasso, dove si incontrano altre deliziose palazzine, dopo pochi metri la strada viene divisa da un palazzo con cantonale stondato su cui è inserito un grazioso balconcino balaustrato, sulla destra continua via Campobasso, sulla sinistra inizia via Avellino che porta in via Casilina dove è la chiesa di Sant’Elena.

 

     Tornati in via del Pigneto si raggiunge e si  supera con un PONTE PEDONALE LA LINEA FERROVIARIA che collega la linea per Firenze con quella per Napoli. Di fronte si trova la stazione della metro C Pigneto che ha riqualificato quel tratto di strada. Il pre-esercizio della metro C è iniziato il 15 dicembre 2013, il tratto Pantano – Centocelle ha aperto nel novembre 2014, l’ulteriore tratto fino a Lodi ha aperto nel giugno 2015, arriverà a San Giovanni nel 2016. Sulla destra vediamo l’austero edificio dell’Istituto Professionale di Stato “Virginia Woolf” seguito dalla SCUOLA ELEMENTARE ENRICO TOTI. Nel novembre del 2012 sono finiti i lavori di bonifica dall’amianto che hanno comportato l’abbattimento del padiglione adibito a biblioteca.  Si prende circonvallazione Casilina verso Nord si piega nella prima a destra: via Braccio da Montone, in questa strada al civico 21 uno dei villini più belli del Pigneto, è in stile liberty, presenta un portico sovrastato da finestra entrambi stondati e da un corpo di fabbrica nel quale prevale di giallo con decorazioni azzurre e bianche. Nella vicina via Fortebraccio, al civico 25, una  lapide ricorda il partigiano Angelo Galafati che nella sua abitazione nascondeva 4 soldati russi, un francese e un belga. Arrestato su delazione dalla banda Koch, venne ucciso alle Fosse Ardeatine.Si prosegue fino a via Fanfulla da Lodi[7].

     Qui si trova il celebre BAR NECCI, diventato famoso in seguito al film di Pasolini “Accattone” del 1961. Vedi il paragrafo finale dedicato al cinema. Oggi è uno dei luoghi più frequentati della movida giovanile. La zona venne ripetutamente colpita dai bombardamenti dell’ultima guerra, i segni di tale distruzione rimasero per decenni dopo la guerra. Nei registri dei Vigili del Fuoco presenti nel museo di via Galvani vi è traccia delle operazioni di soccorso alla popolazione vittima di crolli, persone travolte o imprigionate dalle macerie. Vengono menzionate via Ettore Fieramosca, via Erasmo Gattamelata, via Alberto da Giussano.

 

     Via Fanfulla da Lodi termina in via del Pigneto proprio nel tratto in cui la via si sdoppia, presenta al centro alti pini e variazioni planoaltimetriche per poi ricongiungersi.

 

     Giunti all’incrocio con via Adriano Balbi la si imbocca, è questa una delle strade più caratteristiche della

 

CITTA’ GIARDINO

 il cui centro e immagine è piazza Copernico.

     Questa parte del quartiere venne costruita dalla Cooperativa Termini, una cooperativa di ferrovieri, fondata nel 1919 che acquistò il terreno della villa appartenuta ai conti Serventi per costruirvi piccoli villini, circondati da giardini o orti, ad uno o due livelli, per 250 alloggi che vennero realizzati entro il 1925. Si tratta di villini bifamiliari in semplice stile geometrico, a uno o due livelli, circondati da giardinetti privati secondo il modello delle città giardino inglesi. Attualmente sulla mappa di Google non ne arrivo a contare 100. La cooperativa ristrutturò una costruzione rurale (la torretta di piazza Copernico) destinata ad ospitare la sede della cooperativa stessa, mentre il casino nobile andò distrutto. I ferrovieri si stabilirono in questa zona data la vicinanza con lo scalo merci San  Lorenzo nato nel 1906, e la stazione Prenestina.Il 23 novembre 1920 fu lo stesso re Vittorio Emanuele III ad assistere alla posa della prima pietra della Città Giardino.

 

     Via Adriano Balbi presenta una serie di villini, tutti curati e circondati dal verde con alti alberi. Al civico 15 si trova il villino delle Piccole Suore del Sacro Cuore di Gesù che ha il corpo centrale leggermente arretrato rispetto alle due ali laterali.

     All’angolo con via Cristoforo Buondelmonti ne troviamo uno con decorazioni bianche che risaltano sull’intonaco rosso mattone.

Raggiungiamo piazza Tolomeo, la circondano graziose villette con tetti di tegole o con terrazzi, con semplici finestre o graziosi balconcini in ferro battuto.

     Se da questa piazza si percorre via Vincenzo Coronelli, al civico 24 si trova il MUSEO STORICO DIDATTICO DI GIOCHI E GIOCATTOLI DEL NOVECENTO. Si tratta di un museo etnografico privato di Lisa e Franco Palmieri che hanno ereditato la collezione di Fritz Billig Hoenigsberg, viennese emigrato in America per le persecuzioni razziali del nazismo. Iniziando dalla conservazione dei suoi giocattoli ne continuò a collezionare per tutta la vita acquistandoli da tutti e cinque i continenti. La collezione oggi comprende 2.700 giocattoli industriali costruiti tra il 1920 e il 1990. Nel museo anche un teatro da 60 posti, una biblioteca, locandine e manifesti pubblicitari. E’ aperto su prenotazione[8].

     Da piazza Tolomeo imbocchiamo via di Villa Serventi che ha sullo sfondo la via Casilina e gli archi dell’Acquedotto Felice.

 

VIA DI VILLA SERVENTI

     Al civico 2 si trova la cosiddetta “casa dei Cesaroni”, mentre nella finzione è in via Filippo Tolli 2 alla Garbatella, gli interni sono girati a Cinecittà. La casetta risale al 1929. “I Cesaroni” sono una serie televisiva italiana prodotta dal 2006 al novembre 2014 dalla Publispei di Carlo Andrea Bixio e da Rti. La serie è giunta alla sesta stagione. Interpreti sono: Claudio Amendola, Elena Sofia Ricci, Antonello Fassari, Max Tortora e altri. La regia è di Francesco Stefano Vicario e Francesco Pavolini[9].

 

Tornati a piazza Tolomeo prendiamo via Pomponio Mela, al n. 1 il villino di Luigi Castaldi su due piani di finestre incorniciate, tutto intonacato di rosso con una greca a quadretti bianchi e rossi sotto il tetto.

Via Pomponio Mela termina in piazza Copernico. Qui troviamo la TORRETTA, uno dei simboli del Pigneto. Era un vecchio casale facente parte di villa Serventi, che lo utilizzavano come fienile; mentre il casino nobile è stato abbattuto, questo venne ristrutturato per ospitare la sede della cooperativa Termini che ha edificato la Città Giardino Prenestino. E’ un luogo leggendario, si dice che vi abbia dormito Garibaldi. Sulla facciata si trova una grande epigrafe che ricorda i soci della cooperativa e i loro congiunti caduti in guerra, nei bombardamenti e alle Fosse Ardeatine.

Prendiamo via Fra Mauro, anche qui villette circondate da palme e pini con loggette, portici, finestre arcuate e balconcini.

Alla fine della strada il panorama cambia completamente, ci troviamo in quella parte della città costruita solo sulla base delle spinte speculative, tutti intensivi di dieci piani. Giungiamo a via dei Condottieri, percorriamo per tutta la sua lunghezza via Roberto Malatesta fino a giungere in via dell’Acqua Bullicante, la percorriamo in direzione Sud fino a giungere a via Casilina (piazza della Marranella), la oltrepassiamo, prendiamo via di Torpignattara, la prima a destra è via Galeazzo Alessi. Fatti 300 metri giungiamo al

 

MURALES A PASOLINI

     E’ stato soprannominato la “Cappella Sistina di Tor Pignattara”, un tributo a Pier Paolo Pasolini, opera di Nicola Verlato, in arte Hostia. E’ sulla facciata di via Galeazzo Alessi, risale ad aprile 2015. Una “Pietà”, in una scena classica nella quale un uomo precipita nel vuoto.

     Una “Pietà” si trova sul lungotevere Testaccio dove fu girata la scena finale di Accattone, rappresenta Pasolini che tiene in braccio se stesso morto, è opera di un anonimo.

 

Si riprende la via Casilina in leggera salita, dopo la chiesa dei Santi Marcellino e Pietro si trova l’ingresso al

 

PARCO DI VILLA DE SANCTIS

detto anche parco Casilino Labicano. Il  parco ha una superficie di circa 12 ettari, fu aperto al pubblico dal sindaco Rutelli il 5 novembre 1994 (solo una zona di tre ettari all'angolo tra via Casilina e via dei Gordiani). Nel 1942 Filippo De Sanctis, proprietario del fondo, lascia in testamento il terreno all'Ente Comunale di Assistenza di Roma. Solo nel 1950 la villa viene finalmente consegnata al Comune ma la proprietà era stata affittate e subaffittata. Il 31 marzo 1981, con il sindaco Petroselli, viene deliberata la costituzione del parco pubblico, ma l’area è occupata da depositi di auto in demolizione, depositi di materiali edili, un circolo sportivo e un ristorante con parcheggio “La carovana”. Dopo lunghe battaglie legali si arriva finalmente allo sgombero, alla bonifica e all'inaugurazione del 1994.

     Fra i resti di epoca romana presenti nella villa è da menzionare un sepolcro sovrastato da un gazebo in ferro battuto, visibile anche da via Casilina.

     Fino alla costruzione del quartiere di Casilino 23 era possibile vedere nella zona delle greggi al pascolo.

     Nel 2003 (sindaco Veltroni) è stato inaugurato il Parco delle Sculture con la collocazione di 5 opere d'arte contemporanea realizzate utilizzando cinque materiali diversi:

- "Freeze" di Anna Ajò, in vetroresina;

- "Porta Magica" di Immacolata Datti, in terracotta;

- "Porta" di Giuliano Giuliani, in travertino;

- "Romana" di Carlo Lorenzetti, in acciaio;

- "Luna" o "Luna verde" di Costas Varatsos, in vetro[10].

     La villa padronale è stata restaurata e dal gennaio 2012 ospita la “CASA DELLE CULTURE”, al piano terra c’è un salone per le mostre, al primo piano si trova il Centro di Documentazione con una piccola biblioteca che si è formata con le donazione degli abitanti del quartiere. Si è arricchita con la donazione della biblioteca di Carlo Maria Colucci professore all’Università di Tor Vergata scomparso prematuramente. Per il futuro si prevede di realizzare nell’edificio l’”Ecomuseo del Comprensorio Casilino”.

 

     Uscendo da villa De Sanctis da via dei Gordiani, andando verso la Casilina c’era la fabbrica della BIRRA PILSEN, prima di questa vi era, negli anni Cinquanta, una PORCARECCIA, gli animali allevati in questo luogo erano alimentati con gli scarti alimentari prelevati dalla immondizia pubblica[11].

 

L’entrata al parco su via dei Gordiani permette l’ingresso al

 

QUARTIERE CASILINO 23

     Il quartiere, che oggi gli abitanti vogliono chiamare di Villa De Sanctis, è stato progettato da Ludovico Quaroni[12] con Gabriella Esposito, Luciano Rubino e Roberto Maestro. Si tratta di un’area edificata di 50 ettari per complessivi 12.000 abitanti. Lo schema planimetrico è costituito da 29 edifici a “stecca” disposti a ventaglio a partire da un’area a servizi con scuole e centro commerciale. Ogni stecca ha una forma a salire, via via che si allontana dal centro tende a salire fino ad arrivare a dieci piani (alcuni anche a 14 piani), questo rende ogni edificio un trapezio. Ad interrompere la prospettiva radiale sono stati inseriti edici verticali di uno o due piani, che non erano previsti nel piano. Inoltre la visione di insieme che si doveva avere da viale delle Primavera non è possibile perché quel viale è a 4 metri più in basso rispetto al livello del quartiere. Al centro del comprensorio si trova un viale pedonale con negozi, il viale termina alla chiesa parrocchiale. Il quartiere è dovuto a cooperative edilizie, tra queste quelle dei ferrovieri presso la via Casilina. Ci troviamo in un punto particolarmente alto della nostra città, alcuni palazzi, ai piani più alti vedono la cupola di San Pietro. Al di sotto del quartiere vi sono numerose grotte, in parte naturali, in parte scavate dall’uomo per ricavarne materiale da costruzione negli anni di fine Ottocento primi Novecento. La presenza di tali cavità a dato luogo a problemi di staticità degli edifici come è avvenuto per la scuola Romolo Balzani nel 2012.

     Il quartiere di Casilino 23 ha le strade intitolate a poeti romaneschi (Romolo Balzani[13], Checco Durante[14], Valentino Banal, e altri). Un referendum consultivo ha deciso che il quartiere di chiami: quartiere di Villa De Sanctis (vi erano altre proposte: Ludovico Quaroni, Primavera, Due Allori, non mancò chi voleva conservare il nome del PdZ). Data la particolarità del quartiere è da alcuni chiamato “I Parioli di Centocelle”. La sua parrocchia è la:

 

CHIESA DI SAN GERARDO MAIELLA

     Si apre su una strana piazza pedonale (parte della piazza presenta un parcheggio sotterraneo) posta lungo il percorso di via Francesco Ferraironi, la festa patronale è a ottobre. La parrocchia è stata creata nel 1978 dal cardinale vicario Ugo Poletti. Il complesso parrocchiale è stato progettato da Aldo Aloysi[15] e realizzato nel 1980-81, consacrata nel 1982. E’ un edificio simile a un capannone industriale o un garage con evidente sviluppo orizzontale, interno a base quadrata. Presenta due ingressi uguali sotto una pensilina, alta croce sulla destra come campanile. Don Benito Vaschetta è stato il primo parroco.

 

     Sulla piazza pedonale della chiesa affaccia anche l’ingresso principale del MERCATO COPERTO realizzato nei primi anni Duemila. In via Romolo Balzani sono da notare la SCUOLA ROMOLO BALZANI che è dotata di un giardino – orto botanico creato dal comune di Roma, la scuola è stata chiusa dal marzo 2013 a fine anno scolastico per lesioni alla struttura dell’edificio dovute alla presenza di cavità sotterranee. Sempre in via Romolo Balzani si trova il CASALE GARIBALDI, uno dei tanti casali della periferia romana, come l’omonimo nel quartiere “Basilica di San Paolo”, nei quali si ritiene che abbia soggiornato l’Eroe dei Due Mondi. Svolge una apprezzata attività sociale e culturale (Upter), vi ha sede il comitato di quartiere.  Nella vicina via Checco Durante, in angolo con via dei Gordiani si trova una antenna Telecom che desta preoccupazione negli abitanti per le emissioni elettromagnetiche, tutti i rilevamenti hanno sempre rilevelato emanazioni nei limiti della norma. In via Francesco Ferraironi si trova la SCUOLA ELEMENTARE IQBAL MASIH[16], mentre nella vicina via Guattari la SCUOLA MEDIA FRANCESCO BARACCA[17] dal nome del vicino aeroporto. Sempre in via Guattari si trova il CENTRO COMMERCIALE PRIMAVERA che si affaccia sul viale omonimo ad un livello più basso. I cittadini sono riusciti ad ottenere che tale edificio non avesse le previste torri per diminuirne l’impatto ambientale. E’ aperto tutte le domeniche, dispone di un supermercato Simply, Media World, Ovs, Azzurra Sport e una quarantina di negozi su due piani.

 

 

LOCALI

Ristorante Pizzeria Aquila d’Oro, via L’Aquila 24.

L’infernotto Enoteca, via del Pigneto 33.

La gelateria del Pigneto, di Filippo Ruggieri, via Pesaro.

Vitaminas 24, via Ascoli Piceno 40, è un ristorante di cucina biologica, servono cibi crudi. Centrifughe di verdure, frullati senza latte con effetto disintossicante. Tutti i prodotti da un’azienda biologica dei Castelli Romani, i frutti tropicali: acai, acerola, caia, graviola, cupuacu, vengono dal Brasile.

Ristorante Primo, via del Pigneto 46, crocchette di baccalà.

Kino, via Perugia 34,cineclub erede del Grauco, uno dei primi cineclub di Roma.

Fraschetta romana, via del Pigneto 68, ad angolo con circ. Casilina, si mangia porchetta, mozzarella e pasta.

Necci, via Fanfulla da Lodi 68, bar e ristorante, celebri i cornetti a tarda ora. E’ il locale immortalato da Pasolini in “Accattone”.

 

Circolo degli Artisti, via Casilina Vecchia 42, è vicinissimo al Pigneto, musica dal vivo, pizzeria, braceria, scuola di teatro, eventi. Dal 1989.

 

 

IL QUARTIERE NEL CINEMA

     Il Pigneto è protagonista del capolavoro del neorealismo “Roma città aperta” (1945) di Roberto Rossellini, in via Montecuccoli vive Pina (Anna Magnani) la protagonista femminile di questa storia che è un affresco della società romana negli anni della guerra e un omaggio alla Resistenza. Per la prima volta si vedono sullo schermo dal vero interni, cortili e scale di vecchi palazzoni popolari, bambini malvestiti e sporchi, litigi familiari, tram affollati, donne incinte senza essere sposate. Sempre al Pigneto è ambientato “Accattone”(1961) di Pier Paolo Pasolini, in via Fanfulla da Lodi si trova il bar da lui frequentato. E’ la storia di un sottoproletario della borgata Gordiani di nome Vittorio (Franco Citti) che vive sfruttando una prostituta, il finale sarà drammatico. Il bar Necci sorge in questa strada dal 1924, gestito sempre dalla stessa famiglia. In passato, nel locale avevano sede due società di ciclismo. E’ frequentato da personaggi del mondo dello spettacolo, tra questi: Fiorella Mannoia, Luca Barbarossa e la “iena” Lucci. Nella notte tra il 30 e il 31 marzo 2009 è stato parzialmente distrutto da un incendio, i proprietari hanno dichiarato di non aver mai ricevuto minacce, hanno fatto riferimento a un gesto di “invidia”. In questo locale è stato girato, nel 2009, il film “Una questione di cuore” scritto e diretto da Francesca Archibugi, con Antonio Albanese e Kim Rossi Stuart. Al Pigneto sono stati ambientati “Bellissima” (1951) film neorealista di Luchino Visconti con Anna Magnani e Walter Chiari, “L’audace colpo dei soliti ignoti” (1959) con Vittorio Gassman, Renato Salvatori, Riccardo Garrone e Nino Manfredi, film di Nanni Loy, “La Domenica della buona gente” (1953) di Anton Giulio Majano con Maria Fiore, Sophia Loren e Renato Salvatori, è girato tra il Pigneto e via Fortebraccio, “Il ferroviere” (1956) di Pietro Germi, con Pietro Germi, Luisa Della Noce, Sylva Koscina, invece è stato girato tra piazzale Prenestino e la circonvallazione Casilina. Anche “La messa è finita” (Moretti, 1985) è un altro film omaggio a questa parte di città. E’ la storia di un giovane sacerdote di Ventotene che torna a Roma, diventa parroco di Santa Maria Mediatrice in via Cori (Prenestino-Labicano), cerca di riprendere contatti con la famiglia e con gli amici ma, trova persone stralunate. In piazzale Prenestino con la tangenziale appena costruita abita il protagonista del film “Un borghese piccolo piccolo” (Mario Monicelli, 1977) con Alberto Sordi, al Cannone di via Casilina c’è la scena finale del film. “Il tetto” di Vittorio De Sica, del 1956, ha per protagonista il borghetto Prenestino, qui il protagonista cerca di costruire la sua baracca tra le altre baracche.

 

 

BIBLIOGRAFIA

- AA.VV. Guida d’Italia, Roma, ed. Tci, 1993.

- AA.VV. Roma, libri per viaggiare, ed. Gallimard – Tci, 1994.

- AA.VV. I rioni e i quartieri di Roma, ed. Newton & Compton, 1989.

- AA.VV. Le strade di Roma, ed. Newton & Compton, 1990.

- Claudio Rendina (a cura di), Enciclopedia di Roma, ed. Newton & Compton, 2005.

- Carlo Villa, Le strade consolari di Roma, ed. Newton Compton, 1995.

- Stefania Quilici Gigli, Roma fuori le mura, ed. Newton, 1986.

- Irene de Guttry, Guida di Roma moderna, ed. De Luca 1989.

- Gaia Remiddi e altri, Il moderno attraverso Roma, ed. Groma, 2000.

- Piero Ostilio Rossi, Roma. Guida all’architettura moderna, ed. Laterza, 1991.

- AA.VV. Invito al Pigneto, la città giardino del Prenestino, 2000 (a cura dell’Ass. Cult. Futuro).

- Paolo Montanari, Sul territorio del Prenestino-Labicano, ed. e-doxa, 2004 (a cura del Municipio).

- AA.VV. Stradaroma, ed. Lozzi, 2005.

- AA.VV. Tutto Città, 2011/2012, ed. Seat.

 

SITOGRAFIA

www.comune.roma.it

www.archeoroma.beniculturali.it

www.romasegreta.it

www.laboratorioroma.it

www.romasparita.eu

www.info.roma.it

www.abcroma.com

www.vicariatusurbis.org

www.bandb-rome.it/roma_pigneto.html

www.pigneto.it

www.pioxii.it

www.romasette.it

www.repubblica.it

www.corriere.it

www.ilmessaggero.it

www.romatoday.it

www.it.wikpedia.org

www.treccani.it

www.maps.google.it  

www.viamichelin.it  

 

Piero Tucci

8.11.15

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[1] Fosso dell’Acqua Bullicante. Le notizie da: il pinolo.it.

[2] Vladimir Luxuria, al secolo Vladimiro Guadagno (Foggia 1965), attrice, scrittrice e attivista politica, è stata deputata della XV legislatura, la prima transgender.

[3] Pigneto. Problemi di ordine pubblico. Vedi la Repubblica, cronaca di Roma del 22.5.10 (manifestazione contro lo spaccio) e 15.10.13 (visita del sindaco Marino).

[4] Tiziano Terzani.  (Firenze 1938 – Orsigna 2004) Giornalista e scrittore italiano.

[5] Hotel Eurostars Aeterna tutte le notizie da: eurostarshotels.it.

[6] Biblioteca Goffredo Mameli. Tutte le notizie da: comune.roma.it. Nel 2011 era sindaco Gianni Alemanno.

[7] Via Fanfulla da Lodi. Vedi nota n. 20.

[8] Museo del Giocattolo. Tutte le notizie da it.wikipedia.org.

[9] I Cesaroni. Tutte le notizie da: it.wikipedia.org.

[10] Parco di Villa De Sanctis. Tutto il paragrafo è preso da: Mausolei di Roma.

[11] Birra Pilsen e Porcareccia. Le notizie di questi due siti da un colloquio orale con Masci Corinto.

[12] Ludovico Quaroni.  (Roma 1911-1987) La piazza dell'E42 oggi Marconi con altri, il quartiere INA Casa Tiburtino al settimo chilometro della Tiburtina, il quartiere "La Martella" a Matera, la palazzina la Tarataruga in via Innocenzo X con Carlo Aymonino nel 1951, il complesso polifunzionale a Grosseto in piazza Rosselli, la Chiesa Madre di Gibellina (1972), il quartiere di Casilino 23. A lui è intitolata la facoltà di architettura di Valle Giulia.

[13] Romolo Balzani (Roma 1892-1962) cantautore, attore, poeta. Barcarolo romano e l’Eco der core le sue canzoni più celebri.

[14] Checco Durante (Roma 1893 – 1976) attore e poeta italiano popolare per l’uso del dialetto romanesco, interpreto con schiettezza e bonomia un certo carattere romano. Sposatosi con l’attrice Anita Durante ebbe due figlie, anch’esse attrici, Leila e Luciana, quest’ultima madre del celebre doppiatore Francesco Prando. Dal 1950 la sua compagnia teatrale recitò nel teatro Rossini presso il Pantheon.

[15] Aldo Aloysi. L’arch. È autore della chiesa di San Gregorio Magno alla Magliana, di Nostra Signora di Fatima in via del Fontanile Nuovo alla Borgata Ottavia (presso via Trionfale).

[16] Iqbal Masih Bambino-operaio pachistano, attivista, simbolo della lotta contro il lavoro infantile. Parlò alle nazioni unite contro il lavoro dei bambini nelle fabbriche di tappeti, lavoro condotto in condizioni di schiavitù. Fu ucciso il 16 aprile 1995, a 12 anni, con i suoi due cugini, mentre era in bicicletta, si trattò di un complotto della mafia dei tappeti.

[17] Francesco Baracca. (Lugo 1888-Nervesa della Battaglia 1918) un asso dell’aviazione italiana, medaglia d’oro al valor militare nella prima guerra mondiale, gli vengono attribuite 34 vittorie aeree. Un museo lo ricorda nella sua città natale.