INTRODUZIONE
La Società Sportiva Lazio, nota più semplicemente come “la Lazio” è una società polisportiva nota soprattutto per la sua sezione calcistica. Fu fondata a Roma il 9 gennaio 1900 come “Società podistica Lazio” da nove atleti guidati dal sottufficiale dei bersaglieri Luigi Bigiarelli. I colori sociali sono il bianco e il celeste, la divisa per le partite in casa è: maglietta celeste e pantaloncini bianchi con calzini bianchi e riga in alto celeste; in trasferta: tutta rossa con una striscia biancoceleste. Gioca nel campionato di serie A, oggi il presidente è Claudio Lotito, l’allenatore Stefano Pioli, gioca nello stadio Olimpico di Roma. L’inno ufficiale della Lazio è “Vola Lazio vola” composto e interpretato nel 1983 dal cantautore romano Toni Malco. Uno dei più accesi sostenitori è stato Mario Riva.
Nella sua storia ha disputato 72 campionati di serie A a girone unico su 83 totali, ha vinto due scudetti (nel 1973/74 e nel 1999/2000), 6 Coppe Italia e una Coppa delle Coppe. Attualmente è terza nella classifica di serie A con 66 punti, distanziata di 20 punti dalla capolista Juventus (situazione al 25.05.15).
Vip tifosi della Lazio sono: Tania Zamparo, Enzo Garinei, Ray Lovelock, Asia Argento, Nicola Arigliano, Enrico Brignano, Bruno Corbucci, Gianfranco D’Angelo, Eleonora Daniele, Cristian De Sica, Anna Falchi, Fraiese Paolo, Pino Insegno, Franco Interlenghi, Ubaldo Lai, Nanni Loy, Franco Marini, Federico Moccia, Enrico Montesano, Paolo Panelli, Marco Pannella, Nicola Pietrangeli, Francesco Rutelli, Delia Scala, suor Paola, Aroldo Tieri, Paola Turci, Trilussa.
STORIA DELLA LAZIO
La Società Podistica Lazio (solo nel 1925 rinominata Società Sportiva Lazio) fu fondata il 9 gennaio 1900, in piazza della Libertà da un gruppo di nove giovani con a capo il sottoufficiale dei Bersaglieri, oltre che atleta podista, Luigi Bigiarelli.
Fin dai primissimi anni si rivelò la più forte squadra di calcio della capitale, nel 1908 si affiliò alla FIF, la Federazione Italiana Footbal, dal 1910 partecipò alle competizioni federali, dal 1912 giocò in prima categoria. Fino allo scoppio della prima guerra mondiale raggiunse la finalissima del torneo nazionale quattro volte, senza però mai vincerlo. La finalissima del 1915 fu annullata a causa dello scoppio della grande guerra.
Nel 1927 la Lazio, resistette alla volontà del regime fascista di avere nella città una sola squadra di calcio, quella che poi sarà la Roma. Nella stagione 1936/37, guidati da Silvio Piola, storico attaccante della Nazionale e maggior autore di gol italiano di tutti i tempi, la Lazio sfiorò lo scudetto, raggiungendo il secondo posto nella classifica finale del campionato di calcio di serie A. Nello stesso anno raggiunse la fina della Coppa dell’Europa, detta poi Mitropa, sconfitta da una squadra ungherese.
Nel secondo dopoguerra la Lazio attraversa un periodo di difficoltà anche per il trasferimento del cannoniere Silvio Piola tra le fila del grande Torino. Tra risultati altalenanti, alla fine degli anni Cinquanta arriva il primo trofeo ufficiale: la Coppa Italia del 1958. Successivamente i biancazzurri retrocessero per la prima volta il serie B nel 1961 per ritornare in A due anni dopo. Dopo alcuni anni di piazzamenti a metà classifica, la Lazio retrocede in B nel 1971 e tornò in A l’anno dopo. Sorprendentemente si dimostrò all’altezza delle migliori squadre, ovvero il Milan e la Juventus sfiorando la vittoria nell’ultima giornata sul campo del Napoli. Il merito principale di questa grande ripresa della Lazio va al difensore, nonché capitano Pino Wilson, ai centrocampisti Luciano Re Cecconi e Mario Frustalupi, al cannoniere Giorgio Chinaglia e all’indimenticabile Tommaso Maestrelli. Era maturo il momento della conquista del primo scudetto che avvenne nel 1973/74.
Purtroppo la squadra dovette affrontare alcuni momenti negativi, le tragiche scomparse di Re Cecconi e di Maestrelli, il trasferimento negli Usa di Chinaglia. In quegli anni entusiasmarono i sostenitori della squadra biancoceleste i gol di Bruno Giordano, nel 1979 divenne capocannoniere della serie A.
Nel 1980, per sentenza del giudice sportivo, la Lazio fu retrocessa in serie B a causa di uno scandalo per scommesse illecite che prese il nome di Totonero. Rimase in B per tre stagioni, il periodo più buio della storia del club. Tornata in serie A nel 1983, non ebbe tempo di gioire della promozione che nella stagione 1984/85 ebbe una nuova retrocessione, nel 1986 fu colpita da una nuova penalizzazione di nove punti per un nuovo scandalo di illecite scommesse detto Totonero-bis, venne coinvolto il capitano Claudio Vinazzani. La squadra dovette affrontare una dura lotta per non retrocedere in C, ci vollero gli spareggi finali contro Taranto e Campobasso per salvare la squadra da una ulteriore retrocessione. La Lazio tornò in serie A nel 1988.
La presidenza di Sergio Cragnotti, nel 1992, cambiò radicalmente la storia della squadra grazie ai suoi importanti investimenti che portarono la Lazio a primeggiare in Italia e in Europa. Cragnotti acquistò calciatori del calibro di Juan Sebastian Veron e Christian Vieri, con essi superò di molto le cifre degli altri acquisti di calciatori; successivamente acquistò il centravanti argentino Hernan Crespo.
Ecco arrivare una serie di piazzamenti che la Lazio non aveva mai conosciuto nella sua storia, seconda nel 1995, terza nel 1996, quarta nel 1997, ancora seconda nel 1999 ad un solo punto dal Milan nell’ultima giornata di campionato, finalmente nel 2000 lo scudetto nello stesso anno della Coppa Italia con lo svedese Sven Goran Eriksson come allenatore. Nel 1999 la Lazio conquistò l’ultima Coppa delle Coppe, il primo titolo di livello europeo per la squadra capitolina. Nel 1998 divenne il primo club italiano ad essere quotato in borsa.
A partire dal 2002, anche a seguito di alcuni problemi finanziari del presidente Cragnotti e della sua società, la Cirio, i risultati della Lazio iniziarono a peggiorare, la squadra perse il capitano e simbolo Alessandro Nesta. Nel 2004 la società si trovò sull’orlo della bancarotta nonostante due aumenti di capitale in gran parte sottoscritti dai tifosi delle Aquile. Nel 2004 l’imprenditore romano Claudio Lotito acquistò il club e salvò la società dal fallimento grazie ad una transazione con l’Agenzia delle Entrate che raiteizzò in 23 anni i debiti accumulati. Ritornò alla Lazio l’attaccante Paolo Di Canio, sotto la guida di Delio Rossi la società arrivò alla qualificazione per la Coppa Uefa nel 2006/07 ma, a causa dello scandalo calciopoli, fu estromessa dalle competizioni europee, penalizzata di 11 punti, ridotti poi a 3. La Lazio riuscì comunque a piazzarsi terza guadagnando l’accesso alla Champions League. Il 26 maggio 2013 la Lazio, guidata dall’allenatore bosniaco Vladimir Petkovic, conquista la sua sesta Coppa Italia battendo, in un derby storico, i rivali cittadini della Roma. Il 12 giugno 2014 la società ufficializza l’ingaggio del parmense Stefano Pioli come nuovo allenatore.
LE SEDI DELLA SSLAZIO
1900 Lungotevere dei Mellini e vicolo degli Osti, 15
1900-1904 via Valadier 6
1904-1906 Via Pompeo Magno 94
1906-1910 Casina di via dell’Uccelliera
1910 Via Sistina 123
1910-1913 Casina dell’Uccelliera
1913-1914 Via delle Coppelle 16
1914-1924 Via Vittorio Veneto 7
1924-25 Via Santo Stefano del Cacco 16
1925-26 Vicolo dei Due Macelli
1926-1929 Via Tacito
1929-1934 Vicolo D’Ascanio 11
1934-1958 Via Frattina 89
1958-1963 Viale Rossini 21
1963-66 Via Nizza 45
1966-87 Via Col di Lana 8
1987-1992 Via Margutta 54
1992-1995 Corso Italia 19
1995-1998 Via Umberto Novaro 32
1998-2001 Via di Santa Cornelia 1000 (Centro Sportivo Formello)
2001-2003 Via Augusto Valenziani 10
2003-2004 Via Borgognona 47
2004- Via di Santa Cornelia 1000 (Centro Sportivo Formello)
ITINERARIO
PIAZZA DELLA LIBERTA’
In questa piazza venne fondata la Società Podistica Lazio (solo nel 1925 rinominata Società Sportiva Lazio) il 9 gennaio 1900, da un gruppo di nove giovani con a capo il sottoufficiale dei Bersaglieri, oltre che atleta podista, Luigi Bigiarelli.
Luigi Bigiarelli aveva preso parte, come sottufficiale dei Bersaglieri alla battaglia di Adua (1896) in cui perirono oltre 5.000 soldati italiani. Con i fratelli si esercitava in allenamenti di resistenza allo sforzo e velocità.
Il Bigiarelli desiderava partecipare al Giro podistico di Castel Giubileo in programma per il 21 aprile 1900, ma ad esso potevano partecipare solo atleti iscritti a società ufficiali, decise di fondare una propria società sportiva con il fratello Giacomo e gli amici Odoacre Aloisi, Arturo Balestrieri, Alceste Grifoni, Giulio Lefevre, Galileo Massa, Alberto Mesones ed Enrico Venier. Adottarono come emblema l’aquila imperiale di alcune legioni romane e come colori il bianco e il celeste che richiamo i colori della Grecia, patria delle Olimpiadi.
Fin dai primissimi anni si rivelò la più forte squadra di calcio della capitale, nel 1908 si affiliò alla FIF, la Federazione Italiana Footbal, dal 1910 partecipò alle competizioni federali, dal 1912 giocò in prima categoria. Fino allo scoppio della prima guerra mondiale raggiunse la finalissima del torneo nazionale quattro volte, senza però mai vincerlo. La finalissima del 1915 fu annullata a causa dello scoppio della grande guerra.
Bigiarelli, dopo la fondazione della Lazio, emigrò in Belgio per lavoro, diventò campione mondiale di podismo sul tempo di mezz’ora (Km 6,742) e anche dell’ora al Bois de Boulogne di Parigi (Km 11,282), morì per una polmonite a 32 anni. Nel 2011 è stata individuata la sua tomba nel cimitero della cittadina belga di Ixelles, uno dei comuni che formano la città di Bruxelles, presso l’area che ospita le istituzioni dell’Unione Europea. In occasione dei festeggiamenti per il centenario della Lazio, tenutisi nello stadio Olimpico, l’attore Enrico Brignano, in una scenetta ha interpretato Luigi Bigiarelli.
Ci troviamo nel rione Prati, al di là di ponte Margherita, all’inizio di via Cola di Rienzo. La piazza è costituita da due aiuole verdi e circondata da villini o palazzi di stile eclettico, la costruzione del sottopasso del lungotevere nel 1960 ha snaturato in parte la bellezza del luogo. Oltre alla lapide che ricorda la fondazione della Lazio, vi si trova il monumento al drammaturgo Pietro Cossa e Casa De Salvi, una palazzina del 1930 opera di Pietro Aschieri (autore della piazza e del palazzo della Civiltà Romana all’Eur con altri, case popolari alla Garbatella, in via Taranto, della Casa di Lavoro dei Ciechi di guerra in via Rovereto). “Rappresenta un classico della palazzina romana che ebbe in Aschieri un magistrale interprete, con quell’andamento ritmico e ondulato delle finestre e dei balconi in un’alternanza di concavo e convesso, tipica espressione di gusto scenografico particolarmente accentuata nella plastica accentuazione delle angolare” (da: Rendina – Paradisi, Le strade di Roma, ed. Newton, 2003, vol. II, pag. 707). In questa piazza c’era l’ufficio elettorale per Francesco Rutelli sindaco nel 1993. Una lapide ricorda la fondazione del Comitato di Liberazione Nazionale il 9 settembre 1943 con a capo Ivano Bonomi. Un’altra lapide ricorda Massimo Gizzio, nel punto in cui venne ucciso dai fascisti mentre conduceva una manifestazione di studenti del vicino liceo Dante. Il 20 maggio, il giardino del lato Nord è stato intitolato a Ettore Troilo comandante della brigata partigiana che agiva sulla Majella, in Abruzzo. Sempre nel lato Nord della piazza, ma più vicino al Tevere si trova il monumento a tutti i Caduti delle Forze dell’Ordine. In angolo con via dei Gracchi e via Orsini si trova uno dei più bei villini liberty di Roma: il villino Cagiati.In esso Garibaldi Burba si diverte a recuperare lo stile medioevale componendo liberamente gli elementi di una costruzione. Eccezionale la qualità delle decorazioni. Splendido il sottotetto con dipinto di girasoli, sopra e sotto le finestre altri dipinti floreali, sono opera di Galimberti. Un gazebo sul giardino di via dei Gracchi. Le ceramiche sul muro di cinta di via Orsini sono di Galileo Chini, particolari portalumi all’ingresso.
Vi ha sede la fondazione Gabriele Sandri, un tifoso della Lazio ucciso l’11 novembre 2007 alla stazione di servizio Badia al Pino, presso Arezzo, da un solo colpo di pistola sparato dall’agente di Polizia Luigi Spaccarotella che si trovava sull’altra carreggiata dell’autostrada. Gabriele è colpito al collo metre si trovava all’interno di un’auto. L’intervento dell’agente era stato sollecitato da una rissa tra tifosi laziali e juventini nel parcheggio dell’area di servizio. Dopo vari gradi di giudizio Spaccarotella viene condannato per omicidio volontario a 9 anni e 4 mesi di reclusione. In tutti gli stadi si osserva un minuto di silenzio, la partita Roma – Cagliari viene rinviata, nonostante ciò un centinaio di ultras laziali e romanisti attaccano la stazione di polizia in via Guido Reni, in commissariato in via Fuga, gli uffici del Coni e la caserma dei carabinieri di Ponte Milvio. La fondazione, organizzazione senza fini di lucro, ha lo scopo di onorare la memoria del giovane attraverso la promozione di iniziative per lo studio e il contrasto della violenza, soprattutto fra i giovani e i bambini. Un gruppo si occupa di donazione del sangue, un altro di premi letterari, un altro ancora di iniziative nelle scuole.
PIAZZA MAZZINI
Qui era il primo impianto sportivo utilizzato dalla Lazio, nel 1905 si trasferì al Parco dei Daini. Qui era la piazza d’armi di Roma. Con questo termine architettonico si definivano quei luoghi atti alle esercitazioni militari, o semplicemente usati per la raccolta di truppe e pezzi d’artiglieria. Come ricordo tangibile della piazza d’armi di Roma restano tutte le caserme lungo viale delle Milizie, tra questo e viale Giulio Cesare. Molte di queste caserme sono state trasformate in uffici giudiziari.
Ci troviamo nel quartiere Della Vittoria di cui rappresenta il centro, attraverso via Ferrari – Lepanto – Marcantonio Colonna - Cicerone si trova in asse con piazza Cavour. Sia la via che la piazza furono sistemate urbanisticamente su progetto del tedesco Joseph Stubben, le prime case risalgono al 1919-21, furono costruite dall’Icp con una serie di piccoli villini in seguito demoliti. Grande incremento alla zona fu dato con la costruzione delle case Incis nel 1924. La piazza è stata sistemata a giardino nel 1926 su progetto di Raffaele De Vico (negli stessi anni sistemò villa Glori, il monumento ai caduti della Grande Guerra al Verano, il serbatoio dell’acqua a porta Maggiore, l’ingresso del Colle Oppio, l’uccelliera e parte dello zoo nel 1935).
PARCO DEI DAINI
Qui la Lazio giocò dal 1905 al 1913 quando un tiro dell’attaccante Fernando Saraceni centrò in pieno volto una nobildonna in carrozza, il marito era il prefetto Angelo Annaratone, la squadra fu sfrattata dal campo.
Il Parco dei Daini si trova all’interno di villa Borghese, alle spalle della Galleria Borghese, ma dispone di ingressi autonomi da via Pietro Raimondi (quartiere Pinciano). Si possono ammirare: la fontana di Venere, il serbatorio dell'Acqua Marcia, la prospettiva del Teatro e il viale dei Sarcofagi. Si compone di un giardino rettangolare più vicino al Casino (progettato da Flaminio Ponzio ma portato a termine da Giovanni Vasanzio nel 1617) e di uno successivo. Al centro del primo spazio rettangolare (piazzale Scipione Borghese) una volta c'era la fontana del Narciso oggi sostituita da quella di Venere. Erme con rigogliose ceste di frutta e verdure sono attribuite a Bernini padre e figlio. A ridosso del muro che separa dal bioparco (lato Nord) è ancora visibile, seppure in parte, il teatro progettato nel 1613-16 da Girolamo Rainaldi (con il figlio Carlo lavorò a palazzo Pamphili in piazza Navona e al palazzo Nuovo al Campidoglio), qui era l'iscrizione della legge ospitale della villa ora a Londra. Fra tutte le costruzioni spicca il serbatoio dell'Acqua Marcia costruito in forme neobarocche agli inizi del Novecento da Raffaele De Vico.
FARNESINA
Qui la Lazio giocò dal 1913 al 1914 poi si trasferì allo stadio della Rondinella.
Si trova nel quartiere Della Vittoria, tra Monte Mario e il Tevere, porta questo nome perché un tempo i terreni erano proprietà dei Farnese.
Il palazzo della Farnesina è sede del Ministero degli Affari Esteri. Fu iniziato nel 1937 dagli architetti Enrico Del Debbio, Arnaldo Foschini e Vittorio Ballio Morpurgo vincitori di un concorso che volevano questo edificio in vari luoghi, si era ipotizzato anche che sorgesse lungo via dei Fori Imperiali. Doveva essere la sede nazionale del Partito Nazionale Fascista. Interrotti per la guerra, i lavori ripresero nel 1946 quando già era decisa la destinazione a ministero degli esteri. Con più di 1.300 stanze e nove piani, con una facciata lunga 169 metri e alta 51, è uno dei palazzi più grandi d’Italia insieme alla Reggia di Caserta. I lavori di costruzione terminarono nel 1959.
All’interno si trova una importante raccolta di arte italiana contemporanea, in occasione delle giornate del Fai è aperta al pubblico. Sul piazzale antistante si trova la “Sfera grande” di Arnaldo Pomodoro (sua la scultura Novecento posta davanti al Palalottomatica all’Eur nel 2004, una fondazione a Milano presso la Darsena di porta Ticinese, vivente) di cui esistono una replica nella Gnam e un’altra nel cortile della Pigna all’interno dei palazzi Vaticani.
STADIO DELLA RONDINELLA
Qui la Lazio giocò dal 1° novembre 1914 (inaugurazione dello stadio con la partita contro l’Audace vinta per 3-2) fino al 1931.
Lo stadio della Rondinella si trovava tra l’attuale stadio Flaminio e il Palazzetto dello Sport, venne costruito nel 1914, ricostruito nel 1924 e dotato di tribuna coperta in legno, spogliatoi, docce, abitazione del custode, spalti su tre lati, con una capienza di 15.000 spettatori. In attesa del trasferimento al campo Testaccio l’impianto ospita anche le partite della Roma, tra queste lo storico 9-0 contro la Cremonese vittoria casalinga con maggior reti di scarto nella storia del club giallorosso. Nel 1957 viene distrutto da un incendio, ciò che rimane viene abbattuto e trasformato in parcheggio.
STADIO NAZIONALE
Qui la Lazio giocò dal 1931 al 1953.
Lo stadio nazionale venne costruito nel 1911, ristrutturato nel 1927 e ribattezzato Stadio del Partito Nazionale Fascista, dopo la guerra riprese il nome originario, dopo il disastro di Superga fu chiamato Stadio Torino, nel 1953 fu dismesso, nel 1957 demolito. Al suo posto venne costruito l’attuale Stadio Flaminio in previsione delle Olimpiadi di Roma del 1960.
Il progetto dello stadio si deve a Marcello Piacentini, sorse presso villa Flaminia, i campi ippici di villa Glori e ai monti Parioli. Piacentini richiamò i tratti classici dei modelli ellenici, aveva la forma di una U allungata, l’ingresso era formato da due enormi corpi laterali che reggevvano colossali statue sedute della Forza e della Civiltà, internamente si trovavano quattro colonne onorarie congiunte da nastri e festoni di bronzo e sovrastate da statue in bronzo. Misurava 220 metri di lunghezza e 120 di larghezza, era affiancato da due lunghe gradinate raccordate da un lato a semicerchio, un altro lato era aperto per il pubblico. All’interno si trovavano piste podistiche e ciclistiche, dentro numerosi locali su due piani per l’Istituto Nazionale di Educazione Fisica, palestre, bagni, refettori, uffici e dormitori per atleti. Non fu mai utilizzato per incontri di calcio. Fu abbandonato durante la Grande Guerra.
Lo stadio fu ristrutturato nel 1927 prendendo il nome di Stadio del Partito Nazionale Fascista, la tribuna centrale fu dotata di una tettoia a struttura in cemento armato per 7.000 posti. Sul lato di ingresso venne inserita una piscina all’aperto lunga 50 metri e larga 18, dotata di spalti. Internamente vi trovarono posto una vasca coperta, palestre, alloggi, uffici della direzione generale del Coni. Al centro venne realizzato un campo di calcio, la pista podistica venne trasformata in anulare. L’ingresso fu sostituito da una facciata classicheggiante con semicolonne e quattro sculture di Amleto Cataldi, oggi nei giardini del Villaggio Olimpico. Venne inaugurato ufficialmente il 25 marzo 1928 con una amichevole Italia – Ungheria, terminata 4-3. Il 24 maggio 1931 si ebbe la prima partita della Lazio, un derby finito in parità, seguito da una rissa che fu punita con la squalifica del campo di entrambe le squadre. Per i mondiali del 1934 venne eliminata la piscina e ampliato nella capienza. Dal 1940 anche la Roma iniziò a utilizzare questo stadio. Durante l’ultima guerra fu requisito dalle truppe alleate, Roma e Lazio usarono il Motovelodromo Appio e lo stadio della Rondinella. Nel 1953 lo stadio fu abbandonato da Roma e Lazio che preferirono il nuovo stadio Olimpico.
STADIO OLIMPICO
Qui la Roma e la Lazio vi giocano dal 1953/54 e tutt’ora. Si trova nel quartiere Delle Vittorie, all’interno del Foro Italico, in viale dello Stadio Olimpico. Siamo alle pendici di monte Mario.
Creato nel 1927 come stadio dei Cipressi su progetto di Enrico Del Debbio (autore del Foro Mussolini, Palazzo del Ministero degli Esteri con altri, la facoltà di Architettura a valle Giulia, la palestra di via Populonia), fu ricostruito nel 1937 da Luigi Moretti (autore dell’Accademia di Scherma, il Villaggio Olimpico e il quartiere di Decima). Durante la guerra venne usato come autoparco delle truppe alleate. Nel 1953 venne ampliato e parzialmento ricostruito da Annibale Vitellozzi (autore nuova stazione Termini, sede biblioteca nazionale), fu chiamato lo stadio dei Centomila, per la capienza. Lo stadio venne inaugurato con la partita Italia-Ungheria e con l’arrivo della tappa Napoli-Roma del Giro d’Italia. Con l’assegnazione a Roma delle Olimpiadi del 1960 fu ribattezzato stadio Olimpico nome che gli rimane tutt’ora. In occasione dei campionati del mondo del 1990, lo stadio è stato quasi completamente ricostruito (progetto di Vitellozzi e Clerici) e ricoperto da una tensostruttura bianca in acciao e teflon che causarono polemiche con gli ambientalisti (forte impatto visivo sulla collina di Monte Mario). Il costo previsto di 80 miliardi di lire salì fino a 200, causando una inchiesta giudiziaria. Da allora può ospitare al massimo 72.698 persone, che lo rendono il secondo stadio d’Italia dopo il Meazza. Qui venne giocata la finale di quei mondiali di calcio tra Germani Ovest e Argentina che videro la vittoria dei tedeschi. Ospita regolarmente competizioni ufficiali di atletica leggere come il Golden Gala dal 1980 e i campionati europei di atletica leggera nel 1974 e quelli mondiali del 1987.
Nel periodo estivo è utilizzato per i concerti.
CENTRO SPORTIVO DI FORMELLO
Il Centro Sportivo si trova nei pressi della cittadina di Formello, sulla via Cassia (altezza di Le Rughe), nel parco regionale di Veio, il comune ha 13.000 abitanti circa e si trova a 225 metri slm. Fu costruito nella seconda metà degli anni Novanta dall’allora presidente Sergio Cragnotti e inaugurato ufficialmente il 7 aprile 1997.
Precedentemente la Lazio si allevana sul campo di Tor di Quinto.
Il Centro Sportivo di Formello si estende su un’area di 40 ha e comprende un campo principale dove disputa le partite casalinghe la formazione Primavera, tale campo è stato intitolato alla memoria di Mirko Fersini, giovane calciatore scomparso prematuramente in un incidente stradale. Vi sono altri campi da gioco, palestre con macchinari all’avnguardia, campi da tennis, piscine, una foresteria, un centro medico, una sala stampa e altri ambienti.
Qui ha sede la redazione del mensile Lazio Style 1900 Official Magazine, studi televisivi e radiofonici.
BIBLIOGRAFIA
- Francesco Valitutti, Breve storia della grande Lazio, ed. Tascabili Newton, 1995.
- Francesco Campanella, Forza Lazio, ed. Bancarella romana, 1994.
SITOGRAFIA
- www.it.wikipedia.org alla voce Società Sportiva Lazio
- www.sslazio.it alla voce storia
Piero Tucci
05.01.15
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