Introduzione
Papi, principi e grandi personalità hanno voluto lasciare una traccia del proprio potere anche nella flora cittadina, introducendo a Roma esemplari selezionati fra le specie più esotiche e maestose. Michelangelo introdusse il cipresso nelle terme di Diocleziano quando lavorava nella basilica di Santa Maria degli Angeli. San Domenico piantò un arancio nel giardino della basilica di Santa Sabina, oggi è quasi millenario. Ai piedi di un pruno di villa Glori morì, nell’ottobre 1867 uno dei fratelli Cairoli, Torquato Tasso era solito riposare all’ombra di una quercia come San Filippo Neri.
La legge dell’ottobre 2013 e il successivo decreto attuativo del 2014 stabiliscono i criteri per individuare gli alberi monumentali e per redigere un elenco nazionale. Sono sette i criteri per stabilire se un albero è monumentale o no. E non devono essere rispettati tutti, ne basta uno. Sono: le dimensioni, l’età, la forma e il portamento, il valore ecologico, la rarità botanica, l’architettura vegetale, il valore storico, culturale o religioso, il pregio paesaggistico.
Per chi danneggia un albero monumentale censito e inserito nell’elenco nazionale sono previste multe fino a 500.000 euro. Il Comune di Roma ha individuato appena 20 alberi, la Regione Lazio 40, quattro regioni sono inadempienti.
Elenco dei primi 20 esemplari di Roma
1) Ippocastano a via delle Tre Pile al Campidoglio.
2) L’ombu sulla cordonata del Campidoglio.
3) Il cedro del Libano al Mausoleo Garibaldino in via Garibaldi.
4) I platani in via delle Terme di Caracalla.
5) Il ginko biloba a villa Sciarra.
6) Il cedro dell’Himalaya a villa Sciarra.
7) Il pino d’Aleppo a villa Celimontana.
8) Il gruppo di Washintonia a piazza Vittorio.
9) Il pino domestico a villa Torlonia.
10) 11 platani a villa Borghese nella cosiddetta valle dei Cani.
Ma ne esistono molti altri: un bosco di eucalipti a Casalotti, nel parco della Cellulosa con almeno 15 esemplari, una sequoia di oltre 100 anni al Pincio, un leccio al giardino del Lago di villa Borghese, salvato da una flebo di ricostituenti.
Alcune notizie sugli alberi.
Il platano, platanus,è un albero monumentale adatto come pianta ornamentale per decorare viali, parchi e giardini. Si presenta come un albero alto fino a 30-40 metri, con tronco rastremato, corteccia bianco giallastra che si distacca in sottili placche irregolari dai bordi tondeggianti. Le foglie sono palmate a cinque lobi, caduche. I fiori sono appariscenti, riuniti in capolini sferici. E’ originario del Mediterraneo orientale e dell’Asia occidentale fino all’Himalaya. In Italia è spontaneo in Sicilia e Italia meridionale da tempo immemore. Il legname che se ne ricava è pesante e poco durevole, usato anche come legna da ardere. A Velletri, in piazza Garibaldi si trova un platano di dimensioni monumentali dove si dice che si sia arrampicato lo stesso Garibaldi. A Curinga, in Calabria si trova un platano di 18 metri di circonferenza.
Il leccio, quercus ilex, detto alche elce, è una pianta appartenente alla famiglia delle fagaceae, diffusa in tutto il bacino del Mediterraneo. E’ un albero sempreverde con fusto raramente dritto, di altezza fino ai 20 metri. La corteccia è liscia e grigia da giovane, col tempo diventa dura e scura, quasi nerastra, screpolata in piccole placche. Le foglie sono a lamina coriacea a margine intero ( dentato da giovane), la pagina superiore è verde scura e lucida, la inferiore è grigiastra. I frutti sono le ghiande, singole o in gruppi di 2-5 su un peduncolo di 10-15 mm. Il legno è duro, compatto e pesante, soggetto a imbarcarsi, difficile da lavorare e stagionare. E’ usato come combustibile per la produzione di carbone vegetale.
Il leccio fa parte della famiglia delle querce. Ve ne sono altre tre specie: il cerro, la roverella e la farnia. Il cerro è un albero alto fino a 35-38 metri, dritto con rami lunghi e ramificati; la roverella è più piccola, arriva al massimo a 25 metri, ha una forma espansa coi primi rami molto robusti e nodosi; la farnia è massiccia e imponente, può arrivare a 40 metri, dal grande tronco con anche sette metri di circonferenza e dalla ramificazione contorta.
La magnolia è un genere di pianta della famiglia delle Magnoliaceae. Comprende oltre 80 specie arboree e arbustive a lento accrescimento, anche se in alcune specie supera i 20 m di altezza. La magnolia ha foglie alterne ovali o ellittiche, generalmente grandi e coriacee, perenni o decidue, fiori solitari, grandi, generalemte a forma di coppa, formati da 6-9 petali con stami lamellari. Le specie più conosciute in Italia come piante ornamentali sono: la mognolia precia, originaria dell’Asia Centrale, dai fiori bianchi e profumati a fogliame caduco, e la magnolia glauca, originaria dell’America con fiori a forma di tulipano di colore bianco crema, profumati, dalla fioritura estiva.
Le palme, arecaceae, sono una famiglia di piante monocotiledoni appartenenti all’ordine Arecales. Tale famiglia comprende oltre 200 generi con circa 2.800 specie diffuse per la maggior parte nei climi tropicale e subtropicale. La famiglia è una delle più antiche del regno vegetale: se ne hanno resti fossili risalenti al Cretacico, circa 70-80 milioni di anni fa. Alcune specie sono utilizzate per la produzione di vino di palma e olio di palma (in Asia). Il frutto, a seconda dei generi, può essere il dattero o la noce di cocco.
Tre i tipi di palme più diffuse: 1) la palma da datteri, conosciuta anche dagli antichi egizi, cartaginesi, greci e romani. Ha un tronco slanciato che in genere non supera i 15-20 metri. Le foglie sono pennate, rigide di colore verde-grigio, lunghe dai 3 ai 5 metri. La chioma può raggiungere il diametro di dieci metri. 2) la palma nana, Chamaerops humilis, comunemente nota come palma di San Pietro, tipica della macchia mediterranea. Si presenta come un cespuglio sempreverde che raggiunge normalmente altezze fino a due metri, il fusto è di diametro variabile, dai 10 ai 15 cm, ricoperto da tessuto fibroso. Corteccia di colore marrone scuro o rossastra. Le foglie sono larghe, robuste, a ventaglio, rigide ed erette. 3) Washingtonia filifera o palma californiana perché nativa di quello stato Usa come dell’Arizona e del Messico settentrionale, il nome è un omaggio al primo presidente degli Usa. Cresce fino a 25-30 metri, le foglie hanno un picciolo lungo sino a due metri, può sopportare temperature fino a 15 gradi, è una delle palme più resistenti per i climi temperati.
Il più temibile parassita della pianta è il Rhynchophorus ferrugineus, noto come punteruolo rosso delle palme. Proveniente dall’Asia, si è diffuso anche nel bacino del Mediterraneo, rivelatosi resistente a tutti i mezzi di controllo convenzionali. Tale insetto ha fatto strage delle palme di villa Torlonia.
Il cedro, cedrus, si riferisce al genere di una conifera appartenente alla famiglia delle Pinaceae. Il cedro è albero simbolo del Libano e rappresentato sulla sua bandiera. E’ sempreverde, di dimensioni maestose, alti 40-50 metri, occasionalmente 60, con un legno dalla resina aromatica, un tronco massiccio e possente e rami larghi, orizzontali nel cedro del libano, più o meno penduli nelle altre specie e sottospecie. Le foglie sono corte leggermente pungenti, sempre disposte in gruppi di 20-40, variano da verde brillante a verde bluastro. Sono alberi di montagna, nativi dell’Himalaya occidentale e del bacino del Mediterraneo. In natura si trova ad altezza di 1.500-3.200 metri, ma anche sulle prealpi e nella pianura Padana. Al tempo dei fenici veniva utilizzato per costruire grandi barche, viene usato per la costruzione di frecce, è albero ornamentale.
Bibliografia
Cecilia Gentile, L’aristocrazia degli alberi monumenti pieni di vita, da Repubblica del 3 febbraio 2017, pqg. XV.
AA.VV. Roma, libri per viaggiare, ed Gallimard – Tci, 1994, pag.24.
It.wikipedia.org
Piero Tucci