VIA TIBURTINA
LUNGO L’ANTICA STRADA CONSOLARE ROMANA
VISITIAMO TRE INSEDIAMENTI DI CASE POPOLARI
DI TRE EPOCHE E DI TRE STILI DIVERSI
La via Tiburtina, di antichissima origine prende nome da Tibur, Tivoli, fu per millenni il percorso più diretto per la transumanza dai monti dell’Abruzzo alle pianure tirreniche. In epoca repubblicana iniziava dalla porta Esquilina (l’odierno arco di Gallieno) delle mura Serviane, dopo l’erezione di quelle Aureliane dalla porta Tiburtina; al 307 a.C. risale il suo prolungamento attuato dal console Marco Valerio Massimo (da qui il nome di Tiburtina Valeria) fino a Corfinio, vicino Sulmona (da Guida di Roma del Tci, 1993). Da Corfinio venne prolungata fino ad Aternum oggi Pescara dall’imperatore Claudio, questa parte prese il nome di Claudia Valeria. Oggi è la SS5 è meno frequentata perché tra il 1969 e il 1978 è stata costruita l’autostrada dei Parchi (A24) per l’Aquila e la sua diramazione per Pescara.
TIBURTINO III O BORGATA
DI SANTA MARIA DEL SOCCORSO
Costruita dall’Istituto Case Popolari progettato da Giuseppe Nicolosi con Roberto Nicolini nel 1936-37 nelle vicinanze del forte Tiburtino ed esplosa a partire dal 1952. I palazzi della primitiva borgata sono stati demoliti a partire del 1974, al suo posto negli anni Ottanta e Novanta sono sorti nuovi palazzi che hanno cambiato il volto alla borgata.
Ad indicare il cambiamento dei tempi, ecco un ristorante cinese-giapponese che vuole imitare le architetture orientali. Per una curiosa ironia le strade hanno i nomi di strumenti agricoli e di musicisti: badile, tridente, Mozart, Debussy e così via. A sottolineare le vicissitudini urbanistiche della borgata è la diversissima tipologia edilizia, non c’è alcuna uniformità nei palazzi che negli anni si sono costruiti, non c’è stata nessuna cura nell’assicurare agli abitanti una uniformità edilizia. Questo aspetto sottolinea ancora di più lo spaesamento che c’è nella periferia, ciò vale per Roma, ma non solo, forse per tutte le grandi città del mondo.
La stazioneSanta Maria del Soccorsodella metro B dal 5 marzo 2022 presenta un murale a Pier Paolo Pasolininel centenario esatto della sua nascita. Con lui sono raffigurati i fratelli Sergio e Franco Citti, amici inseparabili del poeta, quelli che hanno fatto conoscere Roma e il suo dialetto al poeta e regista. Il murale è opera di Leonardo Crudi.
Il forte Tiburtino era una delle quindici fortificazioni erette per difendere la giovane capitale dello stato italiano tra il 1878 e 1884 oltre a tre batterie (Nomentana, Porta Furba e Appia Pignatelli). I forti si trovano ad una distanza di 3-4 Km dalle mura Aureliane, tra i due e i quattro km tra loro, erano tutti a pianta esagonale e nominati con i nomi delle strade di accesso alla città che difendevano. Tutte le strutture furono poco o nulla utilizzate a causa della vicinanza alla città e alla evoluzione dei sistemi balistici a maggiore gittata che li avrebbero scavalcati, quindi con Regio Decreto del 1919 vennero radiati dal novero delle fortificazioni e utilizzati come caserme o depositi militari. Lentamente la città li ha inglobati.
Nel libro di Gaia Remiddi e altri dal titolo "Il moderno attraverso Roma" a pag. 140 si legge: "...i forti erano organismi difensivi poligonali costruiti su alture... edifici bassi, quasi un semplice corrugamento del terreno, hanno il fronte principale costituito da un muro a leggero saliente lungo 200 metri, i fianchi assai più brevi e circondati da un fosso asciutto con muro di controscarpa... l'aspetto più interessante di questi è la compenetrazione con l'ambiente naturale dell'agro romano...".
CHIESETTA DI SANTA MARIA DEL SOCCORSO
Si tratta della tipica chiesetta di borgata, molto semplice, con portichetto e tre navate, soffitto spiovente con capriate in legno e tegole, all’altare maggiore un’immagine della Madonna del Soccorso di pittore ottocentesco donata alla parrocchia dalla famiglia Pasquali nel 1946. La chiesa ha davanti a se un sagrato semicircolare, è arretrata rispetto alla via Tiburtina. E’ stata costruita tra il 1937 e il 1938 su progetto dell’architetto Tullio Rossi1e consacrata il 24 settembre 1938. Il territorio della parrocchia venne desunto da quello della basilica di San Lorenzo fuori le mura.
A sinistra della chiesa si trova una fontana, purtroppo asciutta con alla base una stupenda pigna sorretta da filiformi mani, sembra di gesso, causa il calcare, ma è in bronzo. E’ opera del maestro Alfiero Nena che è l’autore del Cristo Lux Mundi che si trova a sinistra dell’altare maggiore di Santa Maria del Popolo.
VIA DEL BADILE
Strada dal volto moderno. Lapide e circolo Arci ricordano Caterina Zinpolino Martinelli, martire della lotta di Resistenza. Venne uccisa dai fascisti perché riportava a casa il pane che aveva preso in un forno assaltato nelle vicinanze con altre donne.Scrive Carla Capponi: “Il tre maggio 1944 Caterina Martinelli guidava l’assalto di un forno delle donne di Tiburtino III. Mentre ritornavano nelle loro baracche con le sporte piene di pane, vennero bloccate da un milite della PAI. Al rifiuto di cedere il pane, le spararono con un mitra, Caterina venne colpita a morte mentre teneva in braccio uno dei sette figli”. Dal sito dell’ANPI. Un premio letterario alla sua memoria viene attribuito a Colli Aniene. Una via gli è intitolata a Colli Aniene.
La via presenta un edificio a portici, con negozi e tre piani sopra di essi. Sulla destra si trova il parco Tiburtino III,in fondo alla strada ecco il largo Boiano con il parco Marisa Marcellino, realizzato dalla regione Lazio nel 2021 con una spesa di 250.000 euro, vi sono stati piantati 300 fra alberi e arbusti. E’ intitolato alla storica presidente del comitato di quartiere che si è battuta per la realizzazione di aree verdi e spazi sociali. Nel parco un bel murale ad Anna Magnani, realizzato da Lucamaleonte2nel maggio 2021. La parallela via di Grotta di Gregna conduce al quartiere di Colli Aniene.
INA CASA TIBURTINO
TIBURTINO IV
Il quartiere Ina Casa Tiburtino (detto anche Tiburtino IV) sorge al Km 7 della via Tiburtina tra via Diego Angeli e via Lucatelli, fu costruito tra il 1949 e il 1954, fu progettato da Ludovico Quaroni3e Mario Ridolfi (capigruppo).
Il quartiere Ina Casa Tiburtino fa parte del quartiere Collatino di Roma (Q XXII) che si sviluppa tra Tiburtina e Prenestina, via di Portonaccio e viale Palmiro Togliatti. Oggi il quartiere fa parte del IV Municipio del Comune di Roma che ha sede in via Tiburtina n. 1163. Le strade del quartiere sono intitolate a giornalisti.
Area totale mq 88.000, area coperta mq 17.068, alloggi realizzati 771, vani 4.006.
Spetta a Mario Ridolfi4e a Ludovico Quaroni coordinare un gruppo di giovani per la costruzione del primo quartiere Ina Casa romano: il Tiburtino. Progettazione ed esecuzione si svolgono in un clima di grandi aspettative, tipico del dopoguerra. Le perplessità sorgono in seguito. Quaroni definirà il Tiburtino “il paese dei barocchi”, Ridolfi non andrà mai più a vederlo. Nel 1974 in un’intervista a Controspazio n. 3 Ridolfi ricorda: “Avevo fatto il tracciato stradale, dato la posizione degli edifici. Mi ero raccomandato che i progetti seguissero l’andamento del terreno… di non alterare il carattere ambientale… volevamo dare un carattere paesano…”. Il populismo neorealista del Tiburtino nasce dalla consapevolezza di un ruolo sociale dell’architettura; alla retorica, alle manie di grandezza, all’autoritarismo del regime fascista si contrappone ora una modestia artigiana. Il dato reale è comunque quello di contenere i costi, usare materiali italiani; la dimensione “paese” offre la soluzione più economica e semplice.
Nelle case in linea: strutture portanti in muratura di blocchi regolari di tufo con ricorsi in mattoni intonacate esternamente; nelle case a torre: struttura in cemento armato e tamponatura in forati intonacati. I colori degli esterni erano basati su due o tre gradazioni di “terre romane”. Ridolfi progetta quattro case a torre di sette piani, tre edifici a schiera di tre piani, tre edifici a quattro piani, quattro edifici a quattro e cinque piani nella zona centrale e i negozi. Quaroni e Fiorentino progettano l’edificio in linea a doppia T nella zona centrale.
Tra via Tiburtina, via Diego Angeli e via Cesana ci sono le “Case a ballatoio”, si tratta di una tipologia di case a schiera di tre piani con un alloggio a piano, questo gira intorno a un patio da cui prende luce. Gli alloggi ai piani superiori sono distribuiti da un ballatoio, una sorta di strada sopraelevata. L’insieme reinventa le case cinque seicentesce dell’alto Lazio.
In via dei Crispolti abbiamo le “Case in linea” di Quaroni e Fiorentino. Il lungo corpo snodato, elemento centrale del quartiere , è formato dall’assemblaggio di più corpi edilizi, a volte con leggeri slittamenti, altre con decise rotazioni. I punti di cerniera sono risolti , ad esempio, con le scale triangolari che smistano gli alloggi sfalsati in altezza. Le logge, ora esagonali, ora rettangolari, o di altra foggia, creano effetti volumetrici e chiaroscurali diversificati sulle facciate.
Tra via Diego Angeli e via Luigi Cesana si trovano le tre “Case a torre”, alte sette piani, queste fanno da contrappunto alle case a schiera basse e vogliono rappresentare un elemento di eterogenità nel quartiere.
Il quartiere è stato definito da alcuni critici “neorealista” per le contemporanee ricerche cinematografiche e artistiche per l’effettiva povertà dei mezzi tecnici dovuta al contenimento dei costi e per l’attenzione alla vita delle classi popolari.
Si consiglia di iniziare a visitare il quartiere da via Luigi Cesana, entrare in via Arbib per ritrovarsi in un interno delle case a schiera, percorrere via Diego Angeli per vedere le case a ballatoio, girare in via di Crispolti per notare l’articolazione delle case a schiera, arrivati in fondo alla via ci si trova nel parco di VILLA FASSINI, di cui è allo studio la riqualificazione sollecitata dall’associazione di quartiere Astart, in fondo al viale alberato si trova la sede del Gruppo Autostrade, Centro di Formazione, il cui ingresso è da via Giuseppe Donati. Si risale via Luigi Lucatelli e si discende via Luigi Cesana per finire l’itinerario davanti alla
CHIESA DI SANTA MARIA DELLA VISITAZIONE
Costruita tra il 1965 e il 1971, venne consacrata il 22 ottobre 1971 dal card. Vicario Ugo Poletti, ma già dal 1959 era una vicecura della chiesa di Santa Maria Consolatrice a Portonaccio. E’ stata progettata dall’arch. Saverio Busiri Vici5. Enormi costoloni curvi verticali vengono intersecati senza una voluta simmetria da ripiani sporgenti come terrazzi senza ringhiere. La chiesa si presenta come una pagoda sui generis. Il campanile è cilindrico. L’architetto volle rappresentare il costato di Cristo con lo sterno ben visibile, il cuore coincide con l’altare maggiore. Il 20 gennaio 1985 la parrocchia ha ricevuto la visita del papa Giovanni Paolo II. L’interno non ha una forma geometrica definita, è a pianta centrale con gli angoli ora concavi, ora convessi. Unico punto di colore è rappresentato dalle vetrate colorate dietro l’altare maggiore. Un’altra vetrata è nella cappella di sinistra. Il soffitto non presenta aperture, la luce penetra dagli spazi tra le travi in cemento armato orizzontali e verticali.
Sotto alla chiesa si sviluppa un teatro che ha le stesse dimensioni dell’aula ecclesiale.
STAZIONE TIBURTINA
E' la stazione dell'alta velocità di Roma. Inaugurata dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano il 28 novembre 2011, in quell'occasione la stazione è stata intitolata a Cavour e all'interno si trova una stele alta 20 metri che pesa 13 t con il discorso del capo di governo per l'insediamento del primo parlamento del regno d'Italia nel quale si dichiarava che Roma era la capitale irrinunciabile dell'Italia. E' costata tre anni di lavori per 322 milioni di investimento, di cui 170 solo per la stazione6. Un incendio, nel luglio 2011, rallentò la fine dei lavori.
Costruita su progetto dell'arch. Paolo Desideri7 si compone di una doppia piastra che scavalca i binari, si tratta in pratica di un ponte che riunisce i quartieri Nomentano e Pietralata, tale ponte è lungo 360 metri, largo 60 e si erge nove metri sopra i binari. Ha al suo interno otto "bolle", come le chiama il progettista per i servizi, a vederle dal ponte sulla Tiburtina sembra che nuotano appese alla piastra superiore. I vetri hanno serigrafie diverse perchè ogni tessera deve filtrare il sole in modo diverso per garantire un microclima giusto. La stazione ha 7.000 mq di vetrate esterne, per la sua costruzione sono state necessarie 13.000 t di acciaio, quando sarà a pieno regime da qui passeranno 500 treni al giorno, di cui 140 freccia rossa e argento, 38 di lunga percorrenza, 140.000 passeggeri al giorno8. La stazione è dotata di 52 scale mobili, 29 ascensori e 20 binari.
Davanti alla facciata alta 22 metri, non ci sarà più la sopraelevata che verrà demolita, nascerà un viale con gli alberi. Per questa operazione di demolizione sono disponibili 5 milioni e 400.000 euro.
Sul lato di Pietralata è già pronto un parcheggio su due piani per 430 macchine. Nella piastra c'è anche posto per un teatro a gradoni con annesso un centro conferenze9. Il 21 aprile 2012 ha aperto la tangenziale sotterranea dallo svincolo dell'A24 alla Batteria Nomentana, strada di 3 km, costo di 165 milioni. E' stata aperta a sorpresa il giorno prima della sua inaugurazione10.
Il 9 aprile 2012 ha aperto Casa Italo, quindi anche i treni di Della Valle - Montezemolo partiranno da qui il 28.
Si tratta della prima stazione dell'alta velocità in Italia, a questa ha fatto seguito Torino Porta Susa nel 2012 e Napoli Afragola a fine 2012 costruita su progetto di Zaha Hadid, anche in questo caso un ponte sul fascio dei binari. Nel 2013 aprirà Bologna e nel 2016 Firenze Belfiore.
QUARTIERE SANT’IPPOLITO
TIBURTINO II
Il quartiere prende il nome dalla chiesa di Sant’Ippolito progettata dall’arch. Busiri Vici11, consacrata nel 1935. Completamente in laterizio ha la facciata preceduta da una breve scalinata e racchiusa tra due basse costruzioni a terrazzo. Campanile a base quadrata con trifora nella parte culminante, non si innalza al di sopra delle vicine case. Sulla sinistra si trova il cinema parrocchiale “Sala delle Provincie d’essai”. Sulla facciata la scritta: “Pax et bonum”. Interno a tre navate con vetrate policrome. Fu il papa Pio XI ha volere la chiesa intitolata a questo santo per la presenza delle vicine catacombe.
Alle spalle della chiesa si estende il QUARTIERE ICP SANT’IPPOLITO con la scuola Fratelli Bandiera in piazza Ruggero di Sicilia (la scuola del maestro Manzi) e la lapide ai caduti nella seconda guerra mondiale di via Adalberto, con una particolarità, si parla di un rione Sant’Ippolito che nella realtà non è mai esistito. Il quartiere venne costruito a partire dal 1926 con graziose casette popolari, è conosciuto anche come Tiburtino II per distinguerlo dal Tiburtino, ovvero il quartiere di San Lorenzo.
Da piazza Ruggero di Sicilia prendere in discesa via Berengario, presto si arriva in largo dello Scautismo, già largo Sant’Ippolito, di fronte a noi abbiamo un ostello della gioventù. Ancora dritti davanti a noi per via Adalberto, sulla sinistra si vede un bell’edificio di case popolari che reca la data del 1926. La strada piega di 90 gradi, sulla destra una bella scalinata porta in via della Lega Lombarda dove c’è la Casa a gradoni di Innocenzo Sabbatini (l’architetto del teatro Palladium alla Garbatella e del Palazzo Pubblico a Monte Sacro). Dopo la netta curva a 90 gradi seguono una bella serie di palazzi di edilizia popolare soprattutto sulla sinistra. Eccoci quindi in piazza Pontida. Spicca un bel cortile sul lato Nord. La strada termina in via Eleonora d’Arborea, la risaliamo, quindi pieghiamo alla prima a destra, via Giovanni da Procida. Eccoci in breve in via del Carroccio. Si tratta di un incrocio nel quale confluiscono ben quattro strade. L’incrocio è in parte pedonalizzato. Notiamo la varietà edilizia e la gradevolezza dell’insieme.
DEPOSITO ATAC DI
VIA DELLA LEGA LOMBARDA
CITTA’ DEL SOLE
Da alcuni anni il deposito è stato dismesso e dopo un periodo di abbandono venduto a privati (Parnasi) che lo hanno demolito e vi hanno costruito edifici per abitazioni e uffici. Si è salvata la pensilina di ingresso ad angolo, con il primo edificio (1939). Nei lavori di scavo per essi sono stati scoperti resti preistorici del Pleistocene e i colori del tardo Impero Romano. A dodici metri sotto il livello di calpestio sono stati ritrovati un vero e proprio deposito di fossili animali tra questi una zanna di quasi tre metri appartenente ad un elefante antico, animale progenitore del mammuth. Si tratta di un resto di 650.000 anni fa. Forse ancora più sorprendenti sono i resti di un insediamento abitativo che si è protratto dal V secolo a.C. fino al Rinascimento. La superficie occupata da questi resti è di 4.500 mq. In essa un mitreo del III secolo con un sole disegnato con tarsie marmoree. Completa i ritrovamenti una necropoli con almeno 130 sepolture. Una di queste contiene un sarcofago con elementi cristiani.
“Il nuovo complesso edilizio è denominato Città del Sole, è risultato vincitore di numerosi riconoscimenti internazionali”, da Repubblica del 18.10.17 Nel gennaio 2019 il II municipio ha lanciato il bando per una mediateca di 1.700 mq, costo 2,5 milioni di cui 0,9 incassati per oneri concessori. Da Repubblica del 6.1.19. Hai foto del complesso edilizio Città del Sole in costruzione.
Di fronte si trova la Multisala Jolly, in un edificio di stile razionalista degli anni Trenta.
Per tornare in piazzale delle Province percorriamo via della Lega Lombarda.
CASA ICP LEGA LOMBARDA
Spicca l’edificio progettato da Innocenzo Sabbatini12 per l’Istituto Case Popolari, del 1928-30, dalla caratteristica forma a gradoni, un crescendo che parte dall’angolo tra la via stessa e una scalinata che conduce in via Adalberto. Innocenzo Sabbatini è l’architetto che ha progettato il teatro Palladium alla Garbatella e il palazzo Pubblico a Monte Sacro.
BASILICA DI SAN LORENZO
Risulta dall’unione di due chiese: quella anteriore è del XIII sec., fu voluta da papa Onorio III, quella posteriore è del IV eretta da Costantino sulla tomba del martire Lorenzo. La chiesa ospita inoltre le spoglie di santo Stefano, primo martire cristiano.
Nel portico a sinistra la tomba di Alcide De Gasperi opera dello scultore Giacomo Manzù.
Interno. Nella controfacciata un sarcofago con scena nuziale del III secolo utilizzato come tomba dei Fieschi. Pavimento, amboni e candelabro pasquale cosmateschi sono del XIII secolo.
Fondo navata destra: Cappella di San Tarcisio di Vespignani.
Fondo navata sinistra: Cappella sotterranea di santa Ciriaca con le tombe Aleandri e Guglielmi su disegno di Pietro da Cortona.
Confessione: tomba di san Lorenzo di Virginio Vespignani.
Presbiterio: trabeazione con trofei di armi e foglie,
pavimento cosmatesco,
ciborio, firmato e datato 1148, il più antico che abbia la firma,
cattedra episcopale del 1254.
Arco trionfale rivolto ai fedeli con mosaici.
Cappella di Pio IX.
Dalla cappella di San Tarcisio si accede al chiostro del XII secolo in cui vi è l’ingresso alle catacombe di Ciriaca o di San Lorenzo.
(da Guida di Roma del Tci, 1993).
Foto della basilica bombardata in Pafi Benvenuti, Roma in guerra, ed. Oberon, 1985, pag.6.
Il 19 giugno 2007 le più importanti agenzie di stampa italiane riportano la notizia che il Santo Graal si trova a Roma proprio in questa basilica, a sostenere l’ipotesi è l’archeologo Alfredo Barbagallo che ha compiuto ricerche in questo senso negli ultimi due anni (da wikipedia.org).
Sul piazzale di san Lorenzo monumento al papa Pio XII (Eugenio Pacelli 1939-1958) di Antonio Berti del 1967, che si recò in visita al quartiere subito dopo il bombardamento del 19 luglio 1943. Si passa nel contiguo piazzale del Verano, qui è l’ingresso al cimitero omonimo.
PORTA TIBURTINA
Da piazzale Tiburtino si prende via di porta Tiburtina fino ad arrivare a porta Tiburtina. E’ la porta da cui esce la via Tiburtina ma la sua storia inizia molto prima della costruzione delle mura Aureliane.
Nel 5 a.C. Augusto costruì infatti un arco in questo punto dove si incontravano tre acquedotti: l'Acqua Marcia, l'Acqua Iulia e l'Acqua Tepula. L'arco, sotto cui passava la via Tiburtina, fu poi restaurato da Tito e Caracalla.
Tra il 271 e il 275 l'arco venne inglobato nelle mura Aureliane, come la casa privata nei pressi della porta. Inoltre la porta si trovava subito prima della biforcazione con la via Collatina che conduceva a Collazia (oggi castello di Lunghezza). Anche questo tratto di mura e la porta furono restaurate e liberate dai detriti che vi si erano accumulati da Onorio nel 401-2, inoltre costruì una seconda struttura, posta esternamente alla prima, sulla cui sommità furono aperte cinque piccole finestre, che illuminavano la camera da cui veniva manovrata la cancellata di chiusura di emergenza della porta.
Una iscrizione quasi integra riporta, oltre alle lodi degli imperatori Arcadio e Onorio, il nome di Flavio Macrobio Longiniano, prefetto di Roma, e l'anno, il 402. In tale iscrizione è stato abraso il nome di Stilicone, generale romano accusato di intesa con il nemico, ma lo stesso non è avvenuto sulla iscrizione di porta Maggiore.
A partire dall'VIII secolo la porta comincia ad essere chiamata porta San Lorenzo perchè conduceva alla basilica con la tomba del santo. Dalla porta venne costruito un portico che conduceva alla basilica come avveniva per San Pietro e per San Paolo. La porta venne anche chiamata Capo de Bove o Taurina per i bucrani (teste di toro) che decorano sia il travertino dell'arco di Augusto che l'architrave della porta esterna. Siccome quello interno è più grasso il popolo pensò che voleva alludere che chi vive in città è più nutrito rispetto a chi vive oltre le mura.
Il 20 novembre 1347 la porta fu spettatrice della battaglia tra Cola di Rienzo e i baroni comandati da Stefano Colonna il Giovane. Cola di Rienzo riportò una schiacciante vittoria.
L'arco di Augusto, quello interno, in travertino, ha l'attico attraversato dai tre acquedotti, reca in alto l'iscrizione che ricorda Augusto, un'altra al centro che ricorda Caracalla che restaurò l'acqua Marcia (Tepula), l'ultima in basso che ricorda Tito, anche lui restauratore dell'Acqua Marcia.
BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA
- AA.VV. Guida d’Italia, Roma, ed. Tci, 1993.
- AA.VV. Roma, libri per viaggiare, ed. Gallimard – Tci, 1994.
- AA.VV. I rioni e i quartieri di Roma, ed. Newton & Compton, 1989.
- AA.VV. Le strade di Roma, ed. Newton & Compton, 1990.
- Claudio Rendina (a cura di), Enciclopedia di Roma, ed. Newton & Compton, 2005.
- Carlo Villa, Le strade consolari di Roma, ed. Newton Compton, 1995.
- Stefania Quilici Gigli, Roma fuori le mura, ed. Newton, 1986.
- Irene de Guttry, Guida di Roma moderna, ed. De Luca 1989.
- Gaia Remiddi e altri, Il moderno attraverso Roma, ed. Groma, 2000.
- Piero Ostilio Rossi, Roma. Guida all’architettura moderna, ed. Laterza, 1991.
- Appunti dalla mostra all'Ara Pacis, Le città di Roma, aprile 2011. Appunti personali.
www.romasparita.eu (con bellissime foto d'epoca)
www.info.roma.it (notizie generali, sito in costruzione ricco di foto e proposte di itinerari)
www.abcroma.com (di tutto su roma, notizie generali e itinerari)
1 Tullio Rossi (Roma 1903 – Milano 1997) Dopo la laurea in architettura lavorò nello studio di Busiri Vici, collaborò nel restauro di villa Spada, progettò ville a Forte dei Marmi, a Cortina, il comprensorio di Calamoresca a Porto Santo Stefano. Vinse il concorso per il restauro di Ponte Vecchio a Firenze. Redasse il piano paesistico dell’Olgiata e numerose ville in quel comprensorio tra il 1960 e il 1963. Realizzò circa 50 chiese a Roma come architetto della Pontificia Opera Nuove Chiese, tra queste la Natività di via Gallia, San Tarcisio al Quarto Miglio nel 1939, San Giovanni Battista de Rossi nel 1940, Santa Maria della Fiducia a Finocchio nel 1940, Santa Maria delle Grazie a via Angelo Emo, San Francesco e Santa Caterina da Siena patroni d'Italia alla circonvallazione Gianicolense, Regina Pacis a Monteverde Vecchio, Santa Galla alla circonvallazione Ostiense, Sant'Emerenziana al quartiere Trieste, di Santa Maria Assunta in via Capraia al Tufello ma è anche la parrocchia del complesso Icp Vigne Nuove, la chiesa di Santa Maria Causa Nostra Letiziae in piazza Siderera al Villaggio Breda, sulla Casilina, altezza Grotte Celoni (da Irene de Guttry, cit. e casa della architettura.it). Di ben diverso tenore è la chiesa di Santa Maria Goretti nella via omonima al quartiere Trieste del 1956.
2 Lucamaleonte street artist che ha realizzato il murales sulla facciata del deposito Atac di piazza Ragusa e il murales a Totti in via Sibari sul muro della scuola Media Pascoli. Suo il murales ritratto a Proietti al Tufello pochi giorni dopo la scomparsa dell’attore. Al Quadraro, in via Monte del Grano, ha realizzato il murales del Nido di Vespe. Alla Garbatella, in via Ignazio Persico un murales ritratto di Alberto Sordi. Nel maggio 2021 un murale ad Anna Magnani a Tiburtino III.
3 Ludovico Quaroni. (Roma1911-1987) La piazza dell'E42 oggi Marconi con altri, il quartiere INA Casa Tiburtino al settimo chilometro della Tiburtina, il quartiere "La Martella" a Matera, la palazzina la Tarataruga in via Innocenzo X con Carlo Aymonino nel 1951, il complesso polifunzionale a Grosseto in piazza Rosselli, la Chiesa Madre di Gibellina (1972), il quartiere di Casilino 23. A lui è intitolata la facoltà di architettura di Valle Giulia.
4Mario Ridolfi.(1904-) Il palazzo postale di piazza Bolognanel 1933, il palazzo oggi della FAO nel 1938 con altri, intensivo in via Cesare Baronio 32 nel 1942, il quartiere INA Casa Tiburtino con altri, otto case a torreper INA assicurazioni tra viale Etiopia, via Galla e Sidama, via Adua e via Tripolitania con W. Frankl nel 1951-54. La palazzina Mancioliin via Lusitania 29 nel 1953, nel 1966 asilo nido e scuola elementare a Spinaceto.
5 Saverio Busiri Vici di una famiglia di architetti da tre generazioni, autore delle case Gescal in viale Spartaco.
6 Dati spesa e tempi da: la Repubblica del 29.11.11. Per finanziare la costruzione della stazione sono stati venduti 6 lotti di terreno un tempo occupato dallo scalo merci da anni trasferito a Roma Salaria. Il primo lotto di 7.300 mq è stato acquistato dalla BNL che vi erigerà un grattacielo per la sua sede centrale.
7 Paolo Desideri (Roma 1953) Professore ordinario di progettazione architettonica all'Università di Roma Tre. Nel 1982 ha fondato lo studio ABDR. Ha esposto alla Biennale di Venezia e alla Triennale. Ha progettato la ristrutturazione del palazzo delle Esposizioni, le stazioni della futura metro B2 Gondar e Annibaliano, il Campus Universitario di Pescara nel 2005, la riqualificazione urbanistica di via Giustiniano Imperatore nel 2005, l'Auditorium di Firenze nel 2008, il Piano di Utilizzo delle Aree Verdi dell'Eur.
8 anche questi dati da la Repubblica del 29.11.11.
9 Stazione Tiburtina per l'alta velocità. Tutte le notizie dalla cronaca di Roma de "la Repubblica" del 11 giugno 2011.
10 Nuova tangenziale. Da la Repubblica del 21 aprile 2012.
11 Busiri Vici Clemente. (1887-1965) chiesa di San Roberto Bellarmino a piazza Ungheria nel 1932-33, chiesa dei Santi Fabiano e Venanzio a villa Fiorelli nel 1936, chiesa di sant'Ippolito al quartiere Nomentano nella via omonima nel 1933, chiesa di san Saturnino in via Avigliana al quartiere Trieste nel 1935, l'Istituto Nazionale Luce in via Tuscolana 1055 nel 1937, Case Gescal in viale Spartaco tra viale Publicola e viale Agricola (in coll.) nel 1963-65.
12 Casa Icp via della Lega Lombarda. Per I rioni e i quartieri di Roma (Mauro Quercioli), il palazzo è opera di M. Marchi. Ma è più attendibile Guida di Roma Moderna di I. de Guttry.