VILLA BORGHESE
IL PIU' ROMANTICO TRA I PARCHI DI ROMA
DEFINITO DA MOLTI IL "PARCO DEI MUSEI"
STORIA
Il cuore verde di Roma perchè a ben vedere da una carta stradale ha proprio la forma di un cuore. Uno dei parchi storici di Roma più grandi[1], forse il più caro ai romani. E' definito anche il parco dei Musei perchè in esso o lungo il suo perimetro vi si trovano sette musei: la galleria Borghese, il museo Bilotti, il museo Canonica, la casa del Cinema, il museo Civico di Zoologia, la GNAM, il museo Etrusco di Villa Giulia. A questi va aggiunto il Bioparco e Explora il museo dei bambini..
La villa fu creata nel Seicento per il cardinale Scipione Caffarelli Borghese, nipote di Paolo V[2]. Venne così trasformato un terreno coltivato a vigna in una sontuosa "villa di delizie" che voleva gareggiare con quelle classiche e rinascimentali. Alla morte di Scipione, nel 1633, la villa era completata con una "pars urbana" con raffinati giardini provvisti di una selezione ricercata di alberi, fiori ed essenze e una "pars rustica" destinata alla coltivazione e alla caccia. Così natura libera e natura progettata dall'uomo contribuivano ad alimentare la meraviglia e il piacere dei signori che vi abitavano e dei loro ospiti. Ciascuna parte era delimitata da murature con porte.
Il primo recinto comprendeva la zona antistante il Casino Nobile la più ricca di statue, fontane, immerse in una fitta vegetazione di pini, abeti, cipressi, lecci, olmi, larici e lauri. Il portale di questo primo recinto è oggi su via Pinciana. Ancora oggi è rintracciabile l'assetto geometrico del recinto e del suo assetto viario.
Il secondo recinto, sempre chiuso da mura, si estendeva alle spalle del Casino Nobile, era popolato di gazzelle e daini ancora presenti nell'Ottocento. Ai lati del Casino Nobile erano i cosiddetti Giardini Segreti in cui si coltivavano specie vegetali rare e preziose tra cui agrumi e bulbacee provenienti da tutta Europa. Qui anche i Casini dell'Uccelliera e della Meridiana.
Il terzo recinto o "Barco" era la parte coltivata o lasciata incolta che si estendeva per 40 ettari. Era il trionfo della natura, dove oggi è piazza di Siena vi era una ragnaia, un fitto bosco dove era possibile stendere delle reti per catturare gli uccelli, vi era la valle dei Platani, tutt'oggi lasciata libera, movimentata di dolci pendii con platani secolari, qui nel Novecento venne progettato il Giardino Zoologico. Questa parte ha subito i maggiori cambiamenti a partire dal Settecento.
Nel Settecento fu trasformata radicalmente da Cristoforo Unterberger e da Antonio e Mario Asprucci[3] per volere del principe Marcantonio IV Borghese poi dal figlio principe Camillo marito di Paolina Bonaparte. L'intervento più importante fu la realizzazione del Giardino del Lago secondo i canoni del giardino all'inglese con l'introduzione di specie esotiche.
Ancora nell'Ottocento fu ingrandita dal Luigi Canina[4] che dette alla villa un nuovo aspetto con la costruzione di numerose piccole fabbriche di stile eclettico.
Nel 1902 fu acquistata dal re d'Italia Vittorio Emanuele III e donata al Comune di Roma che la intitolò al re Umberto I, nome che non entrò mai nell'uso comune, per i romani restò sempre e solo villa Borghese. Questo acquisto sottrasse la villa a un tentativo di lottizzazione. L’apertura al pubblico avvenne il 12 luglio 1903. Nel 1908 venne realizzato il collegamento con il Pincio (Cavalcavia sul Muro Torto). Il Galoppatoio venne realizzato dall’unione di tre vigne: Astani, Piancastelli e Lesa. Dal 1911 nella villa sorge il Giardino Zoologico[5].
Dalla fine dell'ultima guerra vi sono stati numerosi interventi di restauro e recupero degli arredi del parco. Agli anni dei sindaci Rutelli e Veltroni si devono la trasformazione del Giardino Zoologico in Bioparco, l'istituzione del Globe, la trasformazione della casina di Raffaello in Ludoteca, la creazione della Casa del Cinema e del Museo Carlo Bilotti.
Nel 2000, grazie ai fondi per l'Anno Santo la villa è stata dotata di una cancellata. Nel 2006 l'asfalto delle strade interne alla villa è stato sostituito da ecoval un asfalto ecologico come nella tenuta del Presidente della Repubblica a Castel Porziano. Nel 2011 l'Associazione "Amici Piante Storiche" hanno pubblicato un calendario con modelle nude nel parco per finanziare il restauro degli alberi centenari che sono 350 di 30 specie diverse. Nel marzo 2013 il Comune di Roma ha stanziato 6.780.000 € per restaurare dieci aree individuate dalla Sovrintendenza comunale. Tra queste: piazza di Siena (avrà un milione), la scalea Bruno Zevi con i giardini, il tempio circolare, il laghetto con il tempio. I soldi vengono dal cambio di destinazione d'uso del cinema Metropolitan in via del Corso.
Dal 1995 esiste l'Associazione "Gli Amici di Villa Borghese". Fondatore e presidente è stata Suso Cecchi D'Amico sceneggiatrice con Visconti, Monicelli e De Sica, appassionata amante della villa. Tale associazione senza fini di lucro ha lo scopo di difendere e valorizzare il parco, oggi ha 6.000 soci a Roma, in Italia e in tutto il mondo. Si è battuta per la riapertura della Galleria Borghese, per il restauro della fontana dei Cavalli Marini (completamente finanziato dall'associazione stessa), il restauro di piazza di Siena, l'esclusione di manifestazioni dannose al mantenimento delle aree verdi, ha impedito che la casina delle Rose diventasse Circolo Ufficiali con parcheggio recintato da muro. Recentemente, nel febbraio 2009, si è battuta perchè i lavori dell'Acea con ruspe in via dei Cavalli Marini fossero meno invasivi.
ITINERARIO
Entriamo nella villa dal Pincio anche se vi sono altri ingressi molto spettacolari: da piazzale Flaminio, da porta Pinciana, da valle Giulia (davanti alla Gnam), da via Pietro Raimondi e da via Pinciana (l'ingresso più vicino alla galleria Borghese).
Oltrepassato il cavalcavia sopra il Muro Torto, si trovana la doppia esedra arborea degli eroi con i busti bronzei di alcuni eroi della prima guerra mondiale, tutti irredentisti, a sinistra Guglielmo Oberdan, a destra Damiano Chiesa, Francesco Rismondo, Cesare Battisti, Nazario Sauro e Fabio Filzi.
Guglielmo Oberdan, triestino, uno dei massimi esponenti dell’irredentismo, condannato a morte per aver espresso la volontà di attentare alla vita di Francesco Giuseppe nell’occasione della visita dell’imperatore nella città per festeggiare i 500 anni di Trieste austriaca. Davanti alla magistratura austriaca si autoaccusò del proposito. Una scuola elementare gli è intitolata a Roma in largo Ravizza (Monteverde) ubicata in una villa gentilizia (villa Baldini). Damiano Chiesa era un patriota di Rovereto, si arruolò volontario nell’esercito italiano sotto falso nome pur essendo cittadino dell’impero austriaco, catturato dagli austriaci fu riconosciuto da un orologiaio prussiano di Rovereto e fucilato come disertore. Francesco Rismondo, nativo di Spalato, fu presidente del Veloclub della sua città in quanto appassionato ciclista, allo scoppio della guerra si arruolò volontario tra i bersaglieri ciclisti, disperso durante la battaglia di Opacchiasella morì a Gorizia o in un tentativo di fuga o fucilato. Cesare Battisti, di Trento, giornalista, geografo, cittadino austriaco di nascita fu deputato socialista al parlamento di Vienna. Allo scoppio della guerra si arruolò con gli italiani, catturato fu processato e impiccato per alto tradimento. Nazario Sauro, di Capodistria, tenente di vascello della marina italiana, fu giustiziato per alto tradimento a Pola. Fabio Filzi, di Pisino, si unì volontario ai soldati italiani, fu fatto prigioniero insieme a Cesare Battisti di cui era subalterno, condannato a morte per tradimento la sentenza fu eseguita per impiccagione nel castello del Buon Consiglio di Trento.
Di fronte a noi si apre viale della Magnolie costruita su un terrapiano che separa il Galoppatoio sulla destra da un'area verde che ha al centro la fontana Rotonda cosiddetta anche se in effetti è ovale. Sulla destra del viale delle Magnolie è punto per il noleggio di bici a pedalata assistita. Al termine del viale delle Magnolie si trova il rotondo piazzale delle Canestre con un'aiuola rotonda al centro. Il piazzale ha questo nome per le due canestre colme di frutta scolpite da Pietro Bernini[6] e qui collocate su due pilastri.
Si scende a sinistra per viale Fiorello La Guardia[7], già viale dei Leoni per la presenza delle statue di leoni che precedono il portichetto sulla destra. Dopo di questo si trova sulla destra l'Aranciera di Villa Borghese oggi Museo Bilotti.
Uno degli edifici più antichi della villa, risalente al Cinquecento, oggetto di numerose ristrutturazioni, all'interno presenta una bella fontana ninfeo ricca di conchiglie e decorazioni rocaille. Nel Settecento fu sede di sfarzosi ricevimenti. Fu danneggiata dai bombardamenti francesi del 1849. E' stata sede di uffici comunali per l'assessorato al Centro Storico, liberata da essi è stata adibita a museo Bilotti per iniziativa del sindaco Veltroni nel 2006. Il collezionista italo-americano ha donato alla città di Roma 18 opere di Giorgio De Chirico il padre della Metafisica compresa una scultura che è esposta all'aperto. Ma vi sono opere anche di Andy Warhol, di Gino Severini, di Mimmo Rotella e altri per complessivi 23 lavori.
Di fronte ad esso ecco il monumento a Victor Hugo di L. Pellez donato a Roma nel 1905. Più avanti si trova la porta Egizia (o Propilei Egizi), chiaramente un'opera di imitazione dei celebri monumenti egizi, è opera ottocentesca di Canina. Ancora oltre una curva a sinistra viene chiamata piazza del Fiocco, presenta sulla destra la fontana di Esculapio o del Fioccodi Antonio Asprucci, ornata di una statua del dio della medicina (manca). La strada prosegue, con il nome di viale George Washington, larga in discesa verso piazzale Flaminio, prima di arrivarvi presenta sulla destra un grande sarcofago del III secolo di un funzionario dell'imperatore Commodo. Più avanti lapide che ricorda George Washington, primo presidente degli USA e gli italiani che combatterono per l'indipendenza americana. Sul lato di piazzale Flaminio vi è un ingresso monumentale alla villa, i propilei sono stati realizzati su progetto di Luigi Canina nel 1829 in armonia con la sistemazione che Valadier aveva dato a piazza del Popolo. Sui propilei i simboli presenti nello stemma della famiglia Borghese: aquila e drago.
Studio di Francesco Trombadori.
Lo studio si trova in via di Villa Ruffo 31 all’interno del parco denominato villa Strohl Fern. Francesco Trombadori è una delle figure più importanti della cosiddetta “Scuola Romana”, quel gruppo di pittori che hanno operato a Roma tra le due guerre mondiali, rifutandosi di agire in continuità con il regime fascista, ovvero di rispettare i dettami che il regime imponeva agli artisti. La villa fu una celebre colonia di artisti attiva per più di ottant’anni, ebbe ospiti del calibro di Rainer Maria Rilke, Arturo Martini e Carlo Levi, venne acquistata nel 1879 da un mecenate alsaziano Alfred Strohl Fern che la lasciò in eredità allo stato francese, oggi è sede della Scuola Chateaubrind.
Lo studio n. 12 con soppalco, scala lignea e lucernaio, ultimo della serie di studi di artisti, è sopravvissuto intatto nella sua struttura ottocentesca. Prima di essere abitato da Francesco Trombadori, fu di artisti prussiani, dopo la prima guerra mondiale da Cipriano Efisio Oppo e dal 1931 da Trombadori. Dal 1985 vi è un vincolo del Ministero dei Beni Culturali per cui non può essere modificato. Vi sono conservati gli arredi d’epoca, alcune opere, l’archivio e la biblioteca del pittore. L’appartamento è custodito dalla figlia del pittore Donatella che presiede l’Associazione Amici di Villa Strohl Ferm. E’ meta di visite solo su appuntamento.
Lo studio è composto da un grande ambiente che si sviluppa in altezza per circa otto metri con un lecernaio sul soffitto e sulla parete nord, mentre una scala di legno conduce al soppalco in muratura che si affaccia nello studio che sul viale. E’ dotato di servizi e di un giardino privato.
Alle spalle della fontana di Esculapio inizia viale Bernadotte[8] che porta in piazzale Paolina Borghese, qui si trovano le statue di (da sin. verso destra): Gogol, del poeta azerbaigiano Nizami Ganjavi (1141-1209), del poeta arabo Ahmed Shawky (1868-1932), di Peter II Njegos (1813-1851), poeta, vescovo e principe del Montenegro, quindi Inga Garlasco de la Vega (1539-1616). Il successivo piazzale Firdusi si apre in una ampia veduta su valle Giulia, ecco la statua di Ferdowsi, poeta nazionale persiano, statua dono della città di Teheran; e quella di Henryk Sienkiewicz (1846-1916) premio Nobel nel 1905, scrittore, autore del romanzo Quo Vadis. Una scalinata scende al viale delle Belle Arti, di fronte a noi il palazzo delle Belle Arti che ospita la Galleria Nazionale d'Arte Moderna (GNAM) da ottobre 2016 “La Galleria Nazionale”. Piegando a destra per via Madama Letizia si trovano a sinistra la statua di Santander, dono della Colombia nel 90° dell'indipendenza di quel paese, a destra la statua di Aleksander Sergeevic Puskin (Mosca 1799-San Pietroburgo 1837), al di sotto è riportata la citazione del poeta: "Chi conosce la terra dove il cielo risplende di ineffabile azzurro? Italia, terra incantata, contrada di elevate ispirazioni" Roma 6.6.2000. Più avanti a sinistra lapide che ricorda Josè Marti eroe nazionale cubano.
Si entra nel Giardino del Lago attraverso il cosiddetto Arco di Settimio Severo, progettato da Luigi Canina. Il giardino del Lago fu voluto da Marcantonio Borghese sul modello dei giardini anglosassoni, avvalendosi dell'Asprucci e del pittore di paesaggio inglese presente a Roma Jacob More. Subito a sinistra si trova il laghetto con una piccola isola, su di essa l'imitazione di un tempietto ionico dell'Asprucci, del 1787, all'interno si intravede una imponente statua antica di Esculapio restaurata da Vincenzo Pacetti. Notare un canaletto che confluisce nel laghetto. Ai lati statue di Penna e Pascetti. Si lascia alle nostre spalle il laghetto e si attraversa il giardino ornato di statue e fontane, tra queste la fontana dei Fauni[9] (1928) di Giovanni Nicolini[10] e un grande sarcofago romano con il mito di Fetonte[11]. Qui anche un elegante caffè dal nome "Casino del lago" con tavolini all'aperto. Si esce dal giardino del Lago ed eccoci in viale Pietro Canonica.
Si percorre il viale Pietro Canonica verso sinistra, si supera il Globe Theatre. Nasce da una straordinaria intuizione di Gigi Proietti e all'impegno del sindaco Walter Veltroni. E' stato costruito nel 2003 a imitazione dell'omonimo teatro elisabettiano londinese che si inaugurò a Shoreditch nel 1576. La sua realizzazione è stata possibile grazie al finanziamento della famiglia Toti imprenditrice nell'edilizia (Lamaro Appalti, ha finanziato anche il Mart di Rovereto e il restauro della galleria Colonna Alberto Sordi), il teatro è infatti intitolato alla memoria di Silvano Toti. La direzione artistica è affidata a Gigi Proietti. Si tratta di un teatro all'aperto, costruito in soli tre mesi e inaugurato nell'ottobre 2003, completamente in legno, realizzato con ben 600 mc di rovere delle foreste del Nord della Francia (Ardenne), la sua stagione è esclusivamente estiva. Il teatro ha una capienza di 1.250 posti di cui 420, come da tradizione elisabettiana, sono i posti in piedi della platea. Seguono tre ordini di balconate. L’altezza massima del teatro è di dieci metri, con un diametro interno di 23 metri ed esterno di 33 metri. La circonferenza esterna è di cento metri. L'inaugurazione è avvenuta nel centenario del passaggio della villa alla proprietà comunale.
Alla fine della discesa si apre a destra piazza di Siena (un omaggio alla città di origine dei Borghese, il progetto è dell'Asprucci), lunga 200 metri a forma di stadio, con spalti erbosi, incastonata tra prati in pendio e circondata da colossali pini a ombrello, oggi è sede di un famoso concorso ippico. Si procede dritti in salita per breve tratto fino ad avere sulla sinistra la Fortezzuola preceduta dal monumento all'umile eroe e all'Alpino con il mulo di Pietro Canonica, sul monumento è la scritta: "Ca custa lonca custa viva l'Austa" 1915-1918". Opera in bronzo del 1940 che riproduce Scudela = scodella il mulo decorato con croce di guerra, nel 1957 fu aggiunto l'alpino. Il mulo porta l'affusto del 75. La fortezzuola è sede del museo Canonica. La fortezzuola era, prima dei lavori del Settecento, la "casa del Gallinaro". Nel 1926 il Comune la concesse allo scultore Pietro Canonica perchè ne facesse la sua abitazione e il suo studio. Dopo la sua morte (1959) le opere rimaste nello studio andarono a costituire il museo aperto al pubblico nel 1961, in esso si mischiano oggetti personali dello scultore con ritratti di sovrani, capi di stato e personalità d'Europa e d'America. Fu infatti ritrattista della nobiltà e di numerose case regnanti europee.
Di fronte a noi il tempio di Antonino e Faustina, forte esempio di "rovinismo" cioè della passione per le rovine antiche tipica del periodo neoclassico. Si piega a destra per via dei Cavalli Marini, il lungo viale pianeggiante costeggia sulla destra la Casina dell'Orologio di Domenico Fagiuoli, dominata da una torretta quadra sormontata da un tempietto circolare a colonne del 1791, originariamente adibito a abitazione del giardiniere. La Casina dell'Orologio ospitò le sculture provenienti da Gabi e cedute alla Francia nel 1807. Fu sede degli Acquarellisti Romani nella seconda metà dell'Ottocento. Ad un tratto il viale dei Cavalli Marini trova un piazzale con al centro una fontana rotonda, appunto la fontana dei Cavalli Marini, di Cristoforo Unterberger del 1770, si prosegue dritti, volgendo lo sguardo a destra si vede il monumento a Umberto I di Davide Calandra[12] e completato da Edoardo Rubino del 1923 (altre fonti danno il 1925), proseguiamo ancora dritti fino ad un quadrivio con il viale del Museo Borghese, procediamo davanti a noi, ora la via si chiama Antonello Trombadori, fino al piazzale Sienkiewiciz. uno degli ingressi alla villa da via Pinciana.
Da piazzale Sienkiewiciz torniamo al quadrivio. Da questo punto se si volgesse a destra verso la Galleria Borghese si potrebbero vedere nel verde, a sinistra e a destra le Fontane Oscure, così chiamate per l'ombra che un tempo le avvolgeva, mentre presso il muretto di cinta la Grotta dei Vini o Tinello struttura circolare in blocchi di tufo utilizzata per i banchetti o come luogo di riposo, un passaggio sotterraneo la collega al Casino Nobile.
Torniamo sui nostri passi fino al quadrivio, volgiamo a sinistra per via del Museo Borghese, nel febbraio 2013 questa strada doveva essere intitolata ad Alberto Sordi nel decennale della sua morte (Italia Nostra era contraria) ma si è preferito intitolare altro viale presso la Casa del Cinema (area giochi) al noto attore romano è già intitolata la Galleria Colonna. La strada è in leggera salita arriviamo fino a porta Pinciana, sulla nostra destra si trova il Casina delle Rose oggi Casa del Cinema. Il volto attuale si deve a Luigi Canina (1834), venne data in affitto e divenne un'osteria, i bombardamenti del 1849 la danneggiarono e si pensò di abbatterla. Fu ristrutturata come luogo di ristoro elegante e sede di spettacoli di musica all'aperto. Venne usata come stalla e rivendita di latte e prodotti caseari, nel 1903 con il passaggio della proprietà al Comune di Roma continuò il suo uso a latteria. Negli anni Trenta divenne un ristorante di lusso con la denominazione di "Casina delle Rose". Negli anni della Dolce Vita, vista la vicinanza con via Veneto divenne un dancing con il nome "La lucciola". Dal 1976 è stata per molti anni in abbandono per un contenzioso legale solo recentemente risolto e quindi adibita a Casa del Cinema per iniziativa del sindaco Veltroni (lavori dal 2001 grazie alla legge 396/90 per Roma Capitale, inaugurazione nel settembre 2004) Dal 2006 la Casa del Cinema ospita un punto vendita dvd di programmi e film della Rai. In conseguenza di ciò le piazze che la circondano sono state intitolate ad Anna Magnani e Marcello Mastroianni.
Presso la Casa del Cinema si trova un'area giochi e un punto per il noleggio delle bici.
Prendiamo via Goethe, passiamo davanti al cinema dei Piccoli, risalente agli anni Trenta, con 63 posti a sedere, il più piccolo cinema di Roma e una programmazione tutta dedicata ai bambini. Scendiamo leggermente fino al monumento a Goethe. Pieghiamo a destra per un vialetto che porta al tempietto di Diana, una imitazione del tempio di Vesta perchè circolare, quindi in discesa per via della Casina di Raffaello, si supera la cosiddetta Casina di Raffaello oggi Ludoteca del Comune di Roma. La vera Casina di Raffaello si trovava dove oggi è il Galoppatoio, questa era la "palazzina dell'arboreto de' gelsi" perchè si trovava al centro di un boschetto di gelsi. Era l'abitazione del guardarobiere. Prima che il Comune la destinasse a ludoteca era abitazione privata. Ha assunto l'attuale funzione nel 2006 è dedicata a tutti i bambini di Roma in età compresa tra i 3 e i 10 anni. Propone un articolato programma di attività che va dai laboratori didattici alle letture animate agli incontri sulle novità editoriali. E' presente una libreria specializzata. L'attigua chiesetta è consacrata e officiata, nel 1959 vi è stata collocata la tomba dello scultore Pietro Canonica.
Alla fine della discesa siamo in viale Canonica, prendiamo questo viale verso destra, ripassiamo per il viale fino al trivio del Tempio di Antonino e Faustina. A questo punto pieghiamo a sinistra per via di Valle Giulia, la via scende rapida nella valle del Graziano fino a piazzale Picasso. Qui si trova un altro ingresso da viale delle Belle Arti, con nolo bici. Imbocchiamo il viale del Giardino Zoologico, in leggera salita, che costeggia sulla sinistra il Bioparco di Roma, mentre sulla destra si apre la stupenda vallata del Graziano. Poco prima di arrivare all'ingresso del Bioparco, sulla destra si trova il Casino del Graziano che Scipione Borghese acquisto nel 1616 da un certo Stefano Graziani, giurista. Era utilizzato dalla famiglia Borghese durante le battute di caccia per assaporare una tazza di cioccolato caldo. Il viale è in salita e giunge al piazzale del Giardino Zoologico dove è l'ingresso al Bioparco.
Il Giardino Zoologico venne inaugurato nel 1911 dal sindaco Nathan e fu considerato per anni uno dei migliori d'Europa. Progettato da Carl Hagenbeck, creatore dello "zoo senza sbarre", dove queste sono sostituite da fossati, fu ulteriormente ampliato nel 1935 dall'architetto Raffaele De Vico autore, tra l'altro, del rettilario, dell'immensa voliera, simbolo dello zoo stesso e una delle più grandi del mondo. Nel 1983 viene inaugurato il nuovo rettilario. Ospita più di 1.100 animali di 34 specie diverse, la maggior parte dei quali nati in cattività. Negli anni Novanta, su iniziativa del sindaco Francesco Rutelli, è diventato un bioparco per la conservazione delle specie in via di estinzione per l'educazione all'ambiente e per la ricerca. Nel suo perimetro rientra il Museo Civico di Zoologia, ma l'ingresso è da via Ulisse Aldrovandi. Rappresenta un centro di cultura scientifica, conserva, studia e fa conoscere la biodiversità animale. Grazie agli esemplari conservati è possibile studiare le caratteristiche biologiche e la distribuzione geografica delle specie animali e degli ambienti di cui sono parte. Il museo è nato nel 1932 con la collocazione nella attuale sede di alcune collezioni animali di varia provenienza, la principale collezione veniva dal palazzo della Sapienza, allora l'Università di Roma, negli anni gli esemplari conservati hanno superato i 5 milioni di esemplari. L'edificio che ospita il museo, costruito nel 1911, doveva essere il ristorante dello zoo. Fino ai primi anni Settanta qui si trovava anche il museo Africano oggi non più esistente. Molto interessante la sezione in cui sono esposti gli scheletri di animali vissuti nella preistoria ed oggi scomparsi. Davanti all'ingresso del museo si trova il monumento all'Alca Impenne, er aun grosso uccello, alto circa cm 75, inabile al volo, abile nuotatore, impiegava le ali per il nuoto subacqueo. Era un tempo molto diffuso sulle coste dell'oceano Atlantico settentrionale dalla Norvegia a Terranova. Fu cacciato per scopi alimentari e per il suo piumaggio, gli ultimi due esemplari furono uccisi il 3 luglio 1844 in Islanda. E' estinto.
Davanti all'ingresso del Bioparco si trova un punto per il noleggio delle bici.
Si prosegue dritti per viale dell'Uccelliera, prima in salita poi pianeggiante, si costeggiano sulla sinistra i Giardini Segreti con la Meridiana e l'Uccelliera.
I Giardini segreti costituiscono un universo parallelelo, alte mura ne impedivano la vista. Gli edifici dell'Uccelliera e della Meridiana li dividevano in tre parti. Il primo era detto dei melangoli per le oltre 140 piante di agrumi, il secondo dei fiori era circondato di agrumi ma al centro vi erano bulbacee, con anemoni, tulipani, giunchiglie e giacinti. Il terzo era come il secondo. L'uccelliera si deve a Girolamo Rainaldi[13] 1616-19, ricca di elementi decorativi, rilievi antichi e simboli araldici. Le gabbie erano decorate ad affresco con motivi a pergola. La Meridiana del 1680-88 di Tommaso Mattei, è caratterizzata dal grande orologio solare sul prospetto interno. Subì danni per i bombardamenti francesi durante la Repubblica Romana del 1947, vide i primi restauri quando entrò in possesso dello Stato agli inizi del Novecento, durante l'ultima guerra mondiale i giardini vennero trasformati in orti di guerra e le cancellate furono prelevate per fornire "ferro alla patria". Solo negli ultimi anni si sono parzialmente ripristinati ed è consentita la visita guidata su appuntamento.
Finalmente si arriva al piazzale del Museo Borghese, cinto in parte da una bella balaustrata barocca con statue antiche, qui si trova il Casinodella Villa oggi sede della Galleria Borghese, la "Regina delle raccolte private del mondo".
Pensiamo che si tratta solo di una residenza di campagna, il palazzo di famiglia era, ed è ancora oggi, nel centro della città in via della Fontanella Borghese, è detto “Il Cembalo” per la sua forma, purtroppo non è aperto al pubblico. Questo casino è stato progettato da Flaminio Ponzio[14] nel 1608-13 ma completato da Giovanni Vasanzio[15], intorno al 1617. La compatta facciata dell’edificio, decorata, come quelle laterali da sculture antiche, è costituita da due corpi uniti da un portico coperto a terrazza, dal quale si innalza su due piani il corpo centrale più arretrato. Al portico d’ingresso si saliva da una scala a due rampe sostituita, nel 1793 con una scalinata.
L’aspetto attuale dell’interno è quello dovuto al cardinale Marcantonio IV Borghese alla fine del Settecento e affidato ad Antonio Asprucci.
Questa raccolta straordinaria è dovuta al cardinale Scipione Borghese che, all’inizio del Seicento, usò ogni mezzo, lecito e illecito, per raccogliere le opere d’arte che il suo talento sapeva individuare. Non esitò per esempio a far trafugare, di notte, la bellissima Deposizione di Raffaello dalla chiesa di San Francesco a Perugia, provocando una vera e propria rivolta dei cittadini. Con una banalissima scusa confiscò ben 107 dipinti al celebre Cavalier d’Arpino, fece addirittura imprigionare il Domenichino colpevole di non volergli cedere la “Caccia di Diana” realizzata per un altro committente. Si circondò di giovani artisti che sapeva scegliere tra i migliori. Tra questi commissionò ad un Bernini appena ventenne i gruppi scultorei “Apollo e Dafne”, “Enea che fugge dall’incendio di Troia”, “Il ratto di Proserpina” e il “David”. Sempre del Bernini è il ritratto scultoreo del padrone di casa, Scipione. Stranamente se ne vedono due: durante la lavorazione lo scultore si accorse che il marmo era difettoso e nel corso della notte, per non deludere il suo mecenate, ne fece una seconda versione.
Agli inizi dell’Ottocento Camillo Borghese, che aveva sposato Paolina, sorella di Napoleone, fece realizzare da Antonio Canova il celebre ritratto della moglie raffigurata come Venere vincitrice. La statua poteva ruotare su se stessa per essere meglio ammirata dagli ospiti.
Non rimane che aggirare il Casino per visitare il Parco dei Daini con: la fontana di Venere, il serbatorio dell'Acqua Marcia, la prospettiva del Teatro e il viale dei Sarcofagi. Si compone di un giardino rettangolare più vicino al Casino e di uno successivo. Al centro del primo spazio rettangolare (piazzale Scipione Borghese) una volta c'era la fontana del Narciso oggi sostituita da quella di Venere. Erme con rigogliose ceste di frutta e verdure sono attribuite a Bernini padre e figlio. A ridosso del muro che separa dal bioparco (lato Nord) è ancora visibile, seppure in parte, il teatro progettato nel 1613-16 da Girolamo Rainaldi, qui era l'iscrizione della legge ospitale della villa ora a Londra. Fra tutte le costruzioni spicca il serbatoio dell'Acqua Marcia costruito in forme neobarocche agli inizi del Novecento da Raffaele De Vico.
VILLA BORGHESE NEL CINEMA
Villa Borghese è il parco di Roma per eccellenza, la vicinanza ai Parioli, al centro storico, ne fa un luogo frequentato dalla borghesia. Nel cinema compare tante volte, cominciamo da “Villa Borghese” del 1953, una commedia leggera in sei episodi nei quali si incontrano vari innamoramenti o corteggiamenti. Oggi le bambinaie-cameriere ciociare o venete non ci sono più, come non esistono più i militari in libera uscita, però il film va ricordato per il cast: De Sica, Depardieu, Franca Valeri, per gli scrittori o sceneggiatori: Bassani, Parti, Flaiano, Amidei, Age e Scarpelli, Sonego.
In “Il mattatore” (Risi, 1959) Vittorio Gassman passeggia lungo il laghetto e fa finta di non capire le richieste di matrimonio della sua fidanzata. In Bianca (1984) Nanni Moretti legge Proust in una barca nel laghetto. Anche il parcheggio sotterraneo della villa è protagonista nell’unico film serio di Carlo Vanzina (autore di tanti cinepanettoni) “Tre donne in cronaca” (1990). In “Sciusià” di De Sica i bambini lustrascarpe sognano un cavallo tutto loro nel galoppatoio della villa. In “Roma” di Fellini (1972) piazza di Siena fa da sfondo a un approccio tra un giovanotto romano in cerca di avventure e una turista americana tardona.
BIBLIOGRAFIA
- AA.VV. Guida d’Italia, Roma, ed. Tci, 1993.
- AA.VV. Roma, libri per viaggiare, ed. Gallimard – Tci, 1994.
- AA.VV. I rioni e i quartieri di Roma, ed. Newton & Compton, 1989.
- AA.VV. Le strade di Roma, ed. Newton & Compton, 1990.
- Claudio Rendina (a cura di), Enciclopedia di Roma, ed. Newton & Compton, 2005.
- Carlo Zaccagnini, Le ville di Roma, ed. Newton Compton, 1991.
- Willy Pocino, Le fontane di Roma, Newton & Compton, 1996.
- Carlo Villa, Le strade consolari di Roma, ed. Newton Compton, 1995.
- Alessandro Tagliolini, I giardini di Roma, ed. Newton Compton, 1992.
- AA.VV. Villa Borghese, ed. Fratelli Palombi, 2003.
- AA.VV. Villa Borghese, ed. Gebart, 2005.
- AA.VV. Villa Borghese, ed. De Luca, 2000.
- Alberta Campitelli, Il parco di Villa Borghese, ed. Fratelli Palombi, 1993.
- AA.VV. Il Pincio, ed. De Luca, 2000.
- Irene de Guttry, Guida di Roma moderna, ed. De Luca 1989.
- Gaia Remiddi e altri, Il moderno attraverso Roma, ed. Groma, 2000.
- Piero Ostilio Rossi, Roma. Guida all’architettura moderna, ed. Laterza, 1991.
- AA.VV. Enciclopedia Universale, ed. Garzanti, 2003.
- AA.VV. Enciclopedia dell’Arte, ed. Garzanti, 2002.
- Roma ieri, oggi e domani, ed. Newton Compton.
- Forma Urbis, ed. Service Sistem.
- Capitolium, ed.
- AA.VV. Stradaroma, ed. Lozzi, 2005.
- AA.VV. Tutto Città, 2011/2012, ed. Seat.
- AA. VV. Carta dei parchi e delle aree naturali protette.
- Mappa dei percorsi ciclopedonali, 2008.
SITOGRAFIA
www.comune.roma.it
www.archeoroma.beniculturali.it
www.museiincomune.roma.it
www.romasegreta.it
www.laboratorioroma.it
www.romasparita.eu
www.info.roma.it
www.abcroma.com
www.romanoimpero.com
www.archeoroma.com
www.amicidiroma.it
www.andreapollett.com
www.palazzidiroma.it
www.villediroma.com
www.romaspqr.it
www.tesoridiroma.net
www.iloveroma.it
www.romasotterranea.it
www.sotterraneidiroma.it
www.medioevo.roma.it
www.vicariatusurbis.org
www.galleriaborghese.it
www.galleriaborghese.beniculturali.it
www.turismoroma.it
www.casinadiraffaello.it
www.casadelcinema.it
www.globeteatreroma.com
www.museocarlobilotti.it
www.bioparco.it
www.museodizoologia.it
www.riqualificazionevillaborghese.blogspot.it
www.amicivillaborghese.com
www.italianostrablogspot.com
www.romanesco.it
www.repubblica.it
www.corriere.it
www.ilmessaggero.it
www.romatoday.it
www.ansa.it
www.viamichelin.it
www.tuttocittà.it
Piero Tucci
sopralluogo del 16.07.13
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
inbiciperoma.blogspot.it
AGGIORNAMENTI
3.8.13Villa Borghese. Grazie alla Renault nuova vegetazione in viale dei Pupazzi e piazza di Siena per rimediare alla nevicata del febbraio 2012.
24. 4.14 Villa Borghese. Oggi riapre il laghetto dopo gli interventi per la messa in sicurezza e la pulizia.
6.6.14 Casa del Cinema. Un allarme lanciato da 100 autori: “E’ un luogo triste lasciato senza idee”.
02.03.15 Casa del Cinema. La ricetta del neodirettore Giorgio Gosetti: “Farò della sala un luogo di allenamento per far crescere quest’arte con proiezioni serali. Quest’anno ci saranno una ventina di rassegne di vari Paesi, al via da giovedì con una rassegna di Ken Loach. Fare della casa del Cinema un luogo di incontro di attori e registi come era negli anni Cinquanta e Sessanta il ristorante Otello alla Concordia di via della Croce 81.
12.3.15 Museo Bilotti. Dal 25 settembre, per nubifragio chiuse le sale con le opere di De Chirico, ora nei depositi del Macro. Dovrebbero tornare tra poche settimane.
9.7.15 Museo Pietro Canonica. Aperto il deposito con ottanta sculture provenienti da villa Borghese, tolte negli anni Ottanta dai viali e sostituite da copie. Inoltre gli originali cinquecenteschi dei Mascheroni e dei Tritoni della fontana del Moro di Giacomo della Porta in piazza Navona. Anche statue romane del II – III secolo, restaurate nel Cinque/Seicento: Ercole Incoronato e Satiro in riposo. Tra le opere meglio conservate lo stemma di Paolo V e le statue originali del tempio di Esculapio.
25.8.15 Bioparco. Fenicottero rosa segnalato dalla sig. Laura di Lauro in via Paisiello, era fuggito dalla gabbia, riportato alla base.
23.12.15 Villa Strohl Fern. A rischio taglio sette pini centenari sembra per la preoccupazione dei genitori degli alunni della scuola francese Chateaubriand. La presidente del comitato per la difesa di villa Borghese chiede in base a quale certificazione viene fatto il taglio?
20.1.16 Cronaca. E’ morto il regista Ettore Scola, aveva 84 anni. Il regista di tanti capolavori che hanno raccontato l’Italia, da Una giornata particolare a La famiglia. Trevico-Torino del 1973, C’eravamo tanto amati del 1974, Una gioranta particolare del 1977, Ballando ballando del 1983, La famiglia del 1987, Splendor del 1989 e Che strano chiamarsi Federico del 2013, tra i suoi capolavori. Ugo Gregoretti: Ci legava il senso dell’umorismo amici da ragazzi, uniti dal partito comunista. Sorrentino: Di recente mentre cenavamo insiem mi disse Ho 84 anni, penso che vada bene così. E’ abbastanza. Camera ardente alla Casa del Cinema.
22.8.16 Villa Borghese. Al Galoppatoio una comunità di immigrati e clochard vive in un tunnel.
[1] Villa Borghese, dimensioni. E' il terzo parco di Roma dopo villa Doria Pamphili (184 ettari) e villa Ada (160 ettari), ha un perimetro di km 6, per sovraintendenzaroma.it la sua superficie è di ettari 79 ettari.
[2] Paolo V Roma 1552 - 1621, Papa dal 1605. Camillo Borghese. Fu un papa nepotista, il nipote diede avvio alla costruzione della villa e del Casino come pure della collezione d'arte oggi Galleria Borghese. Affidò a Carlo Maderno la costruzione della facciata di San Pietro su cui spicca il suo nome, eresse il transetto modificando il progetto michelangiolesco. Affidò a Flaminio Ponzio l'ampliamento del palazzo del Quirinale. Restaurò l'acquedotto che portava l'acqua da Bracciano detto di Traiano e da allora Acqua Paola, fece costruire il fontanone del Gianicolo e quello oggi in piazza Trilussa come mostra. In santa Maria Maggiore fece costruire la cappella Paolina di fronte alla Sistina e davanti alla chiesa fece erigere la colonna prelevata dalla basilica di Massenzio. Fermo sostenitore dei diritti della Chiesa entrò in conflitto con Venezia per cui lanciò l'interdetto a Venezia nel 1606. Appoggiò la lega cattolica nella Guerra dei Trent'Anni. Fece costruire i porti di Fano e Civitavecchia.
[3] Antonio Asprucci (Roma 1723-1808) allievo di Nicola Salvi, realizzò il tempietto classico del Giardino del Lago, la fontana di Esculapio dentro villa Borghese e gli interni del Casino Nobile della villa stessa. Il suo capolavoro è la galleria che ospita il Ratto di Proserpina del Bernini. Il figlio Mario (Roma 1764-1804) progettò il tempietto di Diana dentro villa Borghese, si dedicò anche alla pittura. Da treccani.
[4] Luigi Canina (Casale Monferrato 1795- Firenze 1856) architetto, teorico e archeologo. Di ispirazione neoclassica. Dal 1825 diresse, come architetto di famiglia, i lavori di ampliamento di villa Borghese realizzando i propilei su piazzale Flaminio. E' più noto per i suoi studi di architettura antica. Diresse gli scavi di Tuscolo nel 1839-40, quelli sull'Appia Antica che poi sistemò nel 1848. Sua la Casina Vagnuzzi fuori porta del Popolo. E' sepolto in Santa Croce a Firenze.
[5] La data dell’apertura al pubblico, il cavalcavia e le vigne, per queste notizie: Claudio Rendina, Villa Borghese apre al pubblico il parco-gioiello dell’aristocrazia, articolo de “la Repubblica” del 12 luglio 2015 pag. XIX di cronaca di Roma.
[6] Pietro Bernini è il padre del grande Gianlorenzo Bernini, Pietro è autore anche della Barcaccia in piazza di Spagna.
[7] Fiorello La Guardia (New York 1882-1947) sindaco di New York dal 1934 al 1945, membro della Camera dei Rappresentanti, di origini italiane, avvocato, appartenente al partito repubblicano di tendenza liberal. Fu nominato da Truman direttore dell’UNRRA. Il secondo aeroporto di New York gli è intitolato.
[8] Bernadotte (Stoccolma 1895 – Gerusalemme 1948) La famiglia Bernadotte è l’attuale casa reale di Svezia, al trono dal 1818. Diplomatico svedese, noto per aver negoziato la liberazione di circa 31.000 prigionieri dai campi di concentramento tedeschi durante l’ultima guerra. Dopo il conflitto fu inviato dalle Nazioni Unite come mediatore nel conflitto israelo palestinese e ucciso da un sionista.
[9] Fauno figura mitologica romana, una divinità della natura, dei boschi, delle greggi. Aspetto a forma umana ma con i piedi e le corna di capra. Corrisponde ai satiri della mitologia greca, associati a Dioniso/Bacco.
[10] Giovanni Nicolini (1872-1956) scultore liberty, con quest’opera tarda chiude la presenza del liberty a Roma.
[11] Mito di Fetonte. Fetonte era figlio di Apollo e di una ninfa, Climene. Volle condurre il carro del Sole, ma per inesperienza ne perse il controllo, volò troppo in alto bruciando parte del cielo da cui ebbe origine la via Lattea, volò troppo in basso bruciando la Libia che divenne deserto, finchè Zeus lo colpì con un fulmine.
[12] Davide Calandra (Torino 1856 – 1915) scultore ed ebanista. Le sue opere principali sono: monumento a Garibaldi a Parma, il monumento al Principe Amedeo Savoia Aosta nel parco del Valentino a Torino, il monumento a Zanardelli a Brescia e il monumento equestre a Bartolomè Mitrè a Buenos Aires.
[13] Girolamo Rainaldi figlio di Carlo Rainaldi autore della facciata di Sant’Andrea della Valle, di Santa Maria in Campitelli e dell’abside della basilica di Santa Maria Maggiore. Girolamo 1570-1655, catafalco per Alessandro Farnese al Gesù e a Sisto V in Vaticano, chiesa di santa Teresa a Caprarola e santa Lucia a Bologna, tomba Sfrondati in Santa Cecilia in Trastevere.
[14] Flaminio Ponzio architetto di Viggiù, lavorò soprattutto per Paolo V, sua la facciata di San Sebastiano fuori le mura e la cappella Paolina in Santa Maria Maggiore. Visse tra la fine del Cinquecento e il Seicento.
[15] Giovanni Vasanzio architetto del Seicento originario dei Paesi Bassi, ha italianizzato il suo nome. Palazzo Borghese, villa Mondragone a Frascati, fontanone del Gianicolo o fontana dell'Acqua Paola.