POSIZIONE GEOGRAFICA
Il quartiere si estende nel settore Nord di Roma ad Ovest della via Trionfale. I confini del quartiere sono largo Trionfale, via Leone IV, viale Vaticano (che costeggia le mura Vaticane con l’ingresso ai celebri musei), via Anastasio II, via di Valle Aurelia, via del Pineto Torlonia e della Pineta Sacchetti fino a ricongiungersi con via Trionfale. Prende il nome dalla via così chiamata perché percorsa dagli eserciti vittoriosi di Roma quando rientravano in città.
Il quartiere si può dividere in due parti nettamente distinte, il primo, quello più vecchio è il vero e proprio Trionfale intorno a via Andrea Doria e via Cipro, di edilizia economica e popolare (fa parte del I municipio del comune di Roma), e il più recente detto comunemente Balduina, di edilizia signorile, intorno a viale delle Medaglie d’Oro e via della Balduina (fa parte del XIV municipio). Del quartiere fanno parte il parco Regionale Urbano del Pineto, la vasta area del Policlinico Gemelli con l’Università Cattolica del Sacro Cuore, la pista ciclabile Monte Ciocci – Monte Mario aperta nel giugno 2014 (Km 5).
STORIA
Hai foto del Trionfale dei primi del Novecento, visto dalla cupola di San Pietro con il cortile della Pigna in primo piano, le fornaci sullo sfondo.
TOPONOMASTICA
Il quartiere prende questo nome dalla via Trionfale, una deviazione della via Cassia e a questa preferita quando il Tevere allagava la zona di ponte Milvio e limitrofe. Era una antica strada romana che ricalcava il percorso dell’attuale tranne la curva imposta dalla costruzione del forte di Monte Mario o Trionfale. Era così chiamata perché percorsa dagli eserciti vittoriosi che entravano in città dopo vittoriose campagne militari, ovviamente per chi proveniva da Nord. Il generale vittorioso era cinto da una corona di alloro, uno schiavo lo affiancava e lo ammoniva a non inorgoglirsi troppo viste le alterne vicende della vita umana. Il bottino di guerra veniva depositato nel tempio di Giove Ottimo Massimo sul Campidoglio. Una parte di esso veniva divisa tra i combattenti reduci dalla campagna militare.
Il quartiere nasce lungo via Andrea Doria e nel primo tratta di via Trionfale agli inizi del Novecento, ma è soprattutto degli anni Venti e Trenta che si popola e assume la fisionomia attuale. Nel secondo dopoguerra si ha invece l’urbanizzazione della Balduina per una edilizia borghese di qualità, non i villini che un progetto del 1920 dell’ing. Carlo Pomilio voleva ad imitazione dei Parioli.
PRIMO ITINERARIO
LA VIA TRIONFALE
La via Trionfale origina dal largo omonimoche si trova al termine di viale delle Milizie. All’inizio della strada si trova sulla sinistra, al civico 21, il vasto isolato dell’AUTOPARCO CENTRALE DELLA PUBBLICA SICUREZZA, edificato negli anni Trenta su progetto di Gaetano Vinaccia[1]. Subito dopo l’autoparco, ad angolo con via Bernardino Telesio si trova il CHIOSCO di GRATTACHECCA SORA MARIA, nelle sere d’estate c’è la fila per prendere un bicchiere di grattachecca. Più avanti sulla destra ecco la
PALAZZINA DEL FALCONE
antico casolare di caccia, storica osteria molto apprezzata, purtroppo chiusa al pubblico da pochi mesi. L’osteria era aperta dal 1877, il nome gli deriva dai prati della Farnesina, siamo di fronte ad un raro esempio di edilizia quattrocentesca anteriore a quella introdotta sotto il pontificato di Sisto IV[2] (1471-1484).
Le finestrine al primo piano, ad arco con rustiche cornici di peperino, hanno sapore trecentesco e appartengono a uno stile ancora in auge per buona parte del Quattrocento. Al piano terra, dove era il salone dell’osteria “Antico Falcone”, era sistemato un porticato aperto sul lato interno della casa a formare uno spazio in cui potersi trattenere per prendere il fresco. Il porticato, successivamente murato, è sorretto da pilastrini ottagonali in cotto con capitelli in travertino detti a “foglia d’acqua” che costituiscono un tipico esempio dei lavori degli scalpellini romani della prima metà del Quattrocento, come si vede nell’albergo dell’Orso in via dell’Orso. Sempre nel salone, al centro della volta campeggia lo stemma degli Strozzi. Dal catasto (istituito nel 1871) gli Strozzi risultano proprietari fino al 1909.
La trattoria e l’antico edificio che la ospita risalgono al 1400, quando nacque come “stazione di posta” lungo la Via Trionfale, che collegava Roma al Nord Italia, ed offriva un pasto caldo, un letto per la notte, oppure un “cambio dei cavalli” per il viaggiatore che aveva urgenza di ripartire.
Piatti classici romani: rigatoni alla nasona, gnocchi al sugo, carciofi alla giudia, suppli, polpettine al sugo con spinaci, abbacchio allo scottadito, etc.
Ancora più avanti, ma sulla sinistra si trova il
MERCATO DEI FIORI
Un trionfo di colori, forme, varietà e profumi: questo è il mercato dei fiori di Roma, un luogo suggestivo interamente dedicato ai fiori recisi, ai fiori secchi e rami, alle piante aromatiche e ai generi affini. Un luogo in cui la primavera non lascia mai il posto alle altre stagioni.
Il mercato all’ingrosso dei fiori si trova in via Trionfale n.45 in un edificio realizzato nel 1965, precedentemente si trovava in via Urbana nel rione Monti. Il fabbricato si sviluppa su un’area di 4.750 mq ed è strutturato con due sale una soprastante l’altra; la prima è per le piante ornamentali, la seconda per i fiori recisi. In tutto la superficie è di 7.500 mq.
Il mercato ospita mediamente 150 produttori di tutta la regione: Santa Marinella, Nemi, Genzano, Latina e Fondi, ma anche provenienti dalle regioni vicine (Napoli e Terni). Oltre ai produttori vi sono 33 ditte di grossisti. Ha un bacino di utenza di circa 1.000 dettaglianti
Nel mercato vengono commercializzati fiori recisi, piante ornamentali e generi affini. La sala piante è aperta al pubblico il martedì dalle ore 10 alle 13. Per lo scarico merci è aperto dalle ore 3,30, per la commercializzazione dalle ore 4 alle ore 10. La domenica è chiuso.
In futuro il mercato dei fiori sarà trasferito all’Ostiense, a questo scopo è stata istituita la Centro Fiori Spa società partecipata del Comune e della Camera di Commercio[3].
In questo punto della strada, fino a ottanta anni fa, confluiva la via vecchia della Balduina, un sentiero che seguendo il corso di un torrente detto Sposatella saliva su Monte Mario.
Dopo l’incrocio con la circonvallazione Trionfale/Clodia, la strada inizia a salire, sulla destra si stacca
BORGO SAN LAZZARO
luogo di sosta e ricovero per i pellegrini che arrivavano a Roma. L’ospizio si poteva vedere fino al 1937 quando, ormai malconcio e abbandonato, crollò durante un temporale. Dell’antico ospedale resta soltanto un muro esterno, lo si vede a destra della chiesa con sopra lo stemma (doppia croce) del pio Istituto di Santo Spirito che amministrò ospedale e chiesa fin dal 1645.
La chiesa di San Lazzaro ha un aspetto rustico per il campaniletto a vela, l’interno ha uno stile romanico, tre navate divise da colonne di spoglio con capitelli appena abbozzati. La leggenda dice che un medico francese, giunto a Roma in pellegrinaggio nel 1187, si accorse di aver contratto la lebbra in questa chiesa, invoca la Madonna e il giorno dopo scopre di essere guarito. Allora il medico fonderà l’ospizio per curare i lebbrosi e la chiesetta (che risale al Mille) cambia nome da Maria Maddalena a Lazzaro. Da qui il termine di Lazzaretto dato all’ospedale che fu il primo d’Europa. Accogliendo malati affetti da tutti i tipi di malattie della pelle il lazzaretto anticipa le funzioni dell’ospedale San Gallicano voluto da papa Benedetto XIII nel 1725. E’ eccezionale il fatto che la chiesa ebbe funzioni di parrocchia per lo meno dalla metà del Cinquecento al 1828. Era una parrocchia vastissima (da Castel Sant’Angelo a ponte Milvio, a Monte Mario ai Monti di Creta), frequentata da vignaroli, per cui qui era la sede della Congregazione dei vignaroli di cui Maria Maddalena è la protettrice. E’ aperta la domenica per la messa delle ore 10,30 (sopralluogo luglio 2014).
Sulla sinistra invece, tra le vie Platone e Plotino, si trova una interessante costruzione con due ordini di logge sorrette da colonne e culminanti in un gradevole timpano. L’edificio si deve alla Chiesa Metodista che nel 1914 aveva iniziato l’acquisto di alcuni appezzamenti di terreno per la creazione di un tempio e di un centro studi internazionale che rivaleggiasse con San Pietro. Sei anni dopo riuscirono anche a comprare villa Miani. L’aspetto che ha oggi tale villa si deve all’architetto Arturo Pazzi, che in quegli anni aveva sistemato largo del Tritone, e fatto villini in Prati. Ma il 26 giugno 1936 villa e territori annessi vennero venduti dai metodisti a Luigi Miani anche per le pressioni del regime fascista che aveva stipulato il Concordato con la Santa Sede.
Al secondo tornante è l’ingresso alla VILLA MIANI, al civico 151, venne costruita tra il 1873 e il 1874, la sua destinazione iniziale era quella di luogo di svaghi e attrazioni, doveva chiamarsi Tivoli, attorno ad essa dovevano sorgere vari padiglioni e ben 100 villini. Per risolvere i problemi di comunicazione con la città fu progettata una ferrovia a cremagliera che doveva partire da piazzale Maresciallo Giardino e attraversare Prati per giungere di fronte al porto di Ripetta (ponte Cavour). Il progetto non ebbe successo, ai primi del Novecento, la villa fu affittata per diventare un sanatorio per malattie respiratorie, il Bellosguardo. Oggi è una dimora storica, utilizzata per matrimoni, meeting ed eventi, dispone di un parco con alberi secolari attraversato dal viale di ingresso lungo quasi un chilometro e di quasi 2.000 mq di saloni interni. Nell’interno si conserva una interessante collezione di livree e una preziosa collezione di ricette.
Continuando a salire si incontra l’ingresso di servizio del HOTEL CAVALIERI HILTON, progettato da Luccichenti[4], Pifferi e Ressa, inaugurato nel 1963 tra le proteste degli ambientalisti guidati da Antonio Cederna, questi erano contrari perché l’albergo era un “muro di 100.000 mq, nel punto più bello di Monte Mario e su un terreno vincolato a verde pubblico. In quel caso si parlò di “sacco di Roma”. Oggi si chiama Rome Cavalieri, Waldorf Astoria Hotels & Resort, ha il suo ingresso principale in via Alberto Cadlolo 101. Situato su sei ettari di parco mediterraneo privato con vista su Roma offre 345 camere spaziose e 25 suite arredate lussuosamente; il rinomato ristorante La Pergola (l’unico tre stelle di Roma della guida Michelin), la più ricca collezione d’arte al mondo presente all’interno di un hotel e il grande fitness center ne fanno un posto esclusivo.
Pochi metri dopo ecco, alta su una doppia scalinata la facciata della
CHIESA DI SANTA MARIA DEL ROSARIO
Nel convento annesso visse a più riprese il grande compositore ungherese Franz Litz[5] tra il 1863 e il 1868.
La prima chiesa risale al 1628 e si deve al letterato Gian Vittorio De Rossi che la volle per i vignaioli della contrada. Alla sua morte, avvenuta nel 1647, lascia per testamento i suoi beni ai padri gerolamini alla condizione che questi erigano nuova chiesa e convento. Fin dal 1651 la chiesa viene via via trasformata da Camillo Arcucci, a lui si deve lo schema a pianta ellittica poi modificata da Filippo Raguzzini nel 1726. Nel 1709 viene posto sull’altare maggiore il quadro della “Madonna della Febbre” di Giacinto Calandrucci, oggi nella cappella a sinistra. Inoltre viene portato nella chiesa il corpo di Santa Colomba martire, questo nel 1940 viene trasferito sotto l’altare maggiore. Nel 1725 Benedetto XIII, domenicano anche lui, frequentatore della chiesa, fa ricostruire gli altari in marmo e aggiungere un coro dove campeggia ancora il suo stemma. Nel 1828 Leone XII eleva la chiesa a parrocchia, tale resterà fino al 1904. Dieci anni dopo Gregorio XVI fece restaurare l’edificio e ricostuire la scalinata per il riassetto della sottostante via Trionfale. Nel 1931 il convento viene affidato alle suore dominicane di clausura appartenti alla congregazione dei Santi Domenico e Sisto a Magnanapoli che ancor oggi vi risiedono. Esse portano con se la preziosa icona bizantineggiante su legno di noce, posta oggi a sinistra dell’altare maggiore, che la tradizione assegna a San Luca. Hai incisione del Vasi di questa chiesa.
La via Trionfale continua a salire, si lascia sulla destra VILLA MELLINI, il FORTE DI MONTE MARIO e il PARCO DELLA VITTORIA che ricadono nel quartiere Delle Vittorie ma per praticità ne parliamo qui.
Viale dei Cavalieri di Vittorio Veneto è per tutti i romani semplicemente “la Panoramica”, è stata realizzata in anni recenti, nel 1979 vennero messe a dimora circa 5.000 piante grazie al Rotary. Verso la fine della strada si trovano i Casali Strozzi che risalgono al Cinquecento. In questa area verde si nasconde VILLA MAZZANTI, raggiungibile da una strada che parte da piazzale Maresciallo Giardino. La villa appare per la prima volta in una pianta del 1891. Ovviamente a darle il nome fu la famiglia che la acquistò e restaurò nel 1884. Spicca una vistosa loggia neoclassica a colonne architravate. E’ stata espropriata e aperta al pubblico nel 1971, da allora è in abbandono.
Alla VILLA MELLINI conduce il viale omonimo che parte da un antico portale situato al crocicchio tra le vie Trionfale, Evangelisti e Cavalieri di Vittorio Veneto.
La villa compare per la prima volta nel catasto alessandrino del 1660 circa, ma risale a due secoli prima, al 1470, quando venne costruita da Mario Mellini. Sorge a quota 139 m slm, forse sul luogo della villa di Marziale. Della costruzione originaria resta traccia nei grandi muri portanti e nelle antiche scuderie; tre vasti ambienti che si estendono, con copertura a volta, lungo la facciata a valle. Un ambiente sotterraneo con volta a botte corrisponde all’antica sala di ingresso. Risale al tardo rinascimento la facciata a monte con una scala a due rampe che conduce al portone di pietra da cui si accede al piano nobile. L’edificio attuale risulta dai lavori eseguiti nell’Ottocento, epoca alla quale si riferiscono gli affreschi al piano rialzato. I dipinti di soggetto aeronautico al primo piano testimoniano l’uso militare e scientifico a cui la villa fu destinata dopo la costruzione del Forte. Per la sua posizione strategica passò vari brutti momenti nei periodi di guerre, ricordiamo il sacco di Roma del 1527, l’occupazione francese di fine Settecento. La villa fu usata per esperimenti radio, nel 1935 vi si trasferirà dalla torre del Campidoglio l’osservatorio astronomico e meteorologico, con annesso museo inaugurato nel 1938. Al fianco dell’Osservatorio sorge la torre Trigonometrica dalla quale vengono calcolate le longitudini e quindi il primo meridiano d’Italia.
Il FORTE DI MONTE MARIO è uno dei quindici forti di tipo prussiano, con muro a terra, costruiti tra il 1878 e il 1884 a una distanza di circa quattro chilometri dalle mura Aureliane e di tre/quattro chilometri l’uno dall’altro, abbracciando una circonferenza di circa 40 chilometri. Il forte si trova nel punto più alto del colle m 146. Per la sua posizione privilegiata fu qui collocato, dal primo agosto 1903 al 24 gennaio 1904, il cannone che annuncia il mezzogiorno ai romani, precedentemente era a Castel Sant’Angelo, poi al Gianicolo. Il forte inglobò villa Mellini, ed era al centro di un fossato fortificato che andava dal Tevere (piazza Maresciallo Giardino) all’Aurelia e che ritarderà di alcuni decenni lo sviluppo urbanistico di questa parte di Roma.
Il PARCO DELLA VITTORIA si può dividere in due parti. La pinetina con la scuola Leopardi di Ignazio Guidi (già scuola Rosa Maltoni, madre di Benito Mussolini) e la passeggiata che conduce allo Zodiaco, questo è il luogo cantato da D’Annunzio, Henry James, Stendhal, Goethe e molto prima di loro Orazio e Marziale.
Di fronte al parco della Vittoria si apre PIAZZALE DELLE MEDAGLIE D’ORO più noto come BELSITO che ricorda il nome di una trattoria scomparsa negli anni Cinquanta insieme al Casale della Meridiana che la ospitava a pianterreno. Era una severa costruzione del 1925 opera dell’architetto Roberto Marino che doveva servire a centro commerciale a servizio dei villini progettati da Pomilio e che non sono mai sorti. Hai foto d’epoca di piazzale delle Medaglie d’oro con insegna del cinema Belsito s.d. Hai un’altra foto aerea del 1930 in cui si vede sullo sfondo l’attuale parco della Vittoria con, sulla sinistra, la scuola Leopardi.
Ancora in salita la via Trionfale prosegue, a destra ecco VILLA STUART, oggi sede di una clinica, segue la CASA DEGLI SPIRITI, casale di campagna restaurato negli anni Ottanta e un’edicola con Crocifisso.
Di fronte al civico 6053 si estende il parco di villa MALVEZZI CAMPEGGI nota anche come villa Monte Mario o Blumenstihl dal cognome della nobile alsaziana che dopo aver acquistato diversi terreni tra Trionfale e Camilluccia, si stabilì in questa villa a fine Ottocento. La villa risale al periodo tra il Seicento e il Settecento è caratterizzata per i colori giallo e rosso della facciata e per i vani aperti e chiusi che si alternano. Rilievi antichi sono incorporati con gusto nella costruzione. Davanti alla villa un edificio basso era un tempo la scuderia, oggi uffici del vivaio.
Lasciata a sinistra via Filipponi, la strada si anima con sali-scendi detti “Montagne russe”. Prima di giungere in largo Cervinia, incrocio con via Igea, si vede sulla sinistra l’ex villa Montefiori, poi Castelnuovo quindi Spiga, ormai lottizzata e edificata. Oltre la piazza, al civico 6909 è l’ingresso alla ex villa Sansoni meglio nota come delle Rose per il bel vivaio installato novanta anni fa. Al civico 7077, un po’ infossato rispetto al livello stradale, si trova il villino Baynes. Prima degli ultimi restauri aveva un’aria di campagna che gli valse il nome di chalet, era l’osteria Gambadoro, ai primi del Novecento qui funzionava una scuola elementare rurale, fra le primissime, se non la prima, per il borgo Clementino.
Sulla destra della via ecco la
BORGO CLEMENTINO
cuore del borgo è la chiesa di San Francesco, esistente dal Settecento, il nome, probabilmente, risale a Clemente XI Albani che eresse la chiesa e la parrocchia. Ci troviamo in una zona che era di confine tra il suburbio, coltivato intensivamente e la campagna vera e propria, coltivata in modo estensivo con tenute agricole che oggi corrispondono a quartieri intensivi: Prima Valle, Pigneto Sacchetti, Insugherata, Casal del Marmo, Acqua Traversa, Tomba di Nerone e altri. Nella parrocchia vivevano, fino alla fine dell’Ottocento circa 500 anime, per la maggior parte braccianti stagionali. Per volontà di Pio IX venne realizzata una deviazione dell’acquedotto Paolo per le necessità idriche della popolazione. E’ ancora visibile la FONTANA, progettata da Antonio Sarti, del 1866, oggi ad un livello più basso rispetto alla strada. Si tratta di una robusta costruzione con tetto poggiante su su sei pilastri in seguito murati, all’interno ci sono i vasconi per la lavanderia, mentre verso la Trionfale, una bassa vasca semicircolare svolgeva funzioni di abbeveratoio. Dopo l’unità d’Italia, l’abolizione dell’asse ecclesiastico con il conseguente frazionamento delle proprietà ecclesiastiche, comportò un aumento di popolazione. Nascono così il forno Moretti, mentre il conte Blumenstihl reputa conveniente costruire alcuni caseggiati a tre piani, i cosiddetti “Tre palazzi” ancor oggi esistenti in via Fornalli. Nell’estate 1887 il borgo sarà collegato a ponte Cavour da una linea di omnibus a cavalli, integrata sette anni dopo dalla ferrovia Roma Viterbo la cui stazione di Monte Mario non era proprio vicinissima. La ferrovia influenzerà anche la decisione di costruire nelle vicinanze il nuovo manicomio della città. Nel 1911 arriverà la luce e intorno al 1925 il tram 23 con capolinea a piazza Barberini e poi il 39 per piazza delle Carrette (oggi scomparsa, dove sono i Fori Imperiali). Le due nuove linee transitavano, su binario unico, per il nuovo viale delle Medaglie d’Oro fino al Santa Maria della Pietà. Nel 1931 apre la SCUOLA ELEMENTARE NAZARIO SAURO davanti al Forte Trionfale o caserma Ulivelli. La scuola è opera dell’architetto Roberto Marino.
La chiesa di San Francesco o Sant’Onofrio in Campagna, ha una facciata settecentesca che scompare messa in relazione con le vicine costruzioni moderne. Negli anni Sessanta la chiesa è stata rimodernata, purtroppo senza tener conto delle opere d’arte precedenti. Rimane l’Arco Trionfale di Carlo De Dominicis, le figure degli angeli “dalle mammelline piccole come mezzo limone”, come dice un viaggiatore dei primi del Novecento. Anche questa chiesa, come la Madonna del Rosario, ha un antico convento unito ad essa, purtroppo rimodernato anch’esso senza rispettare lo stile originario. Anche questa chiesa, come la Madonna del Rosario, nasce a seguito di un lascito a vantaggio dei gerolamitani, il donatore fu Bartolomeo Neri canonico dei Santi Celso e Giuliano. La sua consacrazione avvenne il 21 maggio 1676, diventerà parrocchia nel 1708. Al fianco della chiesa vi era un piccolo cimitero scomparso a fine Ottocento e sostituito da un campo di calcio. Hai un disegno della chiesa di San Francesco di Pinelli.
Prima di arrivare alla chiesa di San Francesco, la prima a destra dopo via Igea, è VIA MARIO FANI, dove avvenne il rapimento (angolo via Stresa) dello statista, presidente della DC, Aldo Moro e l’uccisione di cinque uomini della sua scorta il 16 marzo 1978. Il rapimento si concluse 55 giorni dopo con il ritrovamento del corpo senza vita di Moro nel bagagliaio di una Renault4 rossa in via Michelangelo Caetani. A morire subito furono due carabinieri Oreste Leonardi e Domenico Ricci, tre agenti di Pubblica Sicurezza Francesco Zizzi, Giulio Rivera e Raffaele Iozzino. L’agguato avvenne alle ore 9. Moro abitava in via del Forte Trionfale 79, come sempre faceva una sosta nella chiesa di Santa Chiara. A sbarrargli la strada fu una Fiat 128, tra i testimoni Francesco Pannofino, allora giovane studente universitario. Nella strada abitava l’on. Pino Rauti che avvertì subito dell’accaduto dichiarando di aver visto uomini vestiti da ufficiali dell’aeronautica e di aver visto allontanarsi una Fiat 132. In base alle dichiarazioni dei brigatisti stessi, parteciparono all’agguato in veste di coloro che dovevano aprire il fuoco: Valerio Morucci, Raffaele Fiore, Prospero Gallinari e Franco Bonisoli, erano vestiti da avieri Alitalia.
Una lapide è posta in ricordo degli uomini della scorta morti nei tragici fatti.
SECONDO ITINERARIO
IL TRIONFALE VERO E PROPRIO
Riprendiamo l’itinerario sempre da largo Trionfale, andiamo verso piazzale degli Eroi, percorriamo così VIA ANDREA DORIA. Questa via è la prosecuzione di viale delle Milizie, quest’ultima strada è fiancheggiata da caserme, che segna il confine tra il rione Prati e il quartiere Della Vittoria. Via Andrea Doria ricorda l’ammiraglio genovese, capitano di ventura al servizio del papa, della Francia e infine di Carlo V, sempre per salvare quanto era possibile della sua città, riconquistò la Corsica e tenne negli ultimi anni di vita il potere assoluto a Genova.
Parallela Sud di via Andrea Doria è via Candia, la prosecuzione di via Giulio Cesare. Parallela Nord di via Andrea Doria è via Bernardino Telesio dove si trova la parrocchia del quartiere. Tutte le strade del quartiere si tagliano ad angolo retto come avviene in Prati, lungo via Andrea Doria è stata recentemente realizzata una pista ciclabile. Unica strada che fa eccezione è via La Goletta, questa ha un percorso diagonale, tale anomalia si deve ad un progetto degli anni Venti per cui un binario doveva uscire dalla ferrovia per Viterbo e raggiungere la Piazza d’Armi. Dalla costruzione del nuovo mercato del Trionfale la strada è divisa in due tratti staccati uno dall’altro.
Sulla destra di via Andrea Doria si vedono le CASE DEI DIPENDENTI DEL GOVERNATORATO ai numeri 1-27. Sono tre palazzi collegati dal basso volume dei negozi, realizzati tra il 1927 e il 1930 su progetto di L. Ciarrocchi e M. De Renzi[6]. Hai foto d’epoca di queste case.
Sempre sul lato destro si trova il CINEMA TEATRO DORIA, costruito su progetto di Innocenzo Sabatini[7], del 1926, con due portoni ai numeri 56 e 58, in seguito ristrutturato e per lungo tempo chiuso. Trasformato in multisala, oggi dispone di tre sale di 213, 133 e 100 posti. Più avanti, sullo stesso lato la SCUOLA ELEMENTARE CAIROLI con ingresso da via Giordano Bruno 2 e liceo ginnasio statale Tacito con ingresso dal civico 4.
In via Giordano Bruno 47 si trova la Biblioteca del Comune di Roma Giordano Bruno.
Sulla sinistra si trova il nuovo MERCATO DEL TRIONFALE, inaugurato l’11 marzo 2009; con i suoi 273 banchi è il più grande Roma. Storicamente si trovava in via Giulio Cesare. Il 15 giugno 2015 sulle due scalinate del mercato sono stati realizzati da Diavù[8], due murales con il volto di Anna Magnani. I murales sono larghe 7 metri e profonde 15. Nel murales di sinistra l’attrice romana è raffigurata con uno dei suoi amati cani, in quello di destra con un gatto.
Davanti al mercato si trova una delle botteghe storiche di Roma, il BAR RISTORANTE LA FIORENTINA.
Sulla destra si trovavia Giannone, qui è conservata una lapide – insegna della sez. Pci Trionfale, con bandiera e simbolo della falce e martello.
Per la via Girolamo Savonarola giungiamo in breve a via Bernardino Telesio dove si trova la
CHIESA DI SAN GIUSEPPE
La chiesa ha il titolo di basilica dal 1970. L’edificio di culto e tutto il vasto complesso che la circonda si devono a don Guanella[9], con l’aiuto di papa Pio X[10] Giuseppe Sarto, a cui è intitolata. Don Guanella nel 1908 acquistò dalla Banca d’Italia 7.400 mq di terreno. Subito sorsero una cappella, una cucina per i poveri e un asilo. Il 6 giugno 1909 venne posata la prima pietra della futura chiesa, il progetto si deve a Aristide Leonori[11]. Nel 1912 venne aperta al culto. Con il tempo oltre alla chiesa vennero edificati il cinema, le scuole, campi sportivi, ma soprattutto la “Residenza San Giuseppe” sede della più importante scuola di infermieri di Roma a impronta religiosa.
La basilica è dotata di un importante concerto di otto campane in mi naturale fuse dalla fonderia Bianchi e Colbachini: queste campane, oltre a suonare a distesa, eseguono tre volte al giorno diverse melodie che variano a seconda del periodo liturgico o del giorno della settimana. L’architetto, devotissimo, ebbe l’onore di servire la prima messa celebrata da Luigi Guanella il 19 marzo 1912.
E’ un edificio a tre navate divisi da colonne di granito di Baveno[12] e soffitto a cassettoni. Interno spoglio, risaltano i dipinti di Virginio Monti sull’altare maggiore e nella volta della navata di mezzo.
La processione del 19 marzo, con la statua portata a spalla per le vie del quartiere, è una delle caratteristiche del quartiere, le sue bancarelle sono tra le poche sopravvissute nella città. Finita la processione, si legge nella guida rossa del Tci “ogni mensa è ricolma di frittelle di farina in forma di ciambelle o di riso a forma di palle, fritte nell’olio e preparate e cotte nella via”.
Al momento della sua costruzione, erano già presenti gli edifici che la fronteggiano e le case di via Campanella risalenti all’esposizione del 1911, tali edifici sono opera di Giulio Magni[13] (autore del ministero della Marina, delle case per ferrovieri in Santa Croce e la facoltà valdese) e Innocenzo Sabbatini[14]. Di questo architetto è tutto il lotto compreso tra via Telesio, la circonvallazione Trionfale e le vie Doria e Giannone. Di Sabbatini è anche il cinema teatro Doria (1926). Al civico 28 di via Ruggero di Lauria si trova la Casa dei Bambini progettata tra il 1919 e il 1924, sempre di Sabbatini, venne poi trasformato in bagno pubblico, quindi uffici dell’IACP. Tra le vie Caracciolo, Doria e Pisani si trova il primo complesso di case di Sabbatini.
Hai foto d’epoca della processione di San Giuseppe in via della Giuliana (1937).
In fondo a via Pisani si trovala piazza Santa Maria delle Grazie, già piazza Francesco Morosini[15]:
CHIESA DI SANTA MARIA DELLE GRAZIE
E’ una parrocchia santuario. Costruita su progetto di Tullio Rossi[16] nel 1940, consacrata il 13 agosto 1941, ha preso il titolo dalla omonima chiesa demolita nel 1936 per la ristrutturazione di via di Porta Angelica. Sopra il portone centrale lo stemma di Pio XII. La chiesa conserva opere provenienti dalla demolita chiesa, l’icona bizantineggiante, racchiusa in un’edicola ottocentesca, portata da Gerusalemme dall’eremita Albenzio De Rossi (nella navata sinistra), la pala barocca della Madonna che mostra il Bambino a San Francesco di Carlo Maratta (sull’altare maggiore) e alcune lapidi. Sopra i pilastri portanti si trovano quattordici affreschi di Giuseppe Ciotti raffiguranti i misteri del Rosario, nella controfacciata “Apparizione della Vergine a Pio V” in occasione della vittoria di Lepanto, tela di Umberto Colonna.
In fondo a via Andrea Doria si trova il
PIAZZALE DEGLI EROI
Il piazzale è dedicato ai soldati che si sono distinti nella Prima Guerra Mondiale, a quelli decorati con medaglie d’oro sono intitolate le strade della Balduina. Al centro si trova una moderna FONTANA MOSTRA DELL’ACQUEDOTTO DEL PESCHIERA, considerato uno dei maggiori acquedotti d’Europa, la cui entrata in servizio fu celebrata con una solenne manifestazione alla presenza del presidente della Repubblica Luigi Einaudi. Doveva essere una fontana provvisoria, venne realizzata in fretta in vista dell’Anno Santo del 1950, la fontana definitiva doveva sorgere in piazzale Clodio. La fontana si ispira a quella delle Najadi a piazza della Repubblica (Pia Antica Marcia), è costituita da una grande vasca circolare all’interno della quale si erge una composizione a più livelli a base ottagonale. La struttura centrale presenta i lati maggiori concavi, in cui si aprono valve di conchiglie, il suo aspetto scenografico è costituito dai numerosi giochi d’acqua che coronano l’alto zampillo centrale.
L’acquedotto del Peschiera-Capore è il principale di Roma, convoglia le acque del fiume Peschiera e delle Capore, in provincia di Rieti, è uno dei più grandi del mondo a trasportare solo acqua di sorgente, ha una portata di 14.000 litri al secondo, ha una lunghezza di 130 Km, il 90% sotterraneo. Oggi fornisce l’85% delle acque di Roma. I lavori per la realizzazione dell’acquedotto sono iniziati nel 1937 secondo un progetto del 1908, parte da una grande caverna di circa 20 metri di diametro sulle pendici delmonte Nuria. L’acquedotto sotterraneo è interrotto da tre ponti canali che superano i fiumi Salto, Turano e Tancia, compiendo un salto che aziona dal 1940 la centrale elettrica di Salisano. Prosegue il percorso con due ponti che sostengono le condotte in acciaio per attraversare la ferrovia Roma-Firenze e il fiume Tevere presso la stazione di Poggio Mirteto. Le vasche di carico si trovano a Ottavia, un’altra di smistamento a Trionfale nella zona di Monte Mario. La portata d’acqua è stata aumentata nel 1980 con la captazione di altre sorgenti del fiume Farfa presso Capore. L’acqua impiega 18 ore prima di giungere nelle case dei romani.
La cerimonia di inaugurazione della fontana fu di grande effetto, il 27 ottobre 1949, l’ing. Giuseppe Ferrari, presidente Agea offrì l’acqua al presidente della Repubblica in un bicchiere utilizzato ottanta anni prima da Pio IX nel corso della identica cerimonia per la fontana dell’Acqua Marcia Pia, poi delle Najadi[17].
Sul lato Ovest si trova la SCUOLA ELEMENTARE GIANBATTISTA VICO, oggi Istituto Comprensivo Via Luigi Rizzo, là dove era una collinetta alta quanto la scuola attuale, a Sud l’OSPEDALE OFTALMICO per le malattie degli occhi costruito in sostituzione di quello voluto dai Torlonia sul Gianicolo nel 1866, costruito come dispensario del governatorato dall’architetto Ignazio Guidi[18]; a Est le case popolari di via Andrea Doria con la LAPIDE IN RICORDO DI ERRICO MALATESTA[19] (qui morì nel 1932). In questa parte di Roma gli anarchici erano molto forti tra i lavoratori delle fornaci di Valle Aurelia.
TERZO ITINERARIO
LA BALDUINA
Riprendiamo il nostro vagabondare nel quartiere dal piazzale degli Eroi, dove si era interrotto il precedente. Questa volta saliamo verso Monte Mario per conoscere la Balduina.
Il toponimo Balduina discende quasi sicuramente da Baldovino Del Monte – fratello di Giovanni Maria, ovvero papa Giulio III (1550-1555) – che nella zona possedeva una considerevole proprietà.
Prendiamo a destra della scuola elementare viale delle Medaglie d’Oro. Questa era la strada approntata dall’ingegnere Carlo Pomilio per la lottizzazione che aveva in mente di fare su un’area di 80 ettari, il versante di Monte Mario dove poi è sorta la Balduina. La via si chiamerà inizialmente via Tito Livio, poi di Monte Mario. Doveva essere un quartiere di villini, da rivaleggiare con i Parioli, ma nel dopoguerra tali villini sono stati sostituiti da palazzi signorili, ma pur sempre palazzi. Nel 1923 inizia la lottizzazione tra le attuali via Tito Livio e Cecilio Stazio. Viene chiamato l’architetto Marcello Piacentini a garantire il rispetto di criteri edilizi di qualità, la scelta dell’alberatura delle strade e il colore degli edifici stessi. Purtroppo di queste realizzazioni resta ben poco. Hai foto d’epoca di viale delle Medaglie d’Oro.
Salendo per viale delle Medaglie d’Oro, al civico 134 troviamo il VILLINO TASSONI, uno dei pochissimi sopravvissuti della prima lottizzazione, più avanti, ad angolo con via Tito Livio ai numeri 148-156, il primo edificio costruito nel viale. Risale al 1923, fu presto chiamato Belsito dal nome della trattoria che ne occupò il pianterreno e primo piano prima di trasferirsi alla meridiana. Sulla scalinata di via Svetonio rimane il CASALE DEL BELVEDERE che risale al Settecento, ristrutturato dal celebre architetto Gino Coppedè[20]; un rustico pronao, servito da una doppia scala elicoidale, è la soluzione per l’accesso all’abitazione. Lo stesso Coppedè progettò il VILLINO BALDONI al civico 400 di viale delle Medaglie d’Oro e un altro demolito. Viale Tito Livio è quello che meglio conserva l’aspetto di un tempo, nel punto più alto si trova l’imponente costruizione dell’ISTITUTO DI MARIA AUSILIATRICE, negli anni Trenta e Quaranta scuola per le famiglie migliori della Balduina.
A metà del viale delle Medaglie d’Oro si apre PIAZZA DELLA BALDUINA, anche se la piazza è preceduta da uno slargo chiamato via Mario Romagnoli. La piazza venne realizzata tra il 1952 e il 1958 dalla Società Generale Immobiliare divenuta proprietaria dell’intera area appartenuta in precedenza a Pomilio. Nella vicina piazza Carlo Mazzaresi si trova il mercato rionale coperto, hai foto d’epoca del mercato in costruzione (1960).
La piazza è dominata dalla
CHIESA DI SAN PIO X
E’ situata sopra una collinetta prospiciente la piazza. Progettata da Alberto Ressa e consacrata nel 1961. La parrocchia è presente dal 1957. Al di sotto della chiesa sono stati ricavati il teatro-auditorium (prima chiesa in attesa della sua ultimazione), una piccola cripta ottagonale al di sotto del sagrato e con ingresso diretto sulla piazza.
La facciata è posta scenograficamente sopra una doppia scalea marmorea ed è in mattoncini alternati a fasce di marmo orizzontali. La canonica è alla destra della chiesa, il piano superiore è caratterizzato da un loggiato con pilastri di marmo.
Prendiamo via della Balduina, dopo circa un chilometro in salita arriviamo al civico 292 dove si trova l’ex VILLA MASSIMO dal nome degli antichi proprietari, oggi sede delle Suore Catechiste Missionarie della Dottrina Cristiana. E’ una costruzione che risale al Cinquecento, ma nelle attuali forme, con le due ali laterali leggermente avanzate e la torretta-belvedere incompiuta, appartengono alla seconda metà del Seicento. L’ingresso era in via Massimi (già vicolo).
Su questa strada va segnalata al civico 103 una lapide che ricorda una villa e un ospite di eccezione, si tratta della villa di Maurizio Mario Moris, padre dell’aeronautica italiana, che ospitò il Mahatma Gandhi quando venne in visita a Roma nel 1931.
Attraverso via Lucilla Domizia arriviamo al CASALE CIOCCI. Si tratta della VILLA DI BLOSIO PALLADIO, nome umanistico del segretario dei papi Leone X, Clemente VII e Paolo III. La costruzione mantiene l’aspetto di una villa rinascimentale. Al suo interno è scomparso il ciclo di affreschi sui “Lavori delle Stagioni”, restano i 12 riquadri con il culto della prosperità ricostruito attraverso mitologie di vari popoli antichi. E’ sede di una scuola agraria.
Da giugno 2014 è stata qui creata una pista ciclabile e un percorso pedonale di Km 5 (dopo sette anni di lavori) che da monte Ciocci arriva a Monte Mario sopra la linea ferroviaria per Viterbo.
QUARTO ITINERARIO
LA PARTE NORD DEL QUARTIERE
In via del Forte Trionfale(dopo lo snodo nel quale la galleria Giovanni XXIII si immette sulla via Trionfale), al civico 2 troviamo il bel VILLINO abitato dal pittore Scipione oltre 70 anni fa. Una sua parallela è via della Tenuta di Sant’Agata, dal nome della proprietà dell’omonima chiesa esistente in zona fin dal secolo XIII. Questi furono i terreni scelti dalla cooperativa “Le nostre case” di dipendenti delle Poste e Telecomunicazioni per fondare un insediamento moderno su Monte Mario, si tratta di villini unifamiliari, era il 4 aprile 1919. Dei 300 villini previsti sulla carta se ne realizzarono solo una cinquantina. Nel bel mezzo delle “Case Nostre” (sulla Trionfale, dopo l’incrocio con via di Torrevecchia, nel quartiere che è sulla destra) venne elevata la CHIESA DI NOSTRA SIGNORA DI GUADALUPE che ricorda il celebre santuario messicano. Ovviamente sull’altare maggiore è l’immagine di quella Madonna, opera di un artista messicano, offerta nel 1880 a Leone XIII e nel 1929 da Pio XII alle Figlie di Maria Immacolata di Guadalupe. La chiesa divenne parrocchia nel 1936, diede ospitalità ai granatieri della divisione Sassari dopo l’8 settembre 1943.
Sull’altro lato della Trionfale si trova l’EX OSPEDALE PSICHIATRICO DI SANTA MARIA DELLA PIETA’. Deriva da una confraternita del 1548 che in piazza Colonna, organizzò il primo ospedale per la cura dei pazzarelli. Nel 1904 la Provincia di Roma acquistò terreni per un impianto all’altezza dei tempi, dopo tre concorsi il progetto sarà affidato agli architetti Negri e Chiesa. La prima pietra viene posta l’8 giugno 1909 presenti il re e il ministro Tommaso Tittoni, l’inaugurazione avverrà quattro anni dopo. L’ospedale si estende su un’area di 130 ettari, 32 dei quali coperti da 43 edifici a formare una sorta di villaggio. Hai foto aerea del’Ospedale Psichiatrico del 1914.
Lungo via della Pineta Sacchetti si trova il POLICLINICO GEMELLI con l’Università Cattolica del Sacro Cuore. Il complesso venne costruito tra il 1962 e il 1964 su progetto di Gaetano Minucci[21].
Poco più avanti, sempre su via della Pineta Sacchetti, ma con ingresso da via Vittorio Montiglio, ecco la chiesa di GESU’ DIVIN MAESTRO progettata da Carlo Bevilacqua[22], del 1967. Parrocchia dal 1964. La chiesa è a pianta circolare, la pavimentazione in porfido arrotato è in leggera discesa verso il centro da cui si solleva con tre gradini il prebiterio. L’ampia parete di sfondo presenta un grande mosaico che manifesta con tre immagini la figura di Gesù Divino Maestro: a 12 anni dialoga con i dottori del tempio, a sinistra il Maestro delle Beatitudini e al centro Cristo Servo in Croce che veste la dalmatica bianca per indicare come il Maestro educa il suo popolo al servizio del Padre.
Nel quartiere si trova la pista ciclabile Monte Mario – Monte Ciocci aperta a giugno del 2014 (sette anni di cantiere), è completamente pianeggiante, è lunga Km 5. E’ detta anche parco lineare Monte Ciocci – Monte Mario.
Nel quartiere si trovano due stazioni della metro A: Cipro e Valle Aurelia. Vedi documento Tuscolano.
IL QUARTIERE NEL CINEMA
A Monte Ciocci è stato girato il film “Brutti sporchi e cattivi” di Ettore Scola (1976) con Nino Manfredi. Vinse il premio per la miglior regia al 29° festival di Cannes. Hai foto del film.
DA: I NONNI DI ROMA RACCONTANO
“Moro diceva, quando incontrava le famiglie che erano pugliesi come lui e non avevano niente, ma vivevano di sussidi: “Ma perché non ve ne tornate in Puglia, vi pago io il viaggio”. Loro rispondevano: “No, perché lì nessuno ci dà i sussidi e qui c’è il cinema. Almeno andiamo al cinema”, la miseria di allora per noi è inconcepibile oggi”. Testimonianza di Rinaldo Santini, già sindaco di Roma, che con Moro portava sussidi alle famiglie tra via Barletta e piazza Trionfale; da: AA.VV. I nonni di Roma raccontano la storia, ed. Comune di Roma, 2006, pag. 116.
Tucci Piero
Agosto 2015
AGGIORNAMENTI
5.5.15 Trionfale. Il municipio va nella vecchia caserma. Iniziata la procedura. Tutti gli uffici in via Mattia Battistini e al Santa Maria della Pietà, risparmio di 800.000 €.
30.9.15 Ospedale Santa Maria della Pietà. Due padiglioni dell’ex ospedale diventeranno un ostello in vista dell’Anno Santo, in tutto 140 posti per i pellegrini. I costi (500.000 euro) a carico della Regione. E’ stato sede del manicomio più grande d’Europa fino al 1999.
12.2.16Un'altra storia, questa volta tipicamente italiana. Si inaugurerà dopo tredici anni alla PINETA SACCHETTI un auditorium da 200 posti. Una volta di legno sormontata da una cupola rivestita di lastre di rame. Già si stanno togliendo le impalcature e presto si cominceranno a montare gli arredi. E così potrà vivere ed essere salvato dal degrado il sogno di un quartiere, in via Albergotti, tra il parco e la circonvallazione Cornelia, finalmente completato dal Municipio.
12.2.16Infine FORTE TRIONFALE. Più di venti ettari di parco di cui quattro già resi agibili agli abitanti dai lavori di manutenzione e una gara già pronta per aprire al suo interno la nuova sala del consiglio municipale in attesa del trasferimento di tutti gli uffici.
Ecco alcune immagini di come è oggi Forte Trionfale, dopo la manutenzione del verde di quattro dei ventuno ettari del parco. Costruito tra il 1882 e il 1888, è composto, oltreché dai giardini, da uffici, parcheggi e un grande hangar che serviva per il ricovero dei dirigibili. Dato in consegna al IV Municipio nel 2015, ora è stata avviata la procedura per la ristrutturazione dell'ex sala mensa che diventerà la sede del Consiglio municipale. E entro l'estate ci si trasferiranno gli altri servizi del municipio stesso di cui diventerà il quartier generale. “E' un'operazione” spiega il minisindaco Barletta “che consente un risparmio per le casse del Comune di circa 800 mila euro di fitti attualmente versati per le due sedi del municipio e che ora potranno essere impiegati per nuovi servizi e investimenti”. Da: Repubblica on line.
7.5.16 # Pista ciclabile in via Andrea Doria. Il I Municipio ha deciso la riqualificazione di via Andrea Doria (Prati-Trionfale) e con questi lavori sarà costruita una nuova pista ciclabile che collegherà le numerose già esistenti in Prati con la fermata Cipro della metro A. I lavori partiranno a breve, sarà completamente rifatto il manto stradale, la segnaletica, i marciapiedi saranno ricostruiti completamente, verranno abbattute tutte le barriere architettoniche, ci saranno nuove panchine, parapedonali, cestini per i rifiuti, saranno ricollocate le bancarelle del commercio ambulante. La spesa complessiva di questi lavori sarà di mezzo milione di euro.
14.6.16 Murales. Street art. Via Andrea Doria. Al mercato Trionfale spunta il volto di Anna Magnani è opera di Diavù David Vecchiato. I ritratti sono in due scalinate larghe 7 metri e profonde 15. Domani a mezzogiorno la presentazione delle opere. Dopo Ingrid Bergaman in via Fiamignano a Ottavia e Michele Mercier a Corso Francia, Elena Sofia Ricci in via Ugo Bassi ispirata a In nome del popolo sovrano, una eroina della repubblica romana, ora il nuovo intervento nelprogetto Popstairs.
2.11.16 Libreria Tirelli alla Balduina. In piazzale delle Medaglie d’Oro sta per chiudere dopo 60 anni, è la libreria cara a Parise.
1.12.16 # Trionfale. In fiamme l’auditorium in via Albergotti in costruzione da 13 anni, la struttura è costata al municipio ben 2 milioni di euro e 13 anni di cantieri (vicino a via Domenico Tardini). Le fiamme partite da una fiamma ossidrica.
6.3.17 Cronaca. Trionfale. Povero ruba gli abiti per i poveri nella chiesa Santa Maria Mater Dei in via della Camilluccia 120. Con un cacciavite ha forzato l’ingresso della canonica, scoperto dal viceparroco, inseguito, lo ha minacciato con lo stesso cacciavite. E’ stato arrestato in largo Cervinia.
18.3.17 Cronaca. Trionfale - Balduina. Auto distrutta a mazzate per un tamponamento in largo Damiano Chiesa, è successo ieri pomeriggio alle ore 16.
15.2.18 Cronaca. Trionfale. Si apre voragine in via Livio Andronico. Sette auto precipitate nel vuoto e due palazzi evacuati, nessun ferito. La Procura apre un fascicolo: nei giorni scorsi era stata segnalata una copiosa perdita d’acqua.
16.2.18 Cronaca. Trionfale. Per la voragine di via Livio Andronico indagati il costruttore e il padrone dell’area. Il terreno in cui si stanno facendo lavori per la costruzione di tre palazzi al posto del complesso Santa Maria degli Angeli è stato sequestrato. Fondamentale la consulenza tecnica affidata a due ingegneri e un geologo.Il terreno franato era zuppo e il crollo si sarebbe verificato per la rottura di due condutture Acea. Gli inquilini dei palazzi evacuati avevano presentato denunce per rumori eccessivi e vibrazioni interne agli appartamenti a gennaio.
[1] Gaetano Vinaccia. Architetto nato a Napoli nel 1889 e morto nel 1971. Oltre all’autoparco ha progettato un palazzetto in via Donizetti. E’ stato un pioniere nell’uso dell’energia solare che lo ha fatto conoscere in tutto il mondo.
[2] Sisto IV. Giovanni Angelo Medici, di Marignano MI. Papa dal 1559 al 1566. Era fratello della madre di San Carlo Borromeo, Margherita Medici. Discendente di un ramo milanese dei Medici. Conclude il Concilio di Trento, emana la "Professio Fidei Tridentinae" il 13 nov. 1564. Diede incarico a Michelangelo di disegnare porta Pia. E' sepolto in Santa Maria degli Angeli.
[3] Mercato dei Fiori. Tutte le notizie da: comune.roma.it.
[4] Luccichenti Ugo. (1898-1976) Palazzina in piazza delle Muse nel 1940, Casa popolare in viale Libia 14 nel 1954, Villini a Casal Palocco, isola 10 prima del 1960, Albergo Cavalieri Hilton con altri nel 1961-63, svincolo della Nomentana su linea ferroviaria nel 1966.
[5] Franz Litz. (Raiding 1811 – Bayeruth 1886) compositore, pianista, direttore d’orchestra e organista ungherese. Studiò e suonò a Vienna e Parigi, viaggiò in tutta l’Europa tenendo concerti un po’ ovunque. Fu uno dei grandi virtuosi del pianoforte dell’Ottocento, rivoluzionò la tecnica pianistica e il rapporto tra pubblico ed esecutore. Fu legato a Chopin e Schumann da amicizia e stima. Nel 1865 divenne accolito nell’ordine francescano della Chiesa Cattolica. Era suocero di Richard Wagner, avendo quest’ultimo sposato su figlia Cosima. E’ stato abate della cattedrale di Albano Laziale.
[6]De Renzi Mario. (1897-1967) Casa ICP in piazza Perin del Vaga, Casa per dipendenti del governatorato in via Andrea Doria, casetta modello alla Garbatella in via delle Sette Chiese nel 1929, casa convenzionata per l'impresa Federici in viale XXI Aprile nel 1937, palazzo delle Poste in via Marmorata con Libera nel 1933, palazzo oggi dell'Archivio di Stato all'Eur nel 1938, palazzina Furmanik al lungotevere Flaminio nel 1942, il quartiere Stella Polare a Ostia nel 1949, il quartiere INA Casa Valco San Paolo con altri nel 1950, il quartiere INA Casa Tuscolano II in via del Quadraro con altri nel 1951.
[7] Innocenzo Sabbatini. Vedi nota 14.
[8] Diavù, nome d’arte di Davide Vecchiato. E’ autore anche del dipinto sulla scalinata di via Ronciglione che raffigura l’attrice Michele Mercier (nota per il ruolo di Angelica in una serie di film degli anni Sessanta), dei murales al cinema Impero in via dell’Acqua Bullicante a Tor Pignattara.
[9] Don Guanella. (Fraciscio di Campodolcino SO 1842 – Como 1915) presbitero fondatore delle congregazioni cattoliche dei Servi della Carità e delle figlie di Santa Maria della Divina Provvidenza. Proclamato santo da papa Benedetto XVI nel 2011. Conobbe Don Bosco e la sua opera, il Cottolengo, rimanendo con lui tre anni. Il corpo è custodito nel santuario del Sacro Cuore di Como. Le attività di don Guanella sono rivolte “al sostegno dei più abbandonati, di coloro che sono poveri nell’ingegno, nella salute o nelle sostanze”.
[10] Pio X Giuseppe Sarto, di Riese TV. Papa dal 1903 al 1914. Eliminò il divieto ai cattolici di partecipare alle elezioni politiche (patto Gentiloni), condannò il modernismo. La sua festa è il 20 agosto. Santo dal 1954. Il suo stemma presenta nella parte alta il leone di Venezia, nella parte alta un'ancora con una stella e le onde del mare. E' sepolto in San Pietro, cappella della Presentazione, navata sinistra.
[11] Aristide Leonori. Ingegnere romano (1856-1928).E’ autore della chiesa di Santa Croce al Flaminio in via Guido Reni, del Sacro Cuore di Gesù a via Piave (1914-16), la basilica di San Giuseppe al Trionfale e della chiesa di San Patrizio a via Boncompagni. Sue opere al Cairo, negli Usa e altrove. Una via gli è dedicata al quartiere Ardeatino (Grotta Perfetta), una scuola ad Acilia. Da: inforoma.it e it.wikipedia.org
[12] Baveno. Il granito di Baveno è di colore rosa, si estrae dalle cave sul lago Maggiore, sulla sponda piemontese del lago, dove è il Mottarone, è uno dei graniti più usati nell’edilizia. Con questo granito sono fatti l’Operà di Parigi, la chiesa di San Carlo a Vienna, il monumento a Colombo a New York, la Galleria Vittorio Emanuele a Milano.
[13] Giulio Magni. (Velletri 1859 - Roma1930) Figlio di un noto storico dell'arte, ha operato in Romania. Case popolari a lungotevere Testaccio nel 1905-06, Facoltà teologica Valdese a via Cossa nel 1907-09, Case popolari a santa Croce in Gerusalemme nel 1907-15, Villa Marignoli a via Po nel 1910, Ministero della Marina Militare al lungotevere nel 1919-28, Chiesa Regina Pacis a Ostia nel 1924-28. La biblioteca di Velletri conserva il suo archivio. Partecipò al concorso per la Gnam.
[14]Innocenzo Sabbatini.(Osimo 1891-Roma1984) Case alla Garbatella in piazza Brin nel 1920, il Cinema Garbatella oggi teatro Palladium nel 1927, La casa dei bambini in via di Lauria nel 1924, quartiere ICP via Andrea Doria, casa ICP in via della Lega Lombarda, gli alberghi suburbani alla Garbatella, le case ICP in via Oslavia e in via Marmorata tra il 1927 e il 1930. E' stato presidente dell'Icp dal 1925 al 1931. Ha progettato il Palazzo Pubblico sulla piazza di Montesacro. Casa in piazza dell’Alberone.
Da De Guttry. Per "Archivio Storico Iacp" l'architetto è morto a Osimo nel 1983. E' autore delle case che affacciano su via Marmorata a Testaccio ang. via Vanvitelli. TrionfaleII, lotto I, prospetto sulla via R. Di Lauria.Trionfale III, cinematografo su via Andrea Doria. Trionfale III, lotto VII. Progetto Piazza d'Armi I via Monte Santo, Sabotino, Plava, Montenero, viale Angelico.Progetto per la piazza della città giardino Aniene. Progetto Tiburtino II Portonaccio in piazza Pontida via Adalberto.Progetto Tiburtino II Sant'Ippolito in via della Lega Lombarda (citato sopra).Palazzina sul Gianicolo in via Dandolo. Progetto Pamphili I, via di Donna Olimpia, anno 1930.
[15] Francesco Morosini. Noto come il Peloponnesiaco (Venezia 1619- Nauplia 1694) è stato il 108° doge della Repubblica di Venezia dal 3 aprile 1688 fino alla sua morte. E’ sepolto nella chiesa di Santo Stefano a Venezia.
[16] Tullio Rossi. aaa Roma 1903 – Milano 1997) Dopo la laurea in architettura lavorò nello studio di Busiri Vici, collaborò nel restauro di villa Spada, progettò ville a Forte dei Marmi, a Cortina, il comprensorio di Calamoresca a Porto Santo Stefano. Vinse il concorso per il restauro di Ponte Vecchio a Firenze. Redasse il piano paesistico dell’Olgiata e numerose ville in quel comprensorio tra il 1960 e il 1963. Realizzò circa 50 chiese a Roma come architetto della Pontificia Opera Nuove Chiese, tra queste la Natività di via Gallia, San Tarcisio al Quarto Miglio nel 1939, San Giovanni Battista de Rossi nel 1940, Santa Maria della Fiducia a Finocchio nel 1940, Santa Maria delle Grazie a via Angelo Emo, San Francesco e Santa Caterina da Siena patroni d'Italia alla circonvallazione Gianicolense, Regina Pacis a Monteverde Vecchio, Santa Galla alla circonvallazione Ostiense, Sant'Emerenziana al quartiere Trieste, di Santa Maria Assunta in via Capraia al Tufello ma è anche la parrocchia del complesso Icp Vigne Nuove, la chiesa di Santa Maria Causa Nostra Letiziae in piazza Siderera al Villaggio Breda, sulla Casilina, altezza Grotte Celoni (da Irene de Guttry, cit. e casa della architettura.it). Di ben diverso tenore è la chiesa di Santa Maria Goretti nella via omonima al quartiere Trieste del 1956.
[17] Acquedotto del Peschiera. La notizia della cerimonia di inaugurazione da: la Repubblica del 27.10.2013, articolo “L’acqua del Peschiera da Rieti a piazzale degli Eroi” a firma di Claudio Rendina.
[18] Ignazio Guidi. (Roma 1904-1978) Nel 1931 scuola Guglielmotti ora Manzoni, la scuola Rosa Maltoni Mussolini (la madre del futuro duce) poi Leopardi a Monte Mario (scuola all'aperto), nel 1936 caserma dei Vigili del Fuoco a via Genova, nel 1936-39 scuola Fratelli Garrone a Ostia in corso Cardinal Consalvo, edifici per il Comune nell'attuale via Petroselli (anagrafe) con Cesare Valle, nel 1960 sottopassaggi di corso Italia, nel 1961 progetto per il quartiere INCIS di Decima con altri (Libera, Moretti, Cafiero).
[19] Errico Malatesta. (Santa Maria Capua Vetere 1853 – Roma 1932) è stato tra i principali teorici del movimento anarchico non solo italiano. Passò più di dieci anni della sua vita in carcere e parte in esilio. Collaborò a testate anarchiche, è nota la sua amicizia con Bakunin, con Proudhon è considerato uno dei pensatori più importanti della corrente libertaria. Nel 1916 era convinto dell’avvento di una rivoluzione anarchica, pochi mesi dopo scoppiò la rivoluzione Russa che – all’inizio – ebbe il supporto degli anarchici.
[20] Gino Coppedè. (Firenze 1886 - Roma1927) Architetto, scultore e decoratore. Elaborò uno stile eclettico, ornamentale che coincise con il liberty. Sposò nel 1889 Beatrice Romanelli figlia dello scultore Pasqulae da lei ebbe tre figlie, è sepolto in San Miniato. Ha progettato il quartiere omonimo intorno a piazza Mincio tra il 1919 e il 1923. Il progetto originario prevedeva 18 palazzi e 27 villini, non tutti costruiti. Suo primo successo fu il castello Mackenzie a Genova nel 1890. Realizzò, castelli, ville e villini in varie parti d'Italia, arredamento dei piroscafi, hotel di lusso, stabilimenti balneari. A Roma ha realizzato il palazzo al n.7 di via Veneto ornato con iscrizioni latine e un'altana a colonne, si tratta della sua ultima opera (1925-27). L'arch. siciliano Gaetano Rapisardi (mausoleo di Ciano a Livorno, chiesa di Don Bosco a Roma) sposò una delle figlie di Coppedè, insieme realizzarono alcuni lavori.
[21] Gaetano Minucci. (Macerata 1896-Roma1980) Casa della Giovane Italiana all'Aventino nel 1934 oggi Scuola di Danza, Casa della Gioventù Italiana in viale Adriatico a Monte Sacro nello stesso anno, ancora nel 34 il Dopolavoro dell'Università con il teatro Ateneo all'interno della Città Universitaria. Nel 1937-38 il Palazzo dell'Ente Eur nel quartiere omonimo. Centrale Idroelettrica sul Tevere nel 1950. Ministero della Marina Mercantile all'Eur nel 1958-59, la Facoltà di Economia e Commercio in via del Castro Laurenziano nel 1961, il Policlinico Gemelli nel 1962-64 in via della Pineta Sacchetti
[22] Carlo Bevilacqua. Oltre alla chiesa di Gesù Divin Maestro, ha progettato: la chiesa di Santa Maria Maddalena de’ Pazzi nel 1966-67, la Chiesa di San Bruno alla Pisana nel 1990; la chiesa di San Vincenzo Pallotti nel 1990; la chiesa di Sant’Igino Papa al Collatino nel 1991, la Chiesa di Sant’Enrico a Casal Monastero nel 1999. Da: info.roma.it. E’ nato a Roma il 5.5.1934, laurea in architettura a Roma nel 1961, progettista e direttore dei lavori di chiese a Milano e Perugia. E’ progettista e direttore di lavori di numerosi arredamenti di interni, pittore nelle varie tecniche dell’acquerello, dell’acrilico, dell’olio e di tecniche miste. Scultore con materie plastiche in argilla e caolino bianco. Da: carlobevilacqua.net.